Pensieri

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Charlie sarebbe venuto. Lo aveva appena detto la signora Weasley.
Ron si sentiva euforico.
La sua idea aveva funzionato.
Stentava a crederci.
Era io 14, ovvero, due giorni dopo ci sarebbe stata la fantomatica cena.
Con tutto il trambusto che l'aveva circondata Ron non si era fatto la domanda più importante:
Che miseriaccia doveva dire Percy?
Ora moriva dalla curiosità di scoprirlo.
Doveva essere molto importante - ragionò - Percy era una persona prudente, non avrebbe rischiato di richiamare Charlie dalla Romania a meno che non fosse veramente importante. Perché, anche se Charlie ci sarebbe stato, Ron aveva la sensazione che sarebbe rimasto ostile.
Era possibile che avesse avuto una promozione a lavoro?
Troppo banale. Probabilmente, se fosse stato così, Charlie avrebbe dato di matto - e anche Ron e George.
Si trasferiva lontano?
Forse. Ma se così fosse Molly non sarebbe stata così felice.
Però sarebbe stato motivo di contentezza per Charlie, questo si.
Ron ricadde pesantemente sul letto, non gli veniva in mente nient'altro per radunare tutti i fratelli più le fidanzate.
L'ultimo pensiero che fece prima di chiudere gli occhi fu:
Ho davvero poca immaginazione.
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Dopo le parole della Signora Weasley Hermione era rimasta imbambolata nel salotto della Tana. Non si era nemmeno accorta che Ron era salito si sopra.
Il suo stato d'animo, comunque, su rifletteva in quello di Ginny. La rossa fissava il vuoto con la bocca semiaperta, e un piccolo rivoletto di bava sul lato destro.
Ginny, però, non era sorpresa dall'improvvisa decisione di Charlie, bensí che l'idea di Ron avesse funzionato.
Allora ha un cervello.
Il suo sguardo cadde su Hermione, paralizzata sul divano, e li capii che Hermione aveva visto in Ron qualcosa che a tutti gli altri era sfuggito.
Ecco perché lei è la Strega più brillante della sua età pensò Ginny per vedere l'intelligenza di Ron...
Hermione voltò di scatto la testa. Incontrò gli occhi di Ginny, e la rossa parve riscuotersi. Le Sorrise.
"Imperio"
"cosa?" le due ragazze si votarono verso George, che fissava corrucciato il punto in cui Molly era sparita.
Una riga di concentrazione gli solca a la fronte, in mezzo alle sopracciglia, con la mano sinistra si accarezzava il mento.
Era talmente serio che la sue espressione cozzava con il viso, che non sembrava proprio fatto per assumere l'atteggiamento da riflessione.
"Imperio" ripeté George. "mamma ha usato un Imperio su Charlie"
Ginny e Hermione si scambiarono uno sguardo perplesso: George era serio?
Prima che potessero dar voce ai loro interrogativi George si alzò, sempre con l'espressione meditambola in viso, e le lasciò sole con Harry. Neanche il moro si era mosso tanto, troppo sorpreso per fare qualunque cosa.
Molly aveva davvero ottimi doti persuasive.
Incredibilmente, Harry si chiese se le usava anche quando gli Weasley erano piccoli. Probabilmente si, per non viziarli.
Sentii l'angoscia invaderlo: Ginny aveva ereditato la persuasione della madre.
Probabilmente si. Rabbrividí:
Era fregato.
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Il giorno dopo, come ogni evento che risiedeva a casa Weasley, la Tana fu pulita da cima a fondo.
Ron riuscii, per la prima volta, ad alzarsi prima che la madre facesse evanascere il suo materasso. Per fortuna, con l'aiuto di Charlie, finirono prima del previsto, e molto più in energie.
Hermione questa volta non era riuscita ad aiutare, arrivò circa mezz'ora dopo che avevano finito.
Si sedette accanto a Ron sul divano, i gomiti sulle ginocchia e con le mani si massaggiava le palpebre. Sembrava alcoltempo esausta e nervosa.
"che c'è?" chiese Ron, riuscendo a nascondere il velo di preoccupazione Nella propria voce.
"Astoria Greancess" mormorò Hermione.
Ron inarcò le sopracciglia, perplesso.
"è una mia collega" spiegò lei "da un po' di tempo mi fa domande strane"
"in che sen-" provò a chiedere Ron.
"sono preoccupata per lei" disse Hermione ignorandolo. E lo era davvero. Si mordicchiava il labbro e aveva quell'espressione pensosa, di quando era concentrata.
Ron le passò in braccio sulle spalle, e la strinse un po'. Non poteva entrare nella sua testa, ma poteva almeno darle il conforto che lui c'era.
Per un momento Hermione fu sottratta alle sue congetture, si voltò verso Ron e gli rivolse un sorriso di gratitudine. Poi tornò alle sue occupazioni.
Ron si trattenne dallo sbuffare. Voleva parlare con lei, ma non poteva impedirle di preoccuparsi per una sua... Amica? Era questo che era Astoria?
Si strinse nelle spalle. Il nome non gli era nuovo, ma non Ricordava dove lo aveva sentito.
Hogwarts probabilmente.
Si, lo aveva sentito a scuola.
Guardò di nuovo Hermione e pensò che non poteva desiderare di meglio.
Poi i suoi occhi mare incontrarono quelli terra di lei.
Si sorrisero.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora