Il Nuovo Arrivo

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Hermione era sdraiata nel letto matrimoniale, esausta.
Aveva passato il settimo mese e ora era al nono.
Quando il settimo era scoccato, era stata presa da una paura, tanto tremenda quanti irrazionale, irrequieta.
Era sicura che avrebbe perso la bambina, la sua piccola Rose in quel mese, e le non avrebbe potuto fare niente.
Aveva sognato il funerale della piccola.
Ron si era accorto subito del suo stato d'animo irrequeto ed era intervenuto come poteva.
Passata la crisi del settimo mese, Hermione, durante tutto l'ottavo si era sentita più leggera, per ironia della sorte.
Si era sentita incredibilmente libera, capace di fare qualsiasi cosa. Aveva speso tutto il suo tempo libero per andare in libreria e per stare con Ginny, che lasciava spesso James col padre ed era vittima della stessa energia inesauribile di Hermione.
Ora capiva il perché: durante l'ottavo mese avevi dello svago prima di metterti sdraiata sul letto per tutto il nono mese,troppo stanca per fare altro. Spesso era Ron a ricordarle di scendere, di fare un po' di moto, di andare al bagno. Dato che i suoi incoraggiamenti stavano diventando nulli, Ron le portava spesso la colazione a letto, e Hermione mangiava tutto quello che c'era nel vassoio, affamata.
Ron la trovava terribilmente attraente durante quei pasti voraci.
Adesso, al nono mese, tutto cresceva: l'ansia di diventare genitori, l'emozione, io non vedere l'ora di stringere quel piccolo fagottino tra le braccia...
La loro piccola Rose.
Volevano anche vederla, per constatare da quale dei due genitori avesse preso. se avrebbe avuto i capelli rossi - ed Hermione sperava così - e gli occhi azzurri, o marroni. Oppure i capelli marroni e gli occhi del medesimo colore, o azzurri - cine desiderava Hermione.
Erano entrambi terribilmente curiosi di saperlo, di vederla.
Hermione sospirò, prendendo la tutina al suo fianco. Prese la bacchetta e , con la magia, ricamò una rosa sulla pancia della tutina. Aveva iniziato a farlo con tutti i vestitini che aveva comprato: aggiungere qualcosa che prima non c'era , qualcosa che lo rendesse veramente suo.
La prese in mano e la guardò sorridendo per un attimo , poi passò a quella dopo.
Il giorno prima aveva sentito il padre, che aveva iniziato la terapia per la guarigione. Stava bene, i medici dicevano che c'e l' avrebbe fatta.
Hermione sperava che avesse almeno abbastanza forze da tenere in braccio la nipotina. Ormai mancava poco al parto.
Un nipote era cosa importante per un nonno.
Hermione sospirò, posò l'ultima tutina sulla pila che aveva fatto e si accarezzò la pancia: era tutti nella norma. La posizione della piccola, il cibo che le arrivava, si muoveva...
In quel momento, Hermione sobbalzò,toccandosi la pancia.
Rose, sua figlia, aveva appena scalciato. Lasciò che un sorriso tenero e un po' ebete le occupasse il volto, mentre appoggiava la schiena allo schienale del letto.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sulla piccola creaturina che nuotava nella sua pancia. Quasi la sentiva, io suo pianto quando sarebbe nata, il suo calore, il peso tra le sue braccia...
Fu con questi pensieri che Hermione scivolò nel sonno, una mano ancora intenta a accarezzarsi la pancia.
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Ron tornò a casa e salii le scale diretto dalla moglie. La trovò piacevolmente addormentata, la testa all'indietro e una mano sulla pancia.
Sorrise.
Prese le tre tutine che le stavano al fianco e le posò nella camera che sarebbe diventata quella di Rose.
Guardò per un attimo il buco alla parete, dove era appesa l' ecografia di Arthur: avevano tolto la fotografia il giorno che avevano cambiato il colore delle stanza. Ora era in un cassetto del comodino di Hermione.
Ron uscii e andò di nuovo in camera dalla moglie. Si sdraiò accanto a lei, mettendole con delicatezza una mano sulla pancia.
In quel momento la bambina scalciò.
Ron voltò di scatto la testa, che era rivolta a guardare il volto addormentato di Hermione, per guardarle la pancia.
Un secondo colpo colpii la mano di Ron.
"E brava la mia Rosie" disse il rosso "sei attiva"
Un altro calcetto.
"Molto attiva"
"Anche troppo" gracchiò una voce stanca.
Hermione di tirò su a sedere, poggiando le mani sulla pancia.
Sorrise "oggi si sta muovendo più del solito" raccontò al marito.
Ron la guardò.
"Come stai?" Le chiese accarezzandole la guancia.
Lei sorrise di nuovo. "Incredibilmente attiva"
Ron fece una faccia scettica, e Hermione lo colpii con la mano.
"Non sei tu quello che sta portando nostra figlia in grembo, ricordatelo."
Ron sbuffò divertito.
"Come potrei dimenticarlo se me lo ricordi ogni giorno?"
"Ehi!" Esclamò lei offesa "non e vero!"
Ron le lanciò un'altra occhiata, cine a dire "ma davvero?"
"Solo un giorno sì e uno no" Hermione arrossii mentre pronunciava quelle parole.
"Allora lo ammetti!" Disse Ron.
"Non lo sto ammettendo, Ronald" ribatté lei , "sto solo costatando una verità"
Ron sorrise e si avvicinò alle labbra della moglie. Hermione si sporse per baciarlo, ma un ticchettare alla finestra interruppe il momento magico.
Ron sbuffò aprendo gli occhi .
"Giuro che se non e qualcosa di importante ..." Borbottò lasciando la frase in sospeso, mentre avanzava verso la finestra.
Hermione lo seguii con lo sguardo, un po' annoiata. Quando però vide il marito sbiancare, gli dedicò tutta l'attenzione.
"Che succede?" Chiese balzando in piedi velocemnte, per quanto le consentisse di fare la pancia.
"Ginny é in travaglio " mormorò Ron.
Passò un istante nel quale i due si fissarono.
"E cosa stai aspettando, allora?!?" Ululò lei "Andiamo!"
Ron si mosse velocemente come la moglie.
Scesero le scale, dimenticandosi che Hermione era in dolce attesa, e si catapultarono al piano inferiore.
Velocemnte infilarono le scarpe e giacchetto e uscirono.
"Sta attenta!" Urlò Ron a Hermione, quando vide cine correva.
Lei si mise dalla parte del passeggiero e Ron al volante.
Mise in moto, e marito e moglie sfilarono per le strade della città londinese in un pieno giorno freddi di febbraio.
Arrivarono in tempo record al San Mungo e trovarono senza difficoltà la sala parto dove c'era Ginny.
Harry attendeva fuori dalla porta, mentre gli strilli della donna si facevano più acuti.
Appena vide arrivare i migliori amici corse verso i due, lasciando loro in braccio James.
"Auguri!"urlò Ron dietro al Moro, mentre cercava di calmare James che l'ottava per mettere i piedi per terra.
Ron gli mollò uno schiaffo.
"Ahi!" Si lamentò il rosso "ma che c'è ?"
Hermione lo guardò male.
Si sedettero nella sala di attesa, impegnati in un Wrestling contro James che non voleva rinunciare a correre.
Gli strilli delle infermiere nella sala parto aumentavano, Facendo preoccupare sia Ron che Hermione: partorire era così doloroso?
Dopo cinque minuti arrivarono altre due persone che avevano ricevuto la lettera di Harry.
Andromeda Tonks e Teddy Lupin individuarono subito Ron e Hermione e si catapultarono verso di loro.
"E già entrata ?" Chiese l' anziana signora.
Hermione annuii, mentre bloccava James per le braccia.
Teddy osservò i tentativi dei duo coniugi di tenere fermo James, con una sorta di curiosità e scetticismo un po' comico.
Si avvicinò ai due, senza dire niente, e lo prese in braccio.
Il bambino si calmò subito.
"Bravo" comentò Ron, ammirato.
Teddy, di ormai otto anni, si strinse nelle spalle.
Hermione stava per aprire bocca, quando un pianto di un bambino la bloccò.
Tutti e quattro si diressero verso la porta, dove Harry gli attendeva.
Guidò i visitatori dentro, verso Ginny che aveva in mano un fagottino bianco, da cui spuntavano dei capelli neri.
Harry,Ron, Hermione, Andromeda e Teddy - con in braccio James - circondarono il letto di Ginny.
"Quindi lui é Albus Saverus" chiese Ron dopo un minuto di pura contemplazione.
"Si " mormorò Harry.
"Ti somiglia " disse Hermione, più in disparte, per non ingombrare con la pancia. Era sul punto di aggiungere altro, ma un improvviso dolore alla pancia la fece tacere. Si appoggiò al letto, cercando di non dare nell'occhio.
"Starà nella stessa stanza di James?" Chiese Ron, che non aveva notato il comportamento della moglie.
"Per ora starà in camera con me e Harry" ribatté Ginny.
Hermione sentii di nuovo il dolore alla pancia, e stavolta lo riconobbe.
"Quindi-"
Un urlo da parte di Hermione soffocò le parole di Andromeda.
Ron si precipitò al suo fianco.
"Ho le contrazioni " mormorò Hermione, mentre il dolore passava.
In quel momento si rese conto che il primo e il secondo dolore facevano parte di un unica contrazione.
Sospirò: aveva letto cosa significava.
"Chiama un medico!" Ron era nel panico più totale.
"Ci vuole ancora tanto, Ron" ribatté Hermione.
Teddy, dopo aver dato James al padre, era scattato fuori, tornò con un medico al seguito, che spingeva una carrozzina.
Hermione si sedette con una calma gelida che lasciò tutti di stucco.
Ron era più agitato e seguii il tutto quasi correndo.
Hermione al contrario , sembrava stesse facendo un giro in libreria, e non fra i corridoi di ospedale pronta a partorire.
Entrarono in una stanza completamente bianca, con solo un letto e delle attrezzature mediche a occuparla.
Hermione, ignorando il marito e l'infermiere si alzò e si sdraiò senza aiuto sul lettino.
"Ci vorrà molto" disse. "Il travaglio sarà lungo"
I due uomini, che l'avevano guardata a occhi sgranati si scambiarono uno sguardo perplesso.
Poi l'infermiere sparii, lasciando soli k coniugi.
"Ci vorrà molto?" Le chiese Ron.
Hermione annuii.
Poco dopo passò un infermiera e le mise la flebo al braccio - Ron spostò lo sguardo, schifato - e Hermione spiegò quello che aveva capito. Ron non ci credeva, ma fece finta di si.
Dieci ore dopo, quando le contrazioni arrivavano ogni quarantacinque minuti e Hermione era dilatata solo di quattro centimetri, Ron si ricredette.
Era sera ormai, e sua lui che la moglie erano esausti.
"Pensi che lo posso fare un riposino?" Gli chiese Hermione di punto in bianco.
Ron la fissò. "Se le contrazioni non ti svegliano ..."
Hermione si appisolò con piacere , sentendo solo vagamente le contrazioni e i rumori dell'ospedale.
Si sentiva molto riposata quando, cinque ore dopo, sentii un dolore atroce trafiggerle la pancia.
"Aiha" esclamò svegliandosi.
Si guardò sbigottita intorno: era circondata da medici.
"Signora,ci siamo" disse uno di loro, immesso alle sue gambe.
Hermione sentii la seconda contrazione, ravvicinata alla precedente.
Strinse con forza la mano di Ron, mentre spingeva.
"Un altra spinta!" Disse un infermiera, e Hermione fece quello che le era detto, aumentando la presa sulla mano di Ron. Sentiva il dolore aumentare.
Ron gemette di dolore, ma con le urla dei medici e della moglie nessuno se ne accorse.
"Un ultima spinta!"
Hermione si sentii sfinita,buttò la testa all'indietro. Le sembrava che la sua schiena si stesse spezzando.
"Forza!" La incoraggiò il medico fra le sue gambe.
"No" mormorò Hermione, mentre un altra contrazione la faceva gridare.
"Hermione"
La voce di  Ron.
Tutto si era ovattato attorno a lei, compreso il dolore. voltò piano lo sguardò verso il marito. Le stava sorridendo.
In tornò a lei, tutto aveva uno strano eco,una strana ritornanza.
"Puoi farcela" il suono andava piano, e non a tempo con la bocca di Ron, ma quelle parole fecero svegliare Hermione.
Con le ultime energie che le erano rimaste diede l'ultima spinta, accompagnandola con un grido,di giubileo, sfida e dolore insieme,e sentii il pianto di un bambino.
Hermione si sorprese di vedere quanto fosse piccola e coperta di sangue.
La sua Rose.
Il dolore del parto era completamente passato,e tutto tornava alla sua reale velocità.
Anche Ron si era incantato a guardare la figlia, mentre sottraeva la sua mano rossa da quella di Hermione.
Un medico passò la bambina a sua moglie, e Ron si chinò su Hermione per vederla meglio.
Aveva i capelli rossi.
Ron sperò che gli occhi fossero quelli di Hermione.
Hermione, intanto, la teneva come se fosse stato vetro. La guardò e sorrise.
La sua bambina.
Aveva tanto desiderato di poterla tenere in braccio, e finalmente lo faceva.
In quel momento la piccola, Rose, aprii gli occhi.
Azzurro mare, come il padre.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora