Stesso sangue

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capitolo 60

«ciao amore, tutto okay?»

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«ciao amore, tutto okay?»

Angelica sforzò un messo sorriso e si limitò a ricambiare quanto più poteva l'abbraccio di Cristian.
Dopo la pesante litigata coi suoi genitori, rimase parecchie ore a rimuginare sui suoi evidenti errori, almeno finché mise di fretta le scarpe e chiamò il suo ragazzo, aveva bisogno di lui.
In quel momento erano entrambi su una panchina del parchetto, illuminati solo dai lampione della luce ancora accesi.

«non per qualcosa, ma che è successo per chiedermi di venire al parchetto a mezzanotte passata?» chiese il rosso lasciandole un bacio veloce sui capelli chiari.

La bionda sospirò e fece spallucce, non sapeva nemmeno da dove iniziare.

«ho.. ho litigato coi miei.. in realtà con tutti compreso Simone e Veronica, ma sorvoliamo»

«ma come.. cioè, perché?»

A quel punto doveva per forza dirglielo, non poteva attendere neanche un altro minuto se voleva spiegargli i fatti.

«Cri devo dirti una cosa..»

Il ragazzo attese la notizia con l'ansia che gli scorreva nelle vene, aveva intuito che fosse qualcosa di importante.
Eppure appena Angelica pronunciò la tanto attesa frase, il suo cuore mancò di qualche battito.
"Sono incinta"
Solo due parole, bastarono solo due parole a togliere completamente il fiato al ragazzo.
Angelica temeva maledettamente una sua reazione sbagliata, eppure appena Cristian la tirò tra le braccia e la strinse così forte quasi da far attaccare i loro corpi, si sentì già in colpa per quella bugia che gli avrebbe detto da lì a breve.

«io.. non so bene cosa dire, però.. sono contento» balbettò il ragazzo con un sorriso impacciato in volto.

«Cristian non è questo il problema, ma..»

«se perché andiamo ancora a scuola non fa niente, pochissimi mesi e sarò maggiorenne, non mi interessa di continuare la scuola se c'è di mezzo il nostro bambino»

Angelica rabbrividì a quell'ultimo aggettivo, e di sicuro non passò inosservata.
Cristian fece uno sguardo confuso notando che la sua espressione era cambiata proprio dopo aver definito quel bambino loro, non capiva il perché, ma poi qualche paranoia iniziò a farsi spazio nella sua testa.

«perché.. perché è mio il bambino.. no?» chiese col labbro inferiore che tremava; e nel vedere Angelica muta come un pesce, pensò che i suoi dubbi fossero stati confermati.

Lei d'altro canto non riusciva a guardarlo negli occhi e a dirgli una bugia più grande di loro messi insieme, preferiva lo capisse da solo.

«non è di Luca, Angè ti prego dimmi che non è suo»

La bionda annuì con la testa, ed in quel momento tutto il mondo del ragazzo sembrò crollargli addosso.
Quando la sua ragazza gli comunicò che aspettava un bambino, aveva provato tante emozioni messe insieme.
Per primo lo stupore, era l'ultima notizia che si aspettava...
Poi mista alla felicità, provò anche un po' di paura di non essere abbastanza, di essere troppo giovane e incapace per avere un bambino.
Eppure tutto era crollato ancor prima di realizzare, tutto aveva smesso di esistere in quel momento.
Inizialmente abbassò la testa addolorato, nella pancia della ragazza che amava si stava formando qualcosa che a lui non apparteneva, o almeno così pensava, ma poi provò a vederla da un'altra prospettiva.

«ascolta io.. non ti dico che non è il mio sogno nel cassetto crescere un figlio di quello stronzo, ma non è colpa tua, quindi non fa nulla, per me è uguale, o quasi»

Nonostante le sue parole, Angelica scosse ripetitivamente la testa e abbassò lo sguardo, rendendolo ancora più confuso.

«non lo voglio Cristian..»

Il rosso rimase col fiato sospeso, probabilmente neanche per tutto l'oro del mondo un'altra persona sarebbe riuscita a provare tutte le emozioni che quel povero ragazzo aveva sentito nel giro di due minuti appena.

«cosa? Aspetta ma.. perché?»

«secondo te perché Cristian? Non ci vuole un genio.
Non mi sento pronta per fare da mamma, per affrontare un parto e mandare i miei progetti futuri in fumo per un bambino.
Per questo ho litigato con mamma e papà.. questo e altre cose di contorno insomma..»

«Angelica capisco che sia un brutto colpo sapere che aspetti un bambino da Luca, ma puoi almeno pensarci qualche giorno?
Sicuramente nessuno nasce istruito per fare da mamma, ragionaci almeno..»

«no»

Quel no secco stava a dimostrare quanto poco lei tenesse a quel bambino, quanto non riuscisse a comprendere che ciò che stava crescendo nella sua pancia non era solo un essere che le avrebbe intralciato il futuro, era anche tanto altro.
Cristian cacciò un sospiro pesante e stette qualche minuto in silenzio con le mani fra i capelli, stava cercando di pensare lucidamente, nonostante fosse al quanto difficile in quella situazione.

«non ho intenzione di andarmene comunque, ti ripeto che per me sarebbe uguale fargli da padre anche se non ha il mio stesso sangue, ma ovviamente il corpo è tuo, la scelta è tua se vuoi o meno continuare la gravidanza» disse cercando un minimo sguardo con Angelica.

Lei annuì distrattamente e abbassò la testa verso il cellulare, il quale aveva preso a suonare segnando il nome di suo padre.

«dove stai?» chiese Niccolò senza nemmeno lasciarle il tempo di replicare.

«sono con Cristian»

«ti sembra il caso di uscire nel bel mezzo della notte senza dire niente? Mandami la posizione»

La ragazza cacciò un sospiro nervoso e attaccò, mai da parte dei suoi genitori c'era stato un tale distacco.
Perfino nel periodo in cui ci parlava poco per via di Luca avevano un rapporto migliore, dentro di sé sapeva di aver sbagliato e non poco nel trattarli in quel modo.
Cristian le afferrò la mano e si avviarono entrambi verso casa di lui, almeno non avrebbe fatto il tragitto da solo, nonostante non fosse chissà quale problema.
C'era solo un estremo silenzio tra i due, lei che aveva un enorme nodo in gola per aver raccontato più cazzate quella sera che in vita sua, e lui per aver creduto che fosse in una situazione più difficile di quanto pensasse.
Appena arrivarono a pochi metri dal palazzo di cristian, Angelica vide in lontananza la macchina di suo padre.

«ci vediamo domani?» chiese il rosso facendola voltare e avvicinandola a sé per i fianchi.

Lei annuì e per la prima volta in quella serata lo fissò a lungo negli occhi, come se avesse voluto perdersi dentro, poi si alzò sulle punte per baciarlo.
Non si dilungarono troppo, lui le lasciò un altro breve bacio a stampo e le sfiorò il ventre con una mano, come se gli venisse automatico.
Angelica continuò a sentire brividi continui per tutto il corpo dato quel tocco inaspettato, finché arrivò in auto.

«la prossima volta te lascio dormì fuori guarda» disse Niccolò nervosamente mentre metteva in modo.

Lei deglutì e si poggiò con la testa al finestrino, sapeva che suo padre era solo molto arrabbiato, e infondo se lo meritava, anche se dato il suo carattere non l'avrebbe mai ammesso.
Passarono il viaggio in totale silenzio, così come quel breve tratto di corridoio una volta arrivati a casa.
Il moro si chiuse la porta dietro senza badare al rumore assordante, e Angelica rimase ferma per un po' sul posto dopo quella porta sbattuta in faccia.
Non voleva tornare a stare male, non voleva tornare distrutta ogni giorno a casa.. ma stava almeno facendo anche solo un minimo per far sì che tutto ciò che temeva non accadesse di nuovo?

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