Nel sentire i suoi progetti per l'estate i due ragazzi ebbero reazioni opposte: Federico sorrise soddisfatto, appoggiandole una mano sulla spalla come per complimentarsi della sua decisione, Riccardo invece si limitò a strizzare gli occhi facendoli diventare due fessure scure.
Faceva sempre così quando s'innervosiva.
<<Vi aspetto domani a pranzo, abitiamo in Via Garibaldi, 38. Il palazzo dove c'è lo studio>> disse solamente, senza fare ulteriori commenti.
<<Sì, mi ricordò dov'è>>
Ebbe la conferma della correttezza delle sue ipotesi: lui e Carlotta non si erano staccati dai genitori della ragazza, erano andati ad abitare proprio sopra lo studio di suo padre. Immaginò anche che Federico ora lavorasse per lui, comodo avere l'ufficio proprio sotto casa.
<<Potete venire per le 13>>
<<Va bene, arrivederci>> lo salutò cordialmente Federico mentre l'altro si avviava verso l'uscita passando per una delle portefinestre del salone.
Chandra sapeva che il suo modo di fare bizzarro poteva inizialmente incuriosire chi non lo conosceva. Riccardo per certi aspetti era un personaggio.
Anche lei lo osservò dirigersi verso il cancello d'uscita e, in quel momento, le sembrò di essere ritornata indietro nel tempo.Di essere di nuovo in quel periodo in cui vederlo andarsene da casa sua era diventata un'abitudine. C'erano state volte in cui, prima di uscire, le aveva rivolto uno di quei suoi sorrisi sghembi, altre in cui se ne era andato lanciandole occhiate di fuoco, altre ancora in cui era corso fuori senza nemmeno voltarsi verso di lei. Lui era fatto così: non era mai stato una persona affidabile.
<< Che tipo strano>> commentò Federico <<Come mai vi conoscete?>>
<<Qui a Castel Ligure ci conoscevamo quasi tutti>> rispose vaga andando verso il pianoforte e toccandolo negli esatti punti in cui Riccardo aveva appoggiato le sue mani.
Prima di andarsene aveva chiesto che quel maledetto strumento musicale fosse spostato nello scantinato perché la sua sola vista le dava i nervi. C'erano state giornate in cui avrebbe voluto distruggerlo, magari bruciarlo, come se accanirsi contro di lui l'avrebbe fatta sentire meglio.
Era quasi surreale rivedere quell'oggetto che anni prima le aveva dato tanta pena. Ed era strano soprattutto perché ormai non provava più alcuna emozione.
Ai suoi occhi era tornato ad essere un semplice pianoforte.
Credeva che le avrebbe fatto male rivederlo e invece le era completamente indifferente, forse avrebbe anche potuto riprendere a suonarlo.<<Lui e sua moglie sembrano dei tipi molto snob>>
<<Lo sono>> confermò lei <<Per questo volevo rifiutare l'invito, ma ormai ti sei preso l'impegno>>
Sapeva che Riccardo avrebbe insistito perché lei se ne andasse da Castel Ligure, immaginava anche il motivo, ma era certa che l'indomani non avrebbe fatto scenate. Dopotutto anche lei aveva i suoi assi nella manica.
Forse sarebbe rimasta a Castel Ligure solo per fargli un dispetto.Era stata una sciocca a pensare che ritornando in quel paese avrebbe provato le stesse emozioni di un tempo: il passare degli anni modifica tutto, quello che prima ci sembrava di vitale importanza ora non si è trasformato in qualcosa di superficiale.
E ci rendiamo conto di quanto il nostro struggimento all'epoca fosse eccessivo. Questo non vale per tutto, ma spesso è così.Quando la mattina successiva si preparano per andare a pranzo dalla famiglia Casati quello ad avere dei problemi con i vestiti fu, inaspettatamente, Federico che si maledisse per non aver messo in valigia nulla di elegante. Del resto i piani sarebbero stati altri.
<<Mettiti un paio di jeans e una maglietta>> gli disse Chandra esasperata nel vederlo osservare i suoi vestiti con la stessa espressione di un cane bastonato.
Sia lei che Ariel avevano indossato gli stessi capi con i quali sarebbero andate al mare, che bisogno c'era di mettersi in tiro?
A dire il vero, sua figlia aveva insistito perché le mettesse almeno un po' di lucidalabbra.<<Non ne hai bisogno, stai benissimo così>> ribatté la madre.
<<Sì, ma io voglio essere come le ragazze grandi>> insistette <<Quelle che si truccano con l'ombretto, il mascara e il rossetto>>
<<Guarda che se ti metti troppe schifezze in faccia poi ti vengono i brufoli>> l'avvertì Chandra per metterle un pizzico di paura e fare in modo che smettesse di fare i capricci.
Il fatto di portare sua figlia nella tana del lupo la mandava leggermente in crisi ma sapeva anche che la presenza di una bambina a tavola avrebbe evitato che si toccassero argomenti scomodi.
Una volta che Federico ebbe finito di prepararsi e tutti e tre furono pronti per uscire di casa, Chandra osservò la loro immagine nello specchio: potevano sembrare una famiglia a tutti gli effetti, sebbene Ariel non assomigliasse per nulla a Federico. In verità, fatta eccezione per il colore dei capelli, fisicamente non assomigliava nemmeno a lei, ma in compenso il suo carattere solare rispecchiava quello delle persone che l'avevano cresciuta.
<<Forse dovremmo portare qualcosa per il pranzo?>> propose Federico.
<<E che cosa vorresti portare?>>
<<Non lo so, magari un vassoio di pasticcini, una vaschetta di gelato, un piantina...>>
<<Una piantina?>> ripeté lei incredula << Guarda che non ci siamo mica iscritti a "Cortesie per gli ospiti">>
Era la prima volta che Federico si faceva venire così tanti scrupoli per un semplice pranzo, era quasi certa che i modi di fare di Riccardo del giorno prima l'avessero messo a disagio.
<<D'accordo, d'accordo. Però controllerò che abbiano apparecchiato il tovagliolo a sinistra>>
Ariel scoppiò a ridere e gli diede il suo solitobuffetto sul braccio mentre Chandra indicava loro la strada.
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La storia sbagliata
General FictionDedicato a chi ama l'estate, il mare e le corse sotto il sole. Dedicato a chi nelle lunghe giornate invernali non può fare a meno di ripensare alle vacanze estive. Dopo nove mesi di vento e pioggia è finalmente tornata l'estate a Castel Ligure, una...