Giselle colpisce ancora

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Crystal aveva i capelli neri, lunghi poco oltre le spalle, gli occhi color ghiaccio e una vocina sottile. Siamo andati incontro a Minerva, che ha sussurrato alla bimba: "Vai a salutarli."
Lei ha capito ed è corsa verso di noi:
-Ciao mamma, ciao papà- ci ha detto Crystal, abbracciandoci.
Dire che eravamo al settimo cielo era nulla, eravamo al ventesimo, come minimo! E quando l'ho guardata meglio, mi sono resa conto che assomigliava moltissimo a suo padre, ma aveva i miei stessi occhi, originali. Il suo carattere... l'avrei scoperto piano piano.

Minnie si è quasi commossa a vedere quella scena, e pure Florentia. Si sono entrambe raccomandate di riportarla da loro tra un mese esatto. Stava tutto a noi ora.
Mi sono seduta in riva al lago, con la bimba, per cominciare.
-Mamma, ma chi era quell‘anziana signora vestita di verde, coi capelli grigi?
-Si chiama Minerva- le ho spiegato- è come una madre per me.
-Ah, quindi è la mia nonna?
-Proprio così. Ed è anche la preside di Hogwarts, dove insegniamo io e papà.
-Forte. Ma cos’è Hogwarts?-
E lì non sapevo come risponderle. Io non conoscevo così bene Hogwarts, non ci ho passato tutta la mia vita.

-Lo chiedo a papà?
-Sì è meglio. Io non saprei raccontarti tutto...-
Crystal si è alzata e ha raggiunto Sev, che era seduto sul dondolo in veranda (voluto da me) a leggere un libro.
-Papà, cos’è Hogwarts?- gli ha chiesto Crystal.
Lui ha sorriso, l’ha sollevata da terra, l’ha fatta accomodare sulle sue ginocchia, le ha dato un bacetto sulla guancia e ha iniziato a raccontare.

Nel frattempo, un dubbio mi ha assalito: dove avrebbe studiato Crystal, se ad Hogwarts c’eravamo noi?
Mi ci sono volute due settimane per pensare alla soluzione, poi mi sono ricordata che Alphedra, ora completamente ricostruita, si trovava dall’altra parte del lago nero. E la direttrice era la mia migliore amica. Avrei potuto rivolgermi a lei.
Speriamo bene...

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12 Luglio, GISY STAI ZITTAAAAAAAA!

Ok era ora della verità, dovevo prendermi quel rischio. Giselle sarà pazza, ma ho bisogno di lei, in questo momento.

Una volta lasciata la bimba con Sev, sono tornata in camera, ho indossato il mio abito serpeverde (era attillato sì, ma mi entrava alla perfezione) mi sono materializzata davanti alla scuola delle fate: era diventata tre volte più grande rispetto alla precedente, e a quanto pare, accoglieva fate e maghi. Avete presente il castello della Disney. Ecco, è uguale, ma rosa.

Thunderia, invece, era rimasta nell’Iowa, e ora è diventata una scuola non più volta a creare streghe oscure e malvagie, ma semplici streghe. Oh, almeno quello,

Quando sono apparsa, ho sentito subito un silenzio allucinante, ma essendo luglio, la scuola era deserta, non potevo stupirmi chissà quanto. C’era solo una gigantesca finestra spalancata, ed era quella dell’ufficio di Giselle. Ho volato fino al balconcino, e l’ho chiamata.
-Gisy, che combini ancora qua? Non vai in vacanza?-

Lei, stranamente, si è girata subito, mi è corsa incontro e mi ha abbracciato:
-Betha, è vero quello che ho sentito in giro?
-Cosa intendi?
-Che tu e il pincipe oscuro avete avuto una bambina, tesoro!-
Ok, CHI CAZZO GLIEL’HA DETTO?!
Vabbè, lasciamo stare.

Gisy mi ha trascinato davanti allo specchio, euforica.
-Guardati, Betha! Sembra proprio che la gravidanza non ti abbia nemmeno sfiorato!
-Beh, capirai, ho...
-Dico davvero, sei uguale identica a prima! Non hai preso mezzo grammo! Fosse successo a me, sarei ingrassata minimo dieci chili, se non di più.
-Lasciami spieg…
-Svelami tutto ti prego!
-GISY, PORCA TROIA, TI STAI ZITTA E MI LASCI SPIEGARE?!-
Silenzio improvviso.

Giselle è quel tipo di persona che passa dal farti partire i neuroni, perchè ti tempesta di domande, al mutismo assoluto, quando tu le sbrocchi addosso. Potrebbe evitare di comportarsi così, ma... non ci riesce, e a me tocca sopportarla.

Le ho raccontato della cruciatus liquida scambiata per succo, del fatto che avevo passato una giornata intera in coma al San Mungo, dello spavento alla vista della bambina, nata così presto… lei ha riso, all’inizio (“mamma mia, solo tu potevi bere tutto d’un fiato un intruglio simile! Tracy non ti ha insegnato proprio nulla! “), ma man mano che proseguivo col racconto, la sua espressione cambiava e diventava sempre più buia.
Io non gliel'ho mai detto, ma lei è una rosicona invidiosa patentata, che vorrebbe tutto ciò che hanno gli altri, per non impegnarsi ad averlo lei.

-Betha, renditi conto che tu hai superato di tutto nella tua vita: cinque anni di bullismo, taaante prese in giro da parte dei tuoi alunni, un basilisco nella scuola, un torneo mortale, una battaglia tremenda, un matrimonio... ora hai pure partorito senza morire, puoi affrontare qualunque cosa! Fossero capitate a me, ste cose...
-Gisy... mi è andata di culo, per il parto. Se non mi avessero preso in tempo sarei morta lo stesso.
-L'importante è che tu sia qui, ora... non avrei sopportato di perdere l'unica amica che ho-

Ho scosso la testa, sorridendo. Giselle non sarebbe mai cambiata, ma di certo non avevo ancora visto tutte le cazzate che avrebbe combinato, negli anni successivi.

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