CAPITOLO 10

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<<Ho preparato le vostre camere, la piscina e se volete posso cucinarvi qualcosa per colazione o per pranzo>>

<<Piacere di conoscerla, signora Rossi>> ricambiò Chandra stringendole la mano << È stata molto gentile ma pensavo di portare mia figlia e il mio fidanzato a fare una passeggiata per il paese>>

<<Mi sembra un'ottima idea>> approvò Federico <<E dopo potremmo andare direttamente in spiaggia e mangiare qualcosa al volo>>

Solo in quel momento si rese conto che Federico aveva guidato con già addosso il costume da bagno al posto dei pantaloni, non doveva vedere l'ora di tuffarsi in acqua.
Meglio così, preferiva passare meno tempo possibile in quella casa.

<<Come preferite>> sorrise dolcemente la donna <<Se avete bisogno di qualsiasi cosa io sono qui. Buona vacanza>>

All'apparenza sembrava una signora molto cordiale e gentile, forse la sua presenza lì non celava nessun doppio fine. 

<<Tu passavi sul serio tutte le estati in questo posto?>> le chiese il suo fidanzato continuando a guardarsi intorno sorpreso.

<<Quando ero piccola sì>> confermò << Arrivavo appena finita la scuola, sistemavo le mie cose e poi mi godevo l'estate. Avevo la mia routine: mi svegliavo presto, facevo colazione al bar e prendevo anche la focaccia per la merenda, passavo in edicola per comprare qualche rivista e poi alle nove andavo in spiaggia. Passeggiavo in riva al mare e mi divertivo a raccogliere i sassolini colorati prima di tuffarmi in acqua. Ogni tanto c'era qualche altra bambina con cui giocare... ma io ci stavo bene anche da sola>>

Era una delle cose che rimpiangeva di più di quando era piccola: la capacità di stare bene anche da sola, senza bisogno di nessun altro vicino a lei. Con il passare degli anni aveva iniziato a provare un certo disagio nel non avere dei compagni di giochi. Si sentiva in imbarazzo anche semplicemente nello starsene seduta a leggere un libro in solitudine mentre invece i suoi coetanei giravano in gruppo e si divertivano insieme. Perché tutti trovavano qualcuno con il quale condividere le proprie vacanze mentre lei no? Che cosa c'era di sbagliato in lei? 

<<Eri un'asociale?>> 

<<Probabilmente sì>> ammise Chandra <<Forse un po' la sono ancora>> aggiunse in tono provocatorio.

Il ragazzo alzò le spalle.

<<Alcune volte sì. Quando stai seduta, ferma e in silenzio ho capito che è meglio non disturbarti. Però è normale: sei un'artista, hai bisogno dei tuoi spazi. Voi artisti siete tutti un po' strani>>

Sorrise nel sentire accostare il termine "artista" a lei. Ma preferì sorvolare.

I due si concentrarono piuttosto sul convincere Ariel ad allontanarsi dalla piscina per iniziare a passeggiare tutti e tre insieme per le vie del paese.

Era solo l'inizio di giugno ma il paesino brulicava già di turisti che affollavano i bar e le stradine: di tanto in tanto si vedevano passare anche motorini e ape car che si facevano largo a fatica tra i pedoni. C'era fermento, ma non era nemmeno lontanamente paragonabile al caos esasperante della città. Lì tutta la vita procedeva in modo calmo, nessuno si affannava eccessivamente... forse era per l'influenza benefica del mare.

<<Da dove inizia il nostro tour?>> chiese Federico prendendo Ariel sulle sue spalle.

<<Direi che possiamo andare a fare colazione nella mia pasticceria preferita>>

<<Approvo>>

Il suo ragazzo era un amante del salato, ma anche quando si parlava di dolci non si tirava indietro; poteva permettersi di mangiare praticamente qualsiasi cosa mantenendo sempre un fisico asciutto.
I misteri del corpo umano.

La pasticceria alla quale si riferiva era una delle più rinomate e antiche del posto: doveva essere stata fondata agli inizi del '900 e al suo interno conservava ancora i tavolini originali tipici dei caffè di inizio secolo. Tavoli e sedie in legno lavorati a mano erano disposti sia all'interno del piccolo locale sia al suo esterno. L'accoglienza non era quasi mai delle migliori, soprattutto nelle mattine di agosto quando la coda di clienti in attesa di essere serviti si faceva chilometrica. Ma anche in quelle circostanze le bariste non si affaticavano troppo.

Tanto sapevano che i clienti avrebbero aspettato pazientemente il proprio turno per assaggiare i loro dolci perché ritenevano, senza peccare di modestia, che fossero i migliori del posto.

Come previsto anche Federico e Ariel rimasero incantanti nel vedere quell'antica vetrina ricca di dolci, brioche e bomboloni di tutti i tipi. Avrebbero assaggiato tutto se avessero potuto.

<<Io vi consiglio di provare il bombole alla nutella>> disse captando la loro indecisione e indicando i krapfen ricoperti dalla granella di zucchero.

<<Vada per i bomboloni>> acconsentì il ragazzo ordinandone uno anche per Ariel.

Chandra invece si limitò a prendere un caffè macchiato.

<<Tu non abbandoni mai la dieta>> la prese in giro Federico con la bocca tutta sporca di nutella e zucchero.

<<Ho ancora una dignità e poi preferisco tenere posto anche per il resto>> rispose lei mentre veniva avvolta dall'odore quasi irresistibile di quei bomboloni.

<<Saresti stata una compagna perfetta in tempo di guerra o di carestia: mangiando così poco ci sarebbe rimasto molto più cibo per me>>

<<Sei proprio sicuro che avrei ceduto a te il mio cibo?>> domandò alzando un sopracciglio.

<<Sì, perché infondo sei una persona altruista>>

<<E tu sei un ingordo>> sospirò lei tornando a fissare il cibo del ragazzo.

I krapfen erano esattamente gli stessi che mangiava quando era piccola insieme al suo immancabile bicchiere di latte e cacao; non riusciva proprio a iniziare la giornata senza prima introdurre nel suo corpo quella bomba calorica.

Quel bombolone, in particolare, era come una droga per lei: al centro straripava di farcitura al cioccolato, racchiusa all'interno di un impasto fritto, a sua volta ricoperto da un diluvio di zucchero. Sulla sommità era presente così tanto zucchero che risultava impossibile mangiare quella delizia senza sporcarsi le mani o sparpagliare la granella bianca per il tavolo.

<<Non ci credo che tu mi abbia tenuto nascosto un posto come questo, questi bomboloni sono la fine del mondo>>

Chandra sorrise nel vedere sia il suo fidanzato sia sua figlia mangiare così di gusto. Quel posto stimolava automaticamente l'appetito; era impossibile fare ritorno a casa senza aver preso almeno un paio di chili.

Si stavano tutti e tre godendo la loro colazione quando l'espressione di Chandra cambiò di colpo nel vedere entrare in pasticceria una ragazza dalla folta chioma bionda.
Avrebbe riconosciuto quella figura tra mille perché c'era qualcosa che la rendeva differente dal resto della popolazione umana: forse era il suo sguardo indecifrabile... o forse il suo atteggiamento. 

Quando l'aveva conosciuta aveva pensato che fosse uno sguardo di superiorità selettivo, come se, grazie ad un'unica occhiata, lei riuscisse a capire chi fosse alla sua altezza e chi no. 

Chi meritasse le sue attenzioni e chi no.

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#ANGOLO DIBATTITO

Buongiorno a tutti e scusate il ritardo ma oggi è stata una giornata... traumatica. Una di quelle in cui ti sembra di non avere più certezze, in cui credi che le basi della tua vita siano andate in frantumi; ma ci si può sempre rialzare. Ammaccati, forse. Ma i lividi servono a non dimenticare degli errori commessi. Comunque...

Nuovo capitolo con il quale spero di essere riuscita a farvi venire voglia di mangiare un buon bombolone al cioccolato! 

I nostri tre amici si stanno godendo (chi più chi meno😂) la loro vacanza: so che non è il massimo parlare di mare in questi giorni di rientro a scuola/ università... ma mi piace l'idea di potervi offrire una piccola via di fuga per ritornare all'estate grazie a questa storia!

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora