CAPITOLO 12

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<<Ehi?>> la richiamò Federico sventolandole una mano davanti agli occhi << Ti sei incantata di nuovo o mi stai fulminando perché ho detto qualcosa di sbagliato?>>

<<Non hai detto niente di sbagliato>> lo rassicurò <<Sono quasi le 11 e se volete fare un bagno credo che dovremmo alzarci da qui>>

Non voleva stare un altro secondo in quel posto con il rischio di fare altri spiacevoli incontri, così prese sua figlia per mano e li condusse verso la spiaggia di Castel Ligure.

I tre erano riusciti ad intravedere il mare dall'alto, mentre percorrevano in auto i tornanti tra le colline, ma era stato solo un rapido scorcio, troppo breve per apprezzare a pieno la bellezza del Mar Ligure.

La spiaggia non distava molto dalla pasticceria, bastava percorrere quella stessa via per un altro paio di minuti e ci sarebbe trovati davanti all'ingresso dello stabilimento balneare più rinomato del posto.

<<Questi sono i bagni dove andavo da piccola>> spiegò loro con una punta di nostalgia <<La mattina non appena aprivano i cancelli mi fiondavo nella cabina per mettermi il costume e mi ricordo che c'era quasi sempre un bagnino antipatico che non mi salutava>>

In realtà quell'uomo salutava solo le signore tra i trenta e i quarant'anni, a loro non solo riservava tutte le attenzioni del caso ma spendeva anche molto tempo a raccontare vari pettegolezzi sugli altri clienti, che Chandra ascoltava ogni volta di nascosto. Era sempre stata attratta dai racconti.

Quelli erano stati i momenti migliori della sua infanzia, quelli in cui aveva avuto la sensazione di poter fare tutto quello che le passava per la testa: non aveva orari, impegni da rispettare, nessun dovere, poteva fare quello che le andava quando le andava. Era libera.

<<Vi trattavate bene, insomma>> commentò Federico.

<<Erano i miei genitori a finanziare la vacanza>> specificò facendogli l'occhiolino <<Direi che per questi due giorni noi potremmo anche accontentarci della spiaggia libera>>

<<Umile>>

<<Insomma!>> s'impuntò Ariel sbattendo i piedi << Io voglio fare il bagno>>

<<Va bene, va bene. Vi faccio vedere dov'è l'entrata della spiaggia libera>> disse costeggiando la spiaggia verso destra.

Andando in quella direzione si aveva il mare da una parte e uno splendido giardino comunale dall'altra: c'era moltissimo spazio verde attrezzato apposta per far scatenare i bambini, mentre i genitori potevano osservarli prendendo un caffè al chiosco.

Ariel ovviamente però non era minimamente interessata al parco giochi ma a trovare l'ingresso per la spiaggia: non appena vide la scalinata che permetteva di scendere proprio in quel luogo si mise a correre trascinandosi ancora una volta dietro i suoi giocattoli che sbattevano di qua e di là sugli scalini. Con quel sacco sulle spalle sembrava un Babbo Natale in versione femminile ed estiva.

E fu così che Chandra e Federico trascorsero tutta la giornata a giocare con la sabbia insieme ad Ariel e ad accompagnarla nei suoi bagni in mare. Il ragazzo in particolare si inventò giochi mai visti prima per non farla mia annoiare in acqua, mentre la madre (che si era rifiutata categoricamente di mettersi in costume) l'aiutò a costruire un castello fortificato da delle mura di sabbia per poi iniziare a raccontarle delle storie sugli abitanti di quella costruzione.

La bambina rimaneva sempre incantata nell'ascoltare le favole che la madre s'inventava sul momento per lei: a Chandra sembravano tutti racconti piuttosto banali ma sua figlia, inspiegabilmente, l'ascoltava con grande attenzione, facendo anche delle domande.

<<Mette di buon umore questo posto>> commentò Federico disteso al sole con i capelli gocciolanti. 

<<è vero. Tutto emana positività>>

Ogni dettaglio di quel luogo sembrava voler trasmettere gioia, solo che spesso gli esseri umani erano troppo presi dai loro problemi per prestare attenzione. Era tutta una questione di predisposizione mentale.

Si erano fatte ormai le 18 quando Federico propose di fare un rapido aperitivo per godersi il tramonto per poi ritornare poi a casa.

<<C'è un bel bar che ha proprio una terrazza>> gli disse Chandra <<da lì si dovrebbe vedere bene il tramonto>>

<<Mi fido di te>>

<<Non ti deluderò>>

Difatti su quella terrazza sembrava quasi di essere sospesi sopra al mare mentre si veniva inondati dalle mille sfaccettature di uno dei tramonti che solo Castel Ligure sapeva regalare. Lì ogni cosa sembrava essere messa al servizio della bellezza naturale: tutto ruotava intorno al mare ed aveva il compito di esaltarlo. Guardare quell'immensa distesa d'acqua davanti a sé con la consapevolezza che alle proprie c'erano le montagne, che avvolgevano la baia in un solido abbraccio, avrebbe fatto sentire chiunque al sicuro.

<<è meraviglioso>> commentò il ragazzo, togliendosi gli occhiali da sole per ammirare lo spettacolo.

Chandra si rese conto però che in quel momento il volto di Federico non era del tutto rilassato, anzi sembrava estremamente teso e lui, al contrario di lei, non era molto bravo a fingere.

<<Stai bene?>> gli chiese perplessa.

<<Mm, diciamo di sì>> rispose a disagio <<è che vorrei dirti una cosa ma non so quale sia il momento migliore>>

Si rese anche conto che Ariel lo stava osservando trattenendo a stento un sorrisetto sotto i baffi; che cos'altro avevano combinato quei due?

<<Non dirmi che a casa hai messo di nuovo la mia maglia bianca di Armani in lavatrice insieme ai tuoi jeans?>> domandò sconsolata.

<<No, no. Dopo l'ultima volta i tuoi vestiti non li tocco più>>

<<Dai Fede!>> intervenne la bambina dandogli un paio di pacche sulla spalla.

<<Grazie per il supporto morale Ariel>> la ringraziò lui facendo un profondo respiro.

<<Dunque, lo sai che io non sono bravo come te con le parole quindi potrei non usare proprio i termini corretti ma, per favore, concentrati sul concetto e non sulla forma>>

<<Sì tranquillo, non ti giudicherò per il tuo italiano>> scherzò lei nel tentativo di alleggerire la tensione.

<<Noi ormai ci conosciamo da più di cinque anni e, se ripenso al modo in cui ci siamo incontrati, è difficile pensare che non sia stato per volere del destino. Quando ti ho conosciuta non avrei mai pensato che avessi solo diciassette anni... non perché sembrassi più vecchia ovviamente, ma perché eri più matura della maggior parte delle ragazze della tua età... Ehm,  dov'ero rimasto?>>

<<Stavi parlando del destino>> gli ricordò Chandra sempre più divertita.

<<Giusto, giusto. Quindi, io credo che in questi anni ne abbiamo passate tante insieme: ci siamo divertiti, abbiamo litigato , abbiamo fatto pace, siamo cresciuti insieme e siamo rimasti sempre uniti. Per questo motivo penso che sia arrivato il momento di fare un altro passo importante insieme>>

Federico si alzò di scatto dalla sedia e si posizionò in ginocchio davanti alla sua fidanzata che lo stava guardando con gli occhi sbarrati. 

Era solo incredulità o anche spavento?

Nel frattempo anche altri clienti del locale avevano capito quello che stava succedendo e stavano osservando con invidia quella bella e giovane coppia di fidanzati. Probabilmente molti erano convinti che la bambina fosse figlia di entrambi.

<<Ariel>> la chiamò Federico allungando la mano, come in attesa che gli passasse qualcosa.

La bambina si affrettò a frugare nella sua borsetta ed estrasse una scatolina azzurra 

che Federico poi aprì davanti a Chandra.

<<Chandra Ferrari mi vuoi sposare?>>

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora