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Harry's pov

Il dolore che mi spacca la testa stamattina è insopportabile, sento le tempie pulsare e il peso di un macigno sul collo.
La luce che filtra dalla finestra si conficca nelle pupille come un ago, abbasso lo sguardo massaggiandomi la pelle accanto agli occhi in cerca di sollievo.

Tutto l'alcool che ho ingerito ieri sera mi ha reso decisamente un cadavere questa mattina, mi ha travolto come un pugno stendendomi, non sono proprio abituato.

Mi alzo dal letto a fatica, vado in bagno e mi infilo sotto al getto dell'acqua tiepida, cercando il miracolo.

Chiudo gli occhi lasciandomi accarezzare dalle gocce d'acqua, sospiro rilassandomi e scacciando la stanchezza, cercando di riacquistare le forze per affrontare questa giornata.

Ignoro i pensieri che si affacciano prepotenti nella mia testa, quelli dove Louis mi guarda, dove Louis mi sfiora, dove Louis mi provoca, dove Louis incastra i suoi occhi nei miei.

È capace di penetrarmi solo con quelli.

E fa male, perché il mio corpo non desidera altro.

Cerco di ignorare anche il pensiero dei boxer e delle lenzuola che mi avvolgevano poco fa, bagnati e sporchi del frutto dei miei sogni.

Mi sento come un fottuto ragazzino, in balia della sua crush più grande, perché dev'essere tutto così diffile?

Mi preparo e scendo nel ristorante per fare colazione.
Non appena prendo posto a un tavolo, noto che Louis è già seduto in fondo alla sala, con una tazza di caffè e il quotidiano in mano.
Abbasso lo sguardo cercando di ignorarlo, ma lui mi vede e mi fa cenno di raggiungerlo.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo, non ho voglia di altri battibecchi, non li reggerei questa mattina.

Decido comunque di avvicinarmi e di fare colazione con lui, sperando stia zitto il più possibile.

"Buongiorno dolcezza, dormito bene?" mi domanda ironico, la mia faccia parla da sola, sono uno straccio.

Non rispondo ma mi accomodo, infilando gli occhiali da sole per proteggermi dalla luce che sta trafiggendo i miei occhi e il mio cervello.

"Ti va bene come risposta?" gli dico.

Louis ride, mentre mi versa una tazza di caffè e me la porge con un croissant accanto.

"Devi essere contento che questa mattina ti faccia male solo la testa... se non fossi intervenuto ieri sera probabilmente a quest'ora ti farebbe male anche qualcos'altro" dice il liscio con un sorriso beffardo in volto.

"Ma se mi hai mollato sul pianerottolo dopo avermi provocato per l'ennesima volta!" sbotto cominciando ad agitarmi.

"Mi riferivo ad Alessandro"

"Oh, beh, tranquillo, non ci sarei mai andato a letto"

"Sicuro? Non sembrava così quando siete usciti dall'ascensore"

"Sì sono sicuro, e ora fai silenzio per favore, ho la testa che mi scoppia" rispondo deciso, mentre mescolo continuamente il caffè con il cucchiaino, appoggiando la tempia sul palmo della mano.

Louis mi fissa perennemente con quel suo sguardo di ghiaccio, facendomi sentire sempre in soggezione.

"È solo un caffè, dolcezza, non impazzirà come la maionese se smetterai di mescolarlo"

Sbuffo lasciando cadere il cucchiaino, prendendo un sorso della bevanda scura, divenuta ormai fredda.

"Senti Louis, basta, non ce la faccio più a continuare così" dico lasciando cadere le braccia ai lati del mio corpo, alzando lo sguardo e puntandolo dritto su di lui, togliendo gli occhiali.
Questo tira e molla continuo ci sta logorando.

Touch of silk - Larry Stylinson F. F. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora