Un bacio mancato

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Ci siamo allontanati dallo stadio del quidditch, ci siamo smaterializzati in camera di Sev e abbiamo preso posto sul divanetto davanti al camino, rigorosamente acceso.
-Bethany, che idea ti sei fatta di me in questo primo mese?
Sii sincera, ti prego-

Sentivo molta paura nella sua voce, quasi terrore. Mi toccava anche tranquillizzarlo? Mi auguro di no, non sono così brava.
-Ecco, io... non credo che tu sia la persona che tutti descrivono. Non sei arcigno, cinico e prepotente, almeno non con me.
-Cosa vedi allora?
-Una persona che in passato ha sofferto tanto, troppo, addirittura più di me. Una persona che ha deciso di mostrare la parte peggiore di sè stessa, perchè è consumata dal rimorso.
Una persona...che ha solamente bisogno... di amare... ed essere amata. Davvero-
Lui mi ha sorriso, io pure. E lui mi ha preso la mano. 

-Dopo quanto successo a Lily, non ho più provato ad avvicinarmi ad una donna. Poi sei arrivata tu. Inizialmente, avevo paura ad esternare i miei sentimenti, perchè non avevo idea se fossi quella giusta o no. Non volevo commettere lo stesso errore.
-E secondo te io sono quella giusta? Sincero, eh.
-Sì, sei tu, Bethany. Ti amo-
Gli ho mormorato la stessa cosa, sorridendo.

A quel punto io ho fatto per baciarlo, ma proprio mentre ero a mezzo centimetro dalle sue labbra... hanno bussato alla porta.
Ma santa Fiona Goode.
-Forse è meglio se te ne vai, non vorrei pensassero male, vedendoti qui.
-Non è successo niente, cosa dovrebbero pensare?
-Ascoltami, non rischiamo, ok? Vai, ti prego. ARRIVO, ARRIVO, UN ATTIMO! COSA VOLETE?!-
Mi sono teletrasportata nella mia stanza e ho pensato a quanto era appena accaduto. Se solo non ci avessero interrotto...

Avevo ragione: tra me e Sev c'è stato non un colpo di fulmine, ma un'intera scarica elettrica.
Ora però veniva la parte difficile, ovvero nascondere questa relazione a tutta la scuola, o meglio, a tutti gli studenti.

Non volevo assolutamente che succedesse un casino nucleare come quello in cui ero stata coinvolta al mio 4 anno ad Alphedra, quando, durante un ballo, un ragazzo si innamorò di me e iniziò a stalkerarmi, a pressarmi e tentò pure di violentarmi, al ballo di natale. E come è finita poi, vi starete domandando?
Io l'ho ucciso, per legittima difesa, con una pietrificazione permanente.
Non me ne fregava una sega nulla se fosse il ragazzo più popolare della Red Fontaine, la scuola per maghi vicino alla nostra. Non mi ricordo manco il suo nome.

Nascosi il corpo talmente bene, che lo ritovarono solo alla fine dell'anno, e non si chiesero mai chi fosse stato.
Era solo un pezzo dell'inferno che ho vissuto ad Alphedra,  come studentessa, in questo caso. Perchè di quello che mi è accaduto come prof... meglio sorvolare.   

Purtroppo, se ho deciso di licenziarmi da Alphedra e lasciare l'America, è stato per questo, e non solo, lo scoprirete man mano che andrete avanti a leggere...

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