PROLOGO

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Fine agosto, 2014

Quella mattina si era svegliata con una forte voglia di pizza, voglia che aveva continuato ad assillarla per tutta la giornata: le sembrava di sentire costantemente sotto le sue narici l'odore della mozzarella e dell'origano che la invitavano ad infrangere i suoi buoni propositi di resistere a quelle tentazioni poco salutari. Aveva tentato di distrarsi uscendo di casa per andare a fare una passeggiata e magari anche un bagno in mare; ma quando abiti in un paesino ligure e l'odore della salsedine, unito a quello del pane e della focaccia appena sfornati, pervade le vie del paese non è detto che sia la soluzione migliore.

Forse avrebbe dovuto starsene in piscina, chiamare qualche amica per confidarsi e raccontarle quello che le stava succedendo.

Ma poi si era ricordata di non avere più amiche. Ci sarebbe stata un'unica persona con la quale avrebbe potuto parlare, ma era certa che chiunque avesse ascoltato la sua storia avrebbe finito per giudicarla e, anche se non avesse espresso a parole la propria disapprovazione, l'avrebbe comunque letta nel suo sguardo.

E l'ultima cosa che voleva era leggere il disgusto sul volto di una persona.

Passeggiò più e più volte lungo la spiaggia semi deserta in quella mattina di fine agosto sotto un cielo cupo che rendeva il Vecchio Porto del luogo ancora più minaccioso. Il mare quel giorno era agitato, ma stranamente non c'era nessun surfista in giro, sembrava che tutti fossero ancora assopiti nei loro letti. Tutti tranquilli mentre nella mente della ragazza si scatenava il panico.

Eppure nessuno avrebbe mai sospettato del suo profondo stato d'ansia perché camminava in modo calmo e i suoi occhi scuri avevano da tempo imparato a celare bene il suo stato d'animo.
Aveva solo sedici anni ma già sapeva come fingere che andasse tutto bene. Forse era addirittura troppo brava. Se qualcuno fosse riuscito ad intuire che qualcosa non andava in lei forse sarebbe stato più facile... o forse no.
Era un'ipotesi troppo astratta e ricca di "se" per poterci ragionare sopra.
E l'unica cosa sulla quale voleva ragionare in quel momento era se fosse meglio tagliare la pizza con la rotella o con le posate.

"No, devo resistere" si ripeté nella mente vedendo una ragazza seduta su una panchina intenta ad addentare un pezzo di focaccia.

"Vabbè ma stai camminando da ore" ribatté un'altra vocina "puoi concederti una pizza".

E il tempo passava mentre lei restava incapace di trovare una soluzione per risolvere quello che sarebbe dovuto essere il minore dei suoi problemi.

Probabilmente fu il suo inconscio a decidere perché verso le 13 si ritrovò davanti all'entrata della sua pizzeria d'asporto preferita.
Era un locale che avevano aperto da poco, un posto giovanile pensato per mangiare qualcosa al volo senza spendere molto. Si trovava in una viuzza che finiva per immettersi sulla strada principale del centro storico del paese e, quando lo aveva scoperto, era stata subito ammaliata dal profumo di pizza che emanava quel locale.

"Vaffanculo, con tutto quello che mi è successo me la merito una pizza" sentenziò aprendo con sicurezza la porta d'ingresso.

Quando ordinò una margherita fece molta attenzione a non guardarsi nello specchio che era posizionato vicino al frigorifero con le bibite: da mesi detestava il riflesso della sua immagine, la faceva sentire una completa nullità.

Sapeva che dopo aver mangiato il suo piatto preferito si sarebbe odiata ancora di più, ma in quel momento contava solo il presente.

Dopo aver pagato tornò di corsa a casa e si precipitò davanti al suo computer portatile per controllare se qualcuno le avesse scritto. Nessun messaggio.
Quel bastardo aveva deciso di scomparire con la stessa rapidità con la quale era entrato nella sua vita.
Estrasse dalla libreria il suo libro preferito e iniziò a sfogliare le pagine finché non trovò la foto, quella che avevano scattato insieme pochi giorni prima.
Studiò il volto del ragazzo sorridente sdraiato accanto a lei: non aveva nulla a che fare con l'espressione seriosa che aveva impostato come immagine del profilo.

Rimase per qualche secondo a fissare come un'ebete lo schermo, come se guardare intensamente la schermata con la loro conversazione potesse far comparire un nuovo messaggio. Ovviamente non accade nulla.

Così portò il computer e la pizza sul terrazzo e iniziò a tagliere quell'ultima con il coltello, incidendola con una violenza decisamente eccessiva per quel sottile strato di pasta, tanto che i segni dei tagli si trasferirono anche sul cartone sottostante.
Era profondamente arrabbiata con sé stessa perché di colpo aveva perso qualsiasi obiettivo.
Non sapeva quale sarebbe stato il suo destino, che cosa avrebbe fatto quando sarebbe dovuta tornare a scuola, che cosa avrebbe detto ai suoi genitori.

E la cosa che la mandava in bestia era la consapevolezza che quello non era un problema solo suo, ma anche della persona che da ore non le scriveva più. Aveva stupidamente creduto che avrebbero affrontato insieme quella situazione e invece si era ritrovata sola.

Terminato il suo pranzo stette ad osservare la vista dal suo balcone: da quella posizione riusciva a vedere il mare ma anche l'abitazione di quell'infame che, probabilmente, in quel momento se ne stava tranquillamente sdraiato sul divano.

<<Io lo voglio rovinare>> disse a voce alta, tanto sapeva che nessuno l'avrebbe sentita.

Già, ma come fare? E, soprattutto, incasinargli la vita l'avrebbe fatta sentire meglio?

Non lo sapeva, ma era certa che buttare fuori tutto quello che aveva dentro sarebbe stato terapeutico.

Così si mise a scrivere di getto, e quella fu la sua salvezza.

"Ho provato in tutti modi a contattarti per spiegarti la situazione. Ero convinta che insieme avremmo potuto trovare una soluzione, e avevo questa certezza perché tu una volta mi hai assicurato che per me ci saresti sempre stato.
Avrei dovuto intuire che quella era solo una frase di circostanza, una delle tante, detta solo per fare colpo senza però l'intenzione di prenderti un reale impegno.
I tuoi giuramenti hanno lo stesso valore delle promesse di fedeltà fatte dai marinai prima di partire per un viaggio senza ritorno.
Sono parole al vento.
Adesso mi ritrovo da sola, proprio nel momento in cui avrei più bisogno di te. Ho pensato a come procedere, a come farti ragionare ma solo ora mi rendo conto di come con te sia tutto inutile.
Così ho deciso di scrivere TUTTO in modo che TUTTI possano sapere quello che è successo tra noi realmente. Parlerò di come ci siamo conosciuti, della complicità che si è subito instaurata tra di noi, delle nostre passeggiate, di tutte le volte che mi hai baciata.

Mi hai obbligata a vivere la nostra relazione di nascosto solo perché tu non trovavi il coraggio di raccontare la verità alla tua fidanzata. Ma ora mi sono stancata di vivere nell'ombra.

Non avercela con me, ma preditela piuttosto con te stesso perché sei stato tu trascinarmi fino a questo punto."

E iniziò a scrivere, presa da una frenesia che non aveva mai sperimentato prima di allora: era come se le sue dita sapessero che cosa digitare prima ancora che le parole comparissero nella sua mente. Era automatico come respirare. Così indispensabile da sfuggire quasi alla sua volontà.

Si dovette interrompere solo quando si accorse che il suo cellulare continuava a vibrare ininterrottamente. All'inizio pensò che potesse essere lui, ma quando lesse il nome sul display del telefono anche quella piccola speranza andò in frantumi.

<<Che c'è?>> rispose irritata.

<<è successo un casino ieri notte>> disse la voce dall'altra parte <<Dicono che sia morta una persona>>


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#ANGOLO DIBATTITO 

Ciao a tutti e grazie per aver letto il prologo della mia storia (ammesso che qualcuno lo leggerà mai).

Ad ogni modo, spero che questo inizio vi abbia incuriositi e che vi invogli a proseguire nella lettura. Parallelamente al "romanzo" ho deciso di creare anche questo spazio (che non ci sarà in tutti i capitoli per non diventare troppo assillante) dove io vi farò delle domande o farò delle riflessioni su quanto ho scritto. Credo sia un buon modo per scambiarci le nostre opinioni e rendere più interattiva la storia. Infondo è proprio questo il bello di wattpad! Quindi se avete commenti, appunti, consigli scriveteli pure e, se il prologo vi è piaciuto, lasciate una stellina. Grazie mille!!!



La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora