Solo Un Altro Mese

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Hermione era sdraiata sul letto matrimoniale e su carezzava piano la pancia.
Era arrivata al settimo mese, ma era piena di dolori. Ormai non si china a nemmeno più per raccogliere qualcosa da terra, lo faceva fare a Ron o con la magia.
Solo un altro mese pensò decisa.
Il giorno prima il medico aveva detto che, verso l'ottavo mese, dato che il bambino spingeva e rischiava di nascere in momenti inaspettati, avrebbero fatto un cesario, per tranquillizzare tutti.
Hermione, quindi lo avrebbe tenuto in pancia solo un altro mese.
C'è la poteva fare.
Ron la incoraggiava, ed era praticamente ai suoi servizi.
Sorrise al pensiero: poco prima il marito di era definito "il suo schiavetto personale".
Improvvisamente sentii un crampo alla pancia. Genette, tirandondosi su a sedere.
Veloce come era arrivato, passò.
Hermione rimase un attimo interdetta, una mano che accarezzava il pancione, mentre si guardava in torno un po' confusa.
Ci mise più del dovuto per realizzare che era un calcetto quel dolore.
"Agitato, Arthur?" chiese.
Si rimise sdraiata, continuando a parlare con il bambino.
"nascerai prima del previsto, sai? Fra un mese, quando sarai abbastanza forte." fece una pausa, cercando di ignorare il nodo in gola "ci vuole molto coraggio da parte tua, e tanta forza. Sei tanto coraggioso" l'ultima parola si ruppe in un singhiozzo, che Hermione soffoccò con una mano.
Aveva paura di perderlo.
Non sapeva cosa avrebbe fatto se il bambino fosse morto. Chiuse gli occhi.
"Hey" neanche a chiamarlo, Ron si presentò in camera. "Ti ho sentito singhiozzare" mormorò.
Si sedette accanto alla moglie, asciugandole le poche lacrime che aveva versato.
"andrà bene" le disse "devi resistere solo un altro mese"
Hermione annuii, con il peso della consapevolezza di quello che sarebbe successo se non lo avesse fatto.
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Ron aiutò Hermione a scendere al piano inferiore. Ora era il momento di mangiare, non potevano perderlo in lacrime.
Hermione si stava stancando già a metà delle scale, ma sembrava che il braccio del marito avvolto alla sua vita le desse forza.
Ron la teneva salda, cercando di nascondere il brutto presentimento che provava da quando si era svegliato: Hermione era già spaventata di suo, non c'era bisogno che Ron la assillasse con le sue paranoie.
Ron la fece accomodare su una sedia, e lui si sedette di fronte a lei, mentre prendeva i piatti con la magia.
Hermione non disse niente, anche se era contraria.
Mentre mangiavano, Ron teneva d'occhio la moglie, per captare qualsiasi movimento strano o sospetto.
E questo avvenne.
Hermione sobbalzò, una mano sulla pancia. In un attimo, Ron fu al suo fianco.
"che c'è?" chiese il marito apprensivo.
"ha scalciato" disse Hermione in un sussurro felice, mentre prendeva la mano del marito e la posava sul suo ventre.
Ron sentii altri due calcetto, e Sorrise tranquillizzandosi.
"se è così attivo non dobbiamo preoccuparci, allora" disse strappando una risata anche alla moglie.
Stavolta, per magiare, Ron si mise accanto alla moglie.
Era felice di poter sentire il bambino quando voleva lui.
Finita la cena, Hermione fu riportata a letto dal marito, nonostante le sue profuse lamentele.
"sto bene, Ron" disse per l'ennesima volta.
Ron scosse la testa, divertito dalla determinazione della moglie.
"ti tratterò così solo per un altro mese, quindi resisti"
Hermione Sbuffò, ma non on riuscii a nascondere in sorriso palesemente di divertimento che le affiorò sulle labbra.
"solo un altro mese" disse quando si mise sdraiata.
"solo un altro mese" ripetè in un sussurro appena percettibile quando il marito uscii.
Ron si diresse alla camera del bambino, del piccolo Arthur.
Era completa, e pulita, pronta ad accogliere il bambino.
Eppure Ron aveva la netta sensazione che ciò non sarebbe mai successo.
Cercava di convincersi che Hermione e Arthur stavano bene, eppure non ci riusciva. Aveva sempre quell'amaro retrogusto dietro a ogni pensiero positivo che gli diceva che era tutto inutile.
Scosse la testa ed entrò nella stanzetta. Giocò in po' con la culla e prese dei pupazzi che aveva Co prato insieme alla moglie all'uscita dall'ospedale.
Uno raffigurava un delfino, ed era quello che aveva colpito Ron di più.
Lo prese in mano e lo girò da tutte le angolazioni. Sorrise e lo rimise a posto.
Sarà MIO figlio a giocarci pensò deciso, mentre si dirigeva verso l'unico quadro appeso alla parete.
La prima foto di Arthur Harry Wesley spiccava come una Margherita in un campo di girasoli.
Ron passò una mano sull'ecografia, immaginando di accarezzare il figlio.
Sospirò quando uscii dalla stanza: voleva che un bambino la usasse.
All'ora di cena, Ron andò nella camera matrimoniale a prendere Hermione.
La trovò che si alza a da sola.
Fece un sorriso divertito e poi la ammonní con un leggero colpo di tosse.
"ci penso io" le disse dolcemente, mentre lei faceva un sorriso di scuse.
Si presero a braccietto, e, per un momento, parvero una coppia di anziani: zoppi, curvi e lenti.
Ron la portò di nuovo giù, chiedendosi perché non non la mettesse direttamente sul divano, o le portasse la cena in camera, e la sedere al tavolo.
Come al pranzo, lui le si sedette accanto.
"il piccolo si è mosso ancora?" chiese.
Hermione Sorrise "non è stato un attimo fermo"
"sarà una scheggia impazzita quando nasce" disse Ron, con la voce che si andava smorzando nelle parole finali.
Sperò che la moglie non si fosse accorta della sua esitazione.
"già" Hermione prese la forchetta "sarà proprio una-ahi"
La forchetta cadde tintinando, mentre Hermione si portava entrambe le mani alla pancia.
C'era qualcosa che non andava.
Sentii un altro dolore atroce, come una pugnalata nella pancia, e prese un profondo respiro.
Qualcosa spingeva per uscire.
Il pensiero fu folgorante, mente capiva cosa stava succedendo.
"No!" esclamò, ma la sua voce si perse in un altro genito di dolore.
"Hermione!" Ron si era inginocchiato difronte al lei.
Hermione mo guardò terrorizzata.
"Ho le contrazioni" disse scattando in piedi. Sentii qualcosa di umido bagnarle le gambe, e quando guardò la sedia rischiò di svenire.
Era completamente imbrattata di sangue.
Hermione avrebbe voluto urlare, ma l'ennesima contrazione la fece piegare in due.
"è troppo presto" balbettò Ron.
"all'ospedale" disse Hermione, prima di piegarsi ancora dal dolore.
Arthur spingeva per uscire.
Hermione e Ron si sedettero un aiuto, e quest'ultimo o iniziò ina corsa disperata verso l'ospedale.
Hermione cercava di non rispondere alla contrazioni, di non cacciare fuori il figlio. Di non farlo uscire dalla sua pancia.
Non si accorse che erano già arrivati al pronto soccorso, se non quando Ron aprii la portiere e la aiutò a scendere.
Hermione lottava contro l'istinto di spingere. Se l'avesse fatto avrebbe ucciso il bambino.
"serve un medico" disse Ron entrando in ospedale.
Il solito tambusto si fermò un attimo ad osservare, poi le infermiere dietro al bancone corsero verso di loro, con una sedia a rotelle.
Fecero sedere Hermione lì, e la portarono all'interno dell'edificio, con Ron che correva per tenere la mano alla moglie.
"stia tranquilla signora" disse l'infermiera che spingeva la sedia "adesso la portiamo in sala parto"
"No!" Hermione cercò di imputare i piedi, mentre prendeva respiri profondi "e troppo piccolo"
L'infermiera guardò prima la donna incinta, poi il sangue che perdeva tra le gambe. Fece un calcolo veloce: in mezz'ora se continuava a sanguinare sarebbe morta dissanguata.
Accelerò il passo.
Il Dottore che si era occupato di loro, sentendo quel trambusto uscii fuori dal suo studio e li vide.
Si precipitò verso di loro, mentre capiva cosa doveva fare.
"Weasley" chiamò, come aveva già fatto altre volte per le visite di Routin.
Ron si voltò, e fece cenno alle infermiere di andare verso il dottore.
"dove si fanno le visite" esclamò ol medico, pronto a ritornare.
"ma-" tentò di dire l'infermiera, ma un cenno da parte dell'anziano la convinse a fare quello che le diceva.
Entrarono nella stanza dove facevano le visite e Hermione si spostò sul lettino.
Per ora, non aveva aiutato il figlio a morire. Ne andava fiera.
Il medico si mise tra le sue gambe, mentre osservava la testa del bambino pronto a uscire.
Era troppo presto, ma doveva farlo.
"Spinga" disse ad Hermione.
"cosa?" chiese Ron.
"no, e troppo presto" esclamò Hermione, mentre un altra contrazione le mozzava il fiato.
"per il bambino non si può fare niente!" disse il medico.
"ma.."
"spinga o morirà anche lei" disse il medico con fermezza.
A tutti, nella sala, mancò il fiato.
Ron prese la mano di Hermione, cercando di infondere la propria decisione anche alla moglie.
Poteva sopportare una sola perdita quel giorno.
"no" disse Hermione, mentre un altra contrazione le diceva di fare il contrario.
"signora" provò il medico.
"No io-"
"Hermione" la interruppe Ron, la voce disperata.
A  Hermione parve che il tempo rallentasse. Guardò il marito, e vide nei suoi occhi la supplica di fare quello che diceva il medico. Vide le sue lacrime che gli solcavano il viso, come se il mare che aveva nelle iridi azzurre decidesse di uscire.
Hermione chiuse gli occhi, mentre anche le sue lacrime uscivano e la fronte le si impelaiava di sudore.
Emise un urlo mentre spingeva fuori il bambino da sé, mentre lo spingeva alla morte. Però non lo sentii.
Si alzò sui gomiti per vedere il proprio figlio fra le mani del medico, completamente ricoperto di sangue, che si muoveva a stento.
Era piccolo, molto piccolo.
Non piangeva, come se avesse percepito la disperazione dei genitori.
Ron si avvicinò ad Hermione, prendendola tra le braccia, mentre entrambi si lasciavano andare al dolore. Cercavano entrambi conforto nell'altro, ma quello era un dolore atroce.
Hermione preferii essere morta, ma almeno il suo bambino vivo, che il contrario.
L'infermiera passò loro Arthur, che già esaustiva le energie.
"ma" tentò Ron.
"non c'è niente da fare" sussurrò l'infermiera.
Quella parole Rimasero in un limbo, in attesa di essere colte.
Lo prese in braccio Hermione, cercando di guardalo oltre il velo di lacrime che le offuscava la vista.
Vide dei capelli rosso fuoco.
"Arthur" sussurrò.
Anche Ron lo guardava, e gli diede un leggero bacio sulla fronte. Un bacio di addio.
"Mi dispiace" disse Hermione, mentre la poca aria nei polmoni del piccolo si andava esaurendo. Gli accarezzò il viso, e il bambino, Arthur, le prese l'indice con l'esile manina.
"ti vogliano tanto bene" disse Ron, la voce ormai rotta dal pianto e la smorfia in viso per trattenere le lacrime. Passò la mano fra i capelli rossi del piccolo e, per un momento, gli parve che il bambino aprisse gli occhi.
Terra, come la madre.
"Perdonaci" disse Hermione, mentre la mano del figlio scivolava via dal suo dito, insieme alla sua vita.
Avrebbero dovuto resistere solo un altro mese.






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Si, Arthur Harry Weasley muore, ma credo che ci eravate arrivati dato che nell'epilogo non compare nessuno con quel nome e Ron e Hermione hanno solo Rose e Hugo.
(

Ci tengo a precisare, che il motivo della sua morte é puramente inventato da me, senza alcuna base scientifica o veritiera. Nella realtà non é possibile qualcosa del genere)

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora