CAPITOLO 24

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La mattina successiva quando i due ormai promessi sposi si svegliarono si rivolsero uno sguardo nuovo: per la prima volta non erano più sconfortati all'idea di avere davanti un'intera settimana di lavoro.

<<Non guardare con troppa intensità le parti intime delle tue pazienti>> lo ammonì Chandra.

<<Tranquilla, nessuna reggerà mai il confronto con te>> le assicurò iniziando a baciarla.

<<Fede, dobbiamo andare al lavoro>> gli ricordò tristemente lei <<Mi piacerebbe davvero tanto ma siamo in ritardo>>

<<Giusto>>

Lo osservò alzarsi con addosso solo i boxer per poi dirigersi verso il loro minuscolo bagno. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse piccolo quel bagno.

<<Comincia a pensare ad una data per il matrimonio>> le disse prima di uscire di casa.

<<E se poi dovesse essere una brutta giornata?>>

<<Il giorno prima la cambiamo>> rispose semplicemente lui alzando le spalle.

Conoscendo lui e la sua parlantina avrebbe potuto davvero andare in comune e convincere l'ufficiale a spostare la data. Federico era un avvocato mancato.

Dopo aver portato Ariel all'asilo, come ogni mattina, corse in libreria dove fortunatamente c'era già Alessia che stranamente era arrivata in perfetto orario. Osservò la ragazza chiacchierare amabilmente con i clienti assonati vicini al bancone ed ebbe un ulteriore conferma del potenziale della ragazza. Peccato solo che fosse nata nella famiglia sbagliata.

<<Ciao Ale!>> la salutò entrando nella libreria per aiutarla a servire ai tavoli <<Come va oggi?>>

<<Insomma>> sospirò l'altra. 

"Insomma" era il suo modo per lasciare intendere che stava passando un pessimo periodo. 

A Chandra bastò farle qualche domanda per scoprire che le liti tra i genitori della ragazza erano ritornate ad essere frequenti. Negli ultimi mesi sembrava che le cose avessero iniziato a sistemarsi: suo padre aveva trovato un'occupazione e tutti speravano che il nuovo lavoro potesse portare un po' di serenità in famiglia. Ma poi non gli avevano rinnovato il contratto.

<<Dice che è colpa nostra se l'hanno lasciato a casa>> le confessò <<Che io e mia madre lo stressiamo troppo e che a causa nostra non riesce a lavorare bene>>

<<Ma tu sai che è solo una scusa. Cerca di scaricare la responsabilità su di voi perché non riesce ad ammettere di essere lui il problema. Non devi credere alle sue parole. So che è difficile, ma devi cercare di fartele scivolare addosso>>

<<A volte ho tanta paura di diventare come lui, Chandra>> le confessò triste.

Alessia aveva solo qualche anno in meno di lei ma, nel vederla così vulnerabile, Chandra provò un moto di tenerezza infinita. Le sarebbe piaciuto poter fare di più per quella ragazza, avrebbe voluto essere in grado di salvarla.

<<Non diventerai come lui>> le assicurò.

<<Mia sorella diceva sempre: "Dopo che ti hanno fatto soffrire hai due possibilità. Provocare dolore a tua volta per vedetta o diventare più empatica con le persone per comprendere il loro stato d'animo ed evitare di ferirle. La seconda opzione è la più difficile ma ti rende migliore rispetto a chi ti ha fatta stare male>>

Chandra rifletté su quelle parole, erano molto sagge. Sembravano pensate apposta per lei.

<<Deve essere una persona in gamba tua sorella. Dove si trova adesso?>>

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora