Percorsi A Due

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Hermione era al sesto mese, e lei e Ron si stavano preparando per andare a fare la visita all'ospedale Babbano.
Alla visita precedente il dottore aveva sempre informato che il bambino non accennava a cambiare posizione e Ron non si era sentito di chiedere se fosse grave.
C'era sempre la speranza che il bambino si girasse, e se fosse successo perché angosciarsi in anticipo per inutili conoscenze macabrose?
Ma adesso si era deciso che avrebbe chiesto se il bambino si fosse girato.
Sperava con tutto sé stesso di non doverlo fare, che il bambino si fosse girato nella notte e nemmeno Hermione se ne fosse accorta.
Eppure aveva un terribile presentimento.
"pronta?" si affacciò alla canta da letto, dove la donna on questione si stava cambiando.
Hermione si mise il suo vestito pre-mamma rosa con gli spruzzi azzurri.
"eccomi" prese la borsa sul letto e seguii Ron fuori.
Il rosso studiò la moglie in sottecchi: sembrava tranquilla.
O confidava che sarebbe andato tutto bene, o nascondeva in modo incredibile il suo nervosismo.
Ma Ron notò, un paio di volte, che Hermione si mordeva il labbro inferiore in modo tutto tranne che sereno.
Le strinse la mano.
Hermione gli rivolse un sorriso grato, ma poi ostentò indifferenza.
Saliti in macchina viaggiarono in silenzio, con Hermione che a tratti chiudeva di scatto gli occhi e si accarezzava la pancia.
Ron continuava a lanciarle occhiate preoccupate, rischiando anche di non guardare bene le macchine difronte a lui.
A l'ennesimo verso di dolore, Ron non c'è la fece più.
"stai bene, Hermione?" chiese apprensivo, staccando gli occhi dalla strada.
"Si" Hermione prese un profondo respiro, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa allo schienale.
"sicura?" chiese ancora lui.
Lei girò la testa quel tanti che bastava per guardarlo e sorridere.
"è Arthur" disse "si muove parecchio, oggi"
Ron prese un Sospiro di sollievo, anche se una parte di lui non credeva completamente alle parole della moglie.
"hey campione" disse, rivolgendosi alla pancia della moglie "calmati, che adesso vediamo come state te e la mamma, mm?"
Hermione rise, passandosi distrattamente una mano sul ventre.
"meglio?" le chiese Ron sorridendo.
"Si" Hermione rispose al sorriso "ma ora é meglio se guardo la strada, o almeno on ti farò più guidare." aggiunse poco dopo.
Ron seguii il comando, sempre però alternando gli sguardi dalla strada alla moglie.
Arrivati in ospedale, Ron parcheggiò in un posto riservato alle donne incinte, nonostante le proteste di Hermione che diceva di potercela fare a camminare.
Ignorate le lamentele della moglie, i due entrarono dentro lo ospedale, e gli accolse il solito trambusto.
Istintivamente, Hermione si portò una mano al ventre, come a voler riparare il figlio da quel chiasso.
Arrivarono nella solita sala d'attesa e Ron non notò nemmeno le altre coppie, con anche dei bambini piccoli al seguito, troppo preoccupato a guardare moglie e figlio.
"Weasley?" il solito medico un po' vecchio chiamò i due e Ron e Hermione, prima di alzarsi, si lanciarono uno sguardo complice: per infondere fiducia all'altro e riceverne da questo.
Si presero di nuovo per mano e entrarono nella stanzetta.
Hermione si sdraiò sul letto e, con mani tremanti, alzò il suo vestito, in modo che il medico potesse mettere il gel freddo.
L'uomo in camice bianco notò il nervosismo dei due giovani, e Sorrise loro rassicurante. Poi iniziò a studiare il bambino dal monitor.
Ron studiò per tutto il tempo le espressioni del medico, per vedere se riusciva a leggere qualcosa che, probabilmente, l'uomo voleva nascondere.
Il dottore, però, non ci provò nemmeno, e i suoi lineamenti assunsero un espressione corrucciata e - Ron Sperava vivamente di aver frainteso - preoccupata.
"cosa c'è?" chiese Hermione, leggendo gli stessi segnali di Ron.
Il medico Sospirò, massaggiandosi le tempie con la mano.
"il bambino non si è ancora girato" disse.
"ed è-è g-grave?" balbettò Ron, stringendo la mano di Hermione.
"purtroppo si"
"quanto?" chiese Hermione, cercando di mantenere la voce calma e diplomatica. Si alzò sui gomiti. "e perché?"
Il medico la guardò, e decise di rispondere solo alla seconda domanda.
"vedete" disse alzandosi "il bambino, nella posizione in cui è, spinge per uscire"
"non mi sembra una cattiva cosa" mormorò Ron, cercando di convincersi che non era poi tanto male la cosa.
"infatti" rispose il medico "ma quando siamo vicini al parto"
Ron lo fissò interrogativo
L'uomo Sospirò. "se nasce prima del previsto, non avrà gli organi interni formati in modo adeguato."
Hermione deglutii nel silenzio della stanza, ingoiando il proprio dolore e preoccupazione.
"se nasce prima del previsto" disse "cosa succede?"
"se nasce all'ottavo mese potremmo provare a metterlo nell'incubatrice, poi magari opereremmo-"
"e se nasce prima?" domandò ancora Hermione, stringendo forte la mano del marito "se partorisco prima dell'ottavo mese?"
"temiamo e speriamo che non succeda"
"ma se succedesse" insistè la donna. "lo opererete? Come farete a salvarlo?"
L'uomo prese un espressione dispiaciuta, che sia a Ron che a Hermione fece mancare un battito.
Lo guardarono, preoccupati delle prossime parole.
"se nasce prima dell'ottavo mese non potremo salvarlo"
Silenzio.
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Il ritorno dall'ospedale lo passarono in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Hermione non faceva altro che toccarsi la pancia, accarezzandola.
Ron la guardava, impotente di consolarla, di rassicurarla. Perche nemmeno lui sapeva se il bambino sarebbe sopravvissuto.
Ma lui temeva che per lei, per Hermione.
Non voleva perderla.
Frenò arrivati a casa loro e, con sorpresa videro Harry e Ginny fuori dalla porta, che si sbracciavano per salutarli.
Hermione alzò lo sguardo dalla sua pancia e Sorrise ai due.
Non potevano avere tempismo migliore pensò Ron per fortuna ci distrarranno.
Uscirono dalla macchina, e Ron e Hermione si fermarono un attimo a guardare l'altra coppia.
Entrambe avevano partecipato a una guerra magica.
Entrambe le donne erano incinte.
Entrambi gli uomini aspettavano il primo figlio.
Entrambi aspettavano un maschietto.
Ma solo uno rischiava di non sopravvivere alla nascita.
"Harry, Ginny" Hermione, asciugatasi le lacrime, si spinse verso i migliori amici.
abbracciare lui fu abbastanza complicato, ma abbracciare l'altra donna sembrava impossibile.
Hermione guardò per un attimo la pancia di Ginny: anche a lei si vedeva chiaramente, ed era tonda proprio come quella che aveva la riccia.
La pancia che aveva sempre desiderato.
"tornate dall'ospedale?" chiese Harry mentre abbracciava Ron.
Il rosso ebbe un piccolo colpo al cuore, per i ricordi, ma si sforzò di non farlo a vedere.
"Si" annuii "le visite obbligatorie"
"come è andata? Tutto bene?"
Harry, non aprire questo argomento, per favore.
"entriamo in casa?" propose Hermione, che sembrava essersi accorta di dove variava la discussione tra i due mariti.
I due annuirono.
Una volta dentro si sedettero sul divano, stanchi.
"a cosa dobbiamo questa visita, allora?" chiese Ron, mentre prendeva la mano di Hermione.
Voleva solo che quel contatto la consolasse un po.
Lei gli Sorrise grata.
Ginny scambiò uno sguardo con Harry.
"è da tanto che non ci vediamo" disse quest'ultimo.
"è quindi?"
"parliamo un po" Ginny lanciò un occhiataccia al fratello.
"prendo i biscotti, allora" disse Hermione e alzò la bacchetta.
"perché?" chiese Harry avvicinando le sopracciglia.
"si prospetta una lunga serata"
Due ore dopo avevano finito di parlare, e il pensiero di Arthur era passato in secondo piano. Ron e Hermione si erano divertiti tanto con Harry e Ginny, ridendo e scherzando, come facevano prima.
Prima delle responsabilità, del diventare genitori.
Del crescere.
Adesso che i due se ne erano andati, il pensiero del bambino era tornato ad angosciare i due genitori.
Passarono il resto della serata in silenzio, sempre mogi.
Hermione non smetteva di accarezzarsi la pancia, e Ron soffriva a vederla triste.
Ma non poteva consolarla se il pensiero che la angosciava era lo stesso che tormentava lui.
Quasi in un battito di ciglia si ritrovarono a letto, sotto le calde coperte.
Nessuno dei due, però, sembrava intenzionato a prendere sonno.
Erano entrambi supino, una mano intrecciata a quella dell'altro.
"riposati, Hermione" disse Ron.
"non prendo sonno" disse lei, ricacciando indietro le lacrime.
Ron aumentò la stretta sulla mano della moglie.
"lo affronteremo insieme" disse "siamo una coppia e, qualunque cosa accada, io ci sarò per te. Non dubitarne"
"Mai" disse Hermione, la voce che le si ruppe in un singhiozzo.
Ron la strinse a sé, non potendo fare altro, mentre lei si passava una mano sul ventre,e incassava la testa nella spalla di lui, lasciando alle lacrime di scorrere liberamente sul suo volto.
Lacrime di preoccupazione.
"buona notte Arthur" disse Hermione, mentre faceva fermare la mano su il punto dove aveva sentito il calcetto del bambino.
Lo disse, conscia che, forse, non avrebbe più potuto parlargli.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora