George

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Ron e Hermione erano ancora mano nella mano, anche finita la cena. Dopo il racconto del litigio fra Charlie e Percy, era passato qualche attimo di silenzio, poi, come per il litigio, erano passati avanti come se nulla fosse successo.
Erano passati a fare un giro per la Londra Babbana. Era stato molto divertente, soprattutto poiché non avevano 'seccature'. Dopo un po' che passeggiavano, Ron aveva notato che vicino al negozio c'erano delle belle villette.
Alla fine della serata Ron aveva riportato Hermione a casa, e, con un largo sorriso a illuminargli il volto, era tornato alla Tana.
Il giorno dopo lui e Harry avevano trovato Hermione e Ginny ad aspettarli dopo l'allenamento.
Sarebbe stato tutto felice, se non fosse che il compleanno di George su avvicinava.
Durante quella giornata si soffriva tanto. Il fatto era che stavano tutti separati, e piangevano da soli. Tutti gli Weasley, durante il primo di aprile, era come se si sconnettesero l'uno da l'altro. I fili di sangue che li imparentavano si disfacevano, esattamente come fa un pugno su una ragnatela.
Harry era l'unico che riusciva a stare accanto a Ginny.
Il fatto era che il compleanno dei gemelli era ancora un ricordo vivido nelle loro menti, e nessuno riusciva a dimenticarlo, o a sostituirlo.
Adesso era la cena del 31 marzo, e, sebbene non ci fosse segnati evidenti della depressione ormai prossima che si sarebbe abbattuta sulla casa l'indomani, c'era qualche indizio.
Il sorriso di Molly non raggiungeva gli occhi.
L'interesse di Arthur era mosso dalle educazione, e non reale.
George non face le solite battute.
Harry e Ron non si lamentavano delle 'seccature'.
Ginny aveva abbassato la sua parlantina.
Nonostante questo, il clima era allegro. Tutti lo consideravano un ultimo assaggio di felicità prima della tragedia.
La vita tornava normale già dal due, certo, ma l'uno era un giorno terribile.
Ron si stava preparando psicologicamente: aveva tolto tutti i regali di Fred e George che gli avevano fatto, aveva censurato tutte le battute che potevano venirgli in mente e aveva rimosso tutti i ricordi di Fred. Se ci avesse pensato il primo di aprile sarebbe stato sopraffatto dal dolore. Il fatto è che lo faceva inconsciamente. Era una reazione della mente di auto-difesa. La parte razionale del suo cervello sapeva che stava per soffrire, e quella irrazionale cercava di limitare i danni. Per Ron era così naturale, che nemmeno se ne accorgeva.
Momentaneamente l'imminente cena Charlie - Percy sembrava una bazzeccola.
Quando la cena finí andarono tutti a dormire.
Ron sapeva cosa lo aspettava il giorno dopo.
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La mattina del primo di aprile Hermione si svegliò tranquillamente, nella sua camera della casa che condivideva con i suoi genitori.
Sapeva che, per gli Weasley, quella era una giornata difficile, perciò aveva un piano.
Ron non si meritava di passare una brutta giornata, e lei gli sarebbe stata affianco. Anche se lei non se ne rendeva conto, cercava anche un modo per farsi 'perdonare' la sua curiosità in merito alla cena fra Percy e Charlie. Lui le aveva raccontato tutto, ed Hermione era shockata.
Ma adesso non doveva preoccuparsi di Charlie e Percy, per loro ci sarebbe stato un altro momento.
Stanno succedendo troppe cose insieme. Si ritrovò a pensare.
Scese a fare colazione, e trovò sua madre già al tavolo.
"Buon giorno" Jean le rivolse un sorriso.
"Giorno" disse Hermione. Velocemente prese una tazza e dei cereali, e prese a mangiare di gran lena.
La madre la fissò confusa: non era abituata alla fretta della figlia. Hermione si era sempre svegliata presi per fare con calma!
"tono ti tretta" disse lei con la bocca piena.
"lo vedo" la signora Grenger fece una smorfia di disapprovazione.
Hermione le rivolse un sorriso di scuse.
La ragazza aveva mangiato così velocemente che, quando Hugo scese per cibarsi, lei si stava già alzando.
"dove vai tesoro?" le domandò il padre.
"Da Ron" rispose lei, lasciandosi sfuggire una sfumatura di preoccupazione nella voce.
Sfumatura che Jean colse.
Suo padre sbuffò, ma non disse altro.
Hermione salutò con un bacio o sui genitori e uscii nel vento gelido della mattina londinese.
Si diresse senza esitazioni in un negozietto babbano, aveva un ottima idea per tirare su di morale Ron.
E sapeva dove trovarlo.
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Il silenzio alla Tana era sovrannaturale.
Perfino gli gnomi del giardino erano rintanati bei loro cespugli, come per rispetto della famiglia.
L'unico rumore erano i singhiozzi ovattato di Molly, che avrebbe voluto festeggiare almeno per il figlio che le era rimasto, ma rispettava la decisione di George.
Arthur le batteva qualche pacca sulla spalla, e lacrime silenziose solca ani anche le sue guance.
Quell'immagine rasentava un po' quella che si svolgeva nella stanza adiacente: Ginny era stretta nell'abbraccio di Harry, ma entrambi avevano gli occhi rossi, anche se non lo volevano far vedere.
Ron era solo: Non sopportava di essere consolato.
Nella sua mente rivede a la morte di Fred, le sue ultime parole, l'esplosione. Il fatto era che sarebbe potuto morire lui, o Percy o Harry, o.... Hermione. Quest'ultima possibilità lo face rabbrividire.
Uscii dalla sua stanza e si affacciò al corridoio.
Gli parve di vederli, Fred e George, a sette anni che correvano sbandierando il regalo che aveva fatto loro Molly: uno striscione delle case di Hogwarts. Lo avevano desiderato perché quell'anno anche Charlie era andato alla scuola, e loro volevano raggiungerlo per fare tanti scherzi. Ron ricordava che Bill li aveva ammoniti dolcemente su quella volontà, ma i gemelli se ne erano fregati. Si sentii gli occhi pungere.
Voleva qualcuno. Voleva un abbraccio, voleva essere confortato, voleva sentirsi dire che Fred era in un posto migliore, ma non c'era nessuno lì con lui. Era solo.
Quasi meccanicamente iniziò a scendere le scale, lasciandosi guidare dalle gambe. Attraversò il giardino della Tana e si infilò nel bosco dietro questa, e, senza che se ne rendesse conto era arrivato alla radura circolare.
Al nostro posto. Pensò. Si avvicinò all'albero di ciliegio e toccò il tronco.
Quel qualcuno che gli serviva era Hermione, e quel posto si avvicinava maggiormente alla sua presenza.
Tutti i bei momenti che vi avevano passato insieme. Anche se lei fisicamente non era lì, era come se lo fosse, per la potenza dei suoi ricordi.
Sorrise di nuovo al ciliegio, poi si sedette sul tronco orizzontale ricoperto di edera, e lasciò che le lacrime discorressero sul suo volto.
Dove nessuno poteva vederlo.
Pop.
Ron alzò la testa di scatto, asciugando frettolosamente le lacrime.
Credette di essere vittima di una allucinazione: Hermione si era appena smaterializzata nella radura?
Forse era solo la sua immaginazione che l'aveva invocata...
"Ron" disse lei.
Basta. Non aggiunse altro.
Si sedette accanto a lui e Ron si aggrappò a lei, non come il migliore amico che era stato o come l'attuale compagno di coppia, ma come si sarebbe avvicinato a Molly se si fosse fatto male.
Hermione sentiva le lacrime di Ron scorrere sulle guance e bagnarle la camicetta. Non ci badò.
Prese il libro che aveva comprato al negozio la mattina e strinse Ron a sé.
Non si accorse nemmeno che anche lei aveva gli occhi umidi.
Nessuno dei due ci fece caso.
Hermione guardò di nuovo il libro che aveva comprato dopo questo mondo e lo passò a Ron. Incredibilmente, lui la guardò con gratitudine.
E rimasero così, ad abbracciarsi e a consolarsi.
Perché l'amore medica tutte le ferite.
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La giornata era passata molto lentamente. Ognuno aveva consumato i pasti per conto proprio, svolti in religioso silenzio.
George non era mai uscito dalla sua camera.
Harry aveva provato a distrarre un po' Ginny, e il risultato non era poi tanto male.
Ron e Hermione erano rimasti nella radura.
Arthur e Molly avevano guardato le foto dei gemelli, ed erano anche riusciti a fare qualche risata ai ricordi delle loro marachelle.
Adesso si ritrovavano tutti al tavolo della cucina.
Molly, Arthur, Ron, Hermione, Harry e Ginny si guardarono confusi.
"siete qui per cenare" chiese infine Arthur, anche se la sua sembrava più una costatazione.
"si" disse Ginny.
Silenzio.
"Allora accomodiamoci" esclamò Molly cercando di sorridere.
Un po' esitanti si sedettero, e nessuno fece commenti sulla presenza di Hermione. Tutti consideravano naturale il fatto che fosse lì.
"George non c'è" mormorò Ron, quando la madre ebbe servito i piatti.
Molly scosse la testa.
"qualcuno di voi lo ha visto?" chiese Ginny.
Tutti scossero la testa. Era evidente che fosse rimasto in camera sua.
"non ha mangiato niente" disse la madre, molto preoccupata.
Ron fissò per un attimo le pietanze - panini, molto più semplici di quello che cucinava di solito - poi si alzò, be mise un paio in un tovagliolo di carta e si avviò per le scale.
Non era ammissibile che George non mangiasse! Perfino quando la signora Weasley non si spreca a in cucina, il suo cibo era delizioso.
Arrivato difronte alla stanza del fratello, esito se bussare o meno.
Non voleva disturbarlo.
Dopo diversi minuti di indecisione, posò a terra i panini e disse:"George ce la cena di mamma, la lasciò qui"
Non ricevette alcuna risposte. Aspettò un altro po', nella speranza che il gemello aprisse e si facesse consolare, come Ron aveva permesso a Hermione di consolare lui, ma non si esse niente.
La porta rimase chiusa a chiave.
Ron Sospirò, e se ne sarebbe anche andato, se non avesse sentito provenire dalla stanza uno strano rumore. Un fruscio, ma non maligno, quasi naturale. Appoggiò l'orecchio alla porta, sentii uno strano tintinnio, come di bicchieri che sbattono per un brindisi. Ma questo era regolare, periodico.
"George?" chiese.
Gli rispose solo il fruscio.
Ron bussò alla porta, un po' insistentemente. "George?!?"
Ancora il tintinnare.
"George, apro" lo avvertii Ron, che sentiva farsi strada in lui un pessimo presentimento.
La porta cigolò violentemente, come a protestare della privacy che stava infrangendo Ron, ma lui non ci fece caso.
Una sola, orribile vista occupò la sua mente. George non era in camera, e la finestra era aperta.
Ron si precipitò di sotto, inciampando anche nella cena, con l'ansia che lo divorava.
"Mamma!" urlò "George non è in camera!"
Da lì si scatenò il putiferio.
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"FERMI" Ginny bloccò il via vai che si era creato: Arthur era uscito in giardino di corsa;Molly andava avanti  e indietro per casa strepitando parole senza connessione logica; Harry Ron e Hermione si erano scontrati in un modo che nemmeno loro avevano capito.
Quando la rossa parlò, però, tutti si fermarono, le teste nella sua direzione.
Ginny respirò profondamente "George e maggiorenne, sa benissimo come gestirsi"
Lui è grande e vaccinato pensò Hermione e si sorprese di averlo fatto.
Ginny non parve calcolare nel suo ragionamento che oggi era il primo aprile, compleanno del fratello gemello di George morto dia anni prima nella battaglia di Hogwarts.
Molly si affrettò a farglielo notare.
"è cosa vuoi che succeda, mamma?" rispose Ginny "George è intelligente, non farà cavolate"
Molly la guardò eloquentemente.
"non farà cavolate gravi" si corresse la figlia.
Molly fece per replicare, ma in quel momento Hermione esclamò:"cane!!"
Tutti votarono la testa verso la castana, chi confuso, chi dubitando della sua sanità mentale.
"Hermione..."
"Ron il tuo Patronus!" disse lei con gli occhi che brillavano, voltandosi verso il rosso i questione.
Ron parve confuso, poi la lampadina della comprensione si accese nei suoi occhi, illuminando a macchia d'olio il suo volto "ma certo!"
"cosa...?" chiese Harry.
Hermione si voltò verso di lui "i Patroni conservino delle qualità nell'animale che sono, il Patronus di Ron è ottimo per la caccia alle lontre, e quindi anche a rintracciare le persone."
"molto interessante" disse una voce nuova "ma non ce ne sarà bisogno"
Per la terza volta, le teste di tutti scattarono, questa volta nella direzione della porta di ingresso.
Angelina Johnson era in piedi sull'uscio, e accanto a lei c'era George.
Molly Sospirò di sollievo.
"Grazie" disse
Angelina rise "e di che" salutò con un cenno Harry, Ron, Hermione e disse a Ginny "ricordati della partita di giugno"
"come se potessi scordarmelo" ribatté la rossa.
Quando Angelina se ne fu andata, Molly si scagliò contro George, dicendo che era un incosciente.
Tutti si defilarono il più in fretta possibile.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora