Sarà Diverso

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Tutta la famiglia Weasley - ma anche chi era dotato di uno spirito di osservazione - avevano notato che Ron e Hermione stavano più attenti con questa gravidanza.
Avevano entrambi chiesto un'orario riduttivo a lavoro, per tornare a casa prima, e Ron era sempre al fianco della moglie.
Al minimo dolore di lei, andavano a fare una visita, per controllare che fosse tutto a posto. Era quasi sempre così, ma a volte i medici - del San Mungo, stavolta - infarcivano le visite con rassicurazioni e consigli.
Inoltre, Ron e Hermione, avevano preso l'abitudine di andare a letto presto, on modo da svegliarsi riposati e non fare faticare il figlio.
Queste occupazioni, tuttavia, avevano un secondo fine.
Il sesso del bambino.
Ron e Hermione non avevano ancora chiesto se fosse un maschietto o una femminuccia, perché avevano paura di ri avere un maschio.
Paura, perché tornare nei negozi dove avevano comprato le tutine per Arthur per un altro bambino avrebbe riportato a galla il loro dolore.
In più c'era la questione del nome.
Come lo avrebbero chiamato se fosse stato un maschio?
Arthur Harry di nuovo?
Ron ne dubitava.
Per questo, sia lui che Hermione, speravano in una femminuccia quando andarono a fare la visita.
Hermione era al sesto mese: non potevano sospettare oltre per sapere il sesso del bambino.
"Sei pronta?" Chiese Ron alla moglie.
Hermione si sollevò dal letto, il pancione che pendeva in modo sbilenco curvando la sua linea del corpo.
"Si" disse "sono pronta"
Ron la guardò e sorrise, poi le prese la mano.
A differenza della prima gravidanza, Ron e Hermione non avevano ancora comprato niente, in parte perché avevano le cosa già in casa per via di Arthur, ma nessuno dei due le aveva tirate fuori dai vari armadi e scatoloni dove erano ben nascosti.
E poi, non avevano ancora sistemato una camera, o meglio, la camera.
La cameretta che doveva ospitare Arthur era rimasta chiusa a chiave dall' anno prima, quando Hermione aveva detto che solo così poteva superare la cosa, passare oltre.
Per arrivare alle scale ci passarono davanti, e lo sguardo che Hermione lanciò a quella porta di poteva benissimo riflettere negli occhi di Ron.
Aumentarono la stretta sulla mano dell' altro.
Scesero le scale con attenzione, con Ron che sorreggeva la moglie, e poi si infilarono cappotto e scarpe.
Il rosso aprii la porta e fece passare prima la donna, in un impeto di galanteria.
Hermione gli sorrise, poi entrò in auto, dalla parte del passeggiero. Si passò una mano sul vestito premaman che indossava, e una lacrima le bagnò la guancia: era la stessa che aveva usato quindi era incita del primo figlio. Non se l'era sentita di comprarne una nuova.
Si asciugò velocemnte la guancia e sorrise quando il marito prese il posto al lato del guidatore.
Avevano deciso, di comune accordo, che avrebbero limitato le smateriallizzazioni. Forse così andavano più sul sicuro.
Arrivarono al San Mungo e parlarono al solito manichino.
Dentro, si diressero senza esitazione al sesto piano. Come era successo con la gravidanza di Arthur avevano imparato a conoscere a memoria l'ospedale.
L'unica cosa che non si aspettavano dj vedere era una coppia infido al corridoio di sedie.
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo, poi si sedettero il più lontano possibile da Draco Malfoy e Astoria Greandess-Malfoy.
Hermione tuttavia notò che anche quei due aspettavano un bambino: la donna era incinta all'ottavo mese.
Mentre Hermione la guardava, Draco alzò mi sguardo e incontrò quello della donna incinta. Lui fece una faccia un po' schifata, ma poi fece un brusco cenno di saluto, che Hermione e Ron ricambiarono.
"Weasley?" Un medico uscii dalla porta, e a Ron ricordò in modo incredibile l'ospedale babbano: anche in quello magico c'erano le sedie nel corridoio.
Entrarono e Hermione si sedette sul lettino.
Il medico le passò del gel sulla pancia, che era in tutto e per tutto uguale e quello babbano, e si mise a guardare il mi monitor.
"Allora?" Chiese Ron.
"Oh, sta benissimo"
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo di intesa, e entrambi videro negli occhi dell' altro riflessa la loro stessa decisione.
"E maschio o femmina?" Chiese timorosa ma decisa lei.
Ron le afferrò la mano mentre un improvvisa ansia lo divorava. Sperava che il dottore lo dicesse subito, senza esitazione.
Se fosse stato maschio ?
Se avessero dovuto ripercorre il dolore di nuovo, adesso che ne erano appena usciti?
Se...
"É femmina"
"Ah" si lasciò sfuggire Ron, in una esclamazione sorpresa e sollevata.
"Come avete intenzione di chiamarla?" Chiese io medico mentre Hermione si puliva.
Lei guardò per un attimo Ron.
"Rose" rispose.
"Minerva di secondo nome" intervenne Ron.
"Bello"disse il medico con circostanza, senza particolare entusiamo.
Quando uscirono, Hermione non riusciva a trattenere la contentezza.
"Ti rendi conto, Ron? E una femmina!" Esclamò stritorandigli la mano.
Ron annuii distrattamente.
"Dobbiamo comprare un sacco di cose" proseguii Hermione imperterrita. Iniziò a elencare le diverse cose che servivano e Ron la guardò pensando che gli ricordava terribilmente la ragazzina che a 11 anni era salita sull' Hogwarts Express e aveva imparato tutti i libri a memoria.
Quella ragazzina non era mai scomparsa da Hermione, si era solo assopita, in attesa del momento giusto per tornare in azione.
Il momento era arrivato.
Io viaggio di ritorno fu pieno delle chiacchere di Hermione e degli sguardi che Ron le lanciava sorridendo, anche per non fare notare che non stava ascoltando ciò che la moglie stava dicendo. Sospettava che Hermione non l'avrebbe presa troppo bene.
"Ma che fai?" Hermione interruppe il suo monologo quando notò che il marito stava parcheggiando nel vialetto di casa. "Dobbiamo prendere un sacco di cose! Dobbiamo -"
"Prendere i soldi, prima" la interruppe lui.
Hermione arrossì: non ci aveva pensato.
"L prendo io" Ron le lasciò un bacio a fior di labbra prima di uscire.
Andò in casa e cambiò i soldi magici in quelli babbani.
Rientrò velocemente in macchina, senza degnare di uno sguardo l' unica camera con la porta chiusa.
Hermione gli sorrise raggiante quando lo vide arrivare.
Ron mise in moto e si trovarono di nuovo nella fila di negozi per bambini.
Hermione, con una velocità che non le faceva troppo bene dato il suo stato di donna incinta, si catapultò fuori dalla macchina, quasi correndo verso quei negozi.
Ron la inseguii.
Entrarono in quello con le tutine di tutti i colori e, quarta volta si diressero nella parte rosa.
O meglio, Hermione andò nella parte rosa, con Ron alle calcagna che cercava di inseguirla.
Hermione rimase un secondo a contemplare la vastità di tutine che cantavano da un rosa tenue e a un rosso acceso, poi si gettò a capofitto fra qui vestitini, con l'entusiasmo di una bambina il giorno di Natale , guardata attentamente da Ron, che le sorrideva.
Alla fine Hermione optò per dieci diverse tutine per neonati, sotto lo sguardo a metà fra li scandalizzato e il sorpreso di Ron.
Una volta che ebbero pagato , Ron lanció un occhiataccia alla moglie.
"Erano tutte carine!" Si difese lei "sceglierne una era impossibile!"
Ron alzò gli occhi al cielo, ma stava sorridendo.
Rientrati in macchina, entrambi presero coscienza di quello che aspettava loro all' arrivo.
Riprendere tutte le cose comprare per Arthur.
Ron deglutii e con la andò molto piano con la macchina, per non rischiare di fare qualche incidente, su diceva per convincersi, ma in realtà solo per ritardare il rientro a casa.
Per fortuna, quando scesero dalla macchina incontrarono Harry e Ginny che stavano uscendo di casa.
"Ehi!" Ron si sbracciò per salutare il migliore amico e la sorella.
"Ciao!" Rispose Harry avvicinandosi a loro.
Ron aiutò la moglie a uscire dalla macchina mentre Harry e Ginny arrivavano proprio di fronte a loro. Il primo teneva in braccio il piccolo James.
Notando le buste che Ron aveva in mano, Ginny chiese cosa avessero comparato.
"Vestiti per neonato !" Rispose Hermione entusiasta.
"Quindi sapete se e..." Harry lasciò la frase in sospeso .
"E una femminuccia" rispose Ron.
"Che fortuna!" Esclamò Ginny.
Ron guardò la sorella e ghignò .
"E il vostro Albus Saverus come sta?" Chiese, calcando paritocolarmente il nome del bambino: non approvava la scelta dei genitori di chiamarlo a quel modo.
"Sta benissimo" disse Harry, che non sopportava quando Ron esprimeva giudizi sulla scelta dei nomi.
"Dobbiamo andare,adesso" disse Ginny.
Salutò velocemente la migliore amico e il fratello e, insieme al marito scomparvero alla vista di Ron e Hermione, inghiottiti dall'oscurità della notte di novembre.
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo, poi entrarono in casa.
Accesa la luce si scambiarono uno sguardo, poi fu Ron a riaprire l'armadio dove estrasse un seggiolone azzurro e un passeggino del medesimo colore.
Velocemnte Hermione sfoderò la bacchetta. Pronunciò un incantesimo sconosciuto a Ron e il seggiolone e il passeggino diventarono di un rosa tenue.
"Complimenti" le disse Ron sorridendole.
Hermione cercò di fare una faccia altrettanto felice, ma il pensiero di quello che la aspettava di sopra la spaventava a morte.
Ron le andò vicino e le prese la mano.
"Insieme" le disse semplicemente.
Hermione annuii e salirono le scale.
Si trovarono davanti alla porta che non aprivano da quasi due anni.
Si guardarono negli occhi, cercando la forze in qualcosa famigliare.
Hermione aprii la porta con un colpo di bacchetta.
"Deve per forza stare qui" le disse Ron.
Hermione annuii, poi, con un groppo in gola , levò la bacchetta.
Fu cine passere un pennello gigante: pareti e culla cambiarono immediatamente colore, diventando di rosa-lilla, molto bello.
Hermione si guardò intorno , cercando di non dimenticare come la camera era in precedenza.
Non voleva che Arthur,uscito dalla sua vita troppo presto , uscisse anche dai suoi ricordi.
Ron le andò vicino, abbracciandola da dieto.
Le baciò il collo.
"Sarà diverso" le sussurrò all'orecchio.
Aveva ragione.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora