Chandra corse in camera da letto e si parò davanti al suo guardaroba in cerca di qualcosa da indossare per quell'occasione.
Voleva che quella sera lei e Federico sembrassero una coppia spensierata e innamorata di ragazzi che si stavano godendo la vita in ogni sua sfaccettatura.Dal momento che era arrivata la bella stagione voleva vestirsi con qualcosa di leggero e giovanile che rispecchiasse la freschezza dei suoi ventidue anni. Certi giorni si dimenticava di essere ancora così giovane, le sembrava di avere già il volto di una cinquantenne. Quando si guardava le occhiaie e le piccole rughe ai lati degli occhi non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stata di lì a dieci anni se già in quel momento era ridotta così male.
"Non pensiamoci" disse cercando di scacciare quei pensieri troppo cupi e concentrandosi sull'importante scelta. Passò le mani tra i suoi vestiti finché non rivide un vecchio abito che aveva acquistato quando andava ancora alle superiori. L'estate tra la terza e la quarta superiore, per la precisione. L'aveva pagato una ventina di euro il pomeriggio in cui aveva scoperto di essere stata invitata ad una festa in discoteca. Da allora l'aveva indossato solo un paio di volte, ma per qualche motivo non si era mai decisa a liberarsene. Mentre lo osservava e accarezzava il suo tessuto si chiese se le andasse ancora bene; sarebbe stata una soddisfazione se dopo tutti quegli anni (e una gravidanza) fosse riuscita ad entrarci dentro.
Si sfilò i suoi soliti vestiti e, facendo un profondo respiro, si infilò quel vestito blu elettrico. Guardandosi allo specchio si rese conto che le stava ancora più corto di quanto ricordasse: la gonna arrivava a malapena sopra al ginocchio e anche lo scollatura sulla schiena era molto pronunciata.
Nell'immagine riflessa allo specchio rivide per un momento sé stessa da ragazza mentre si compiaceva di quel nuovo acquisto e di come riuscisse ad esaltare la sua figura. Metteva in mostra le sue gambe e al contempo faceva risaltare le spalle e la schiena, senza però farla apparire volgare.
Sentiva il tessuto tirare leggermente sul petto, probabilmente dopo aver partorito doveva aver acquistato mezza taglia di seno ma, per il resto, le andava ancora perfettamente. Per completare l'opera abbinò a quel vestitino un paio di décolleté color oro e una pochette dello stesso colore.
Chiunque l'avrebbe potuta scambiare per una ragazzina, se non avesse fatto troppo caso al suo volto più maturo.<<Vi piaccio?>> chiese tentando di ostentare una sicurezza in quel look per lei completamente insolito.
Sia sua figlia che Federico sgranarono gli occhi ma, con tutta probabilità, per motivi diversi.
Ariel le corse in corso incredula per accertarsi che quella donna fosse davvero sua madre mentre Federico rimase ad osservarla impalato con una scintilla di eccitazione negli occhi.<<Mamma, sembri una modella!>> esclamò la bambina <<Non pensavo che fossi così bella>>
<<Ah, quindi stai dicendo che di solito sono brutta?!>>
<<Di solito non sei così bella>> disse senza staccarle gli occhi di dosso, come incantata <<Da grande voglio vestirmi così anch'io>>
<<Sì, ma tra molti, molti anni>> intervenne Federico con una punta di gelosia <<Quando sarai maggiorenne diciamo>>
Dopo che anche lui ebbe metabolizzato quella novità poterono uscire dal loro appartamento per depositare Ariel dai nonni e dirigersi verso il ristorante. Per quella sera Federico aveva pensato di riservare un tavolo in un locale abbastanza conosciuto della città e celebre per essere un luogo piuttosto chic.
Uno di quei posti che Chandra era solita a frequentare prima della nascita di Ariel, oppure quando veniva invitata dal suo editore a pranzo o a cena dopo qualche presentazione.
Nella vita di tutti i giorni invece era una grande fan dei take-away, oppure delle pizzerie che offrivano uno spazio di svago per i bambini.Fortunatamente non avevano gusti particolarmente raffinati: Federico avrebbe vissuto mangiando solo i panini del Burger King.
<<Che hai?>> chiese la ragazza vedendo che Federico la osservava con uno strano sguardo mentre scendeva la macchina.
<<Niente>> disse scuotendo la testa <<è che non sono abituato a verti in versione "bomba sexy">>
<<In che senso?>> lo provocò facendo la finta tonta
<<Con un vestito di questo genere, sembri davvero giovane, forse qualcuno potrebbe scambiarmi per un pedofilo>> scherzò.
<<Ma per piacere, anche tu sembri un giovincello>> gli assicurò.
Ed era la verità, nessuno avrebbe mai sospettato che li dividessero otto anni.
Chissà quando avevano iniziato a tenere così tanto all'età che avrebbe potuto attribuirgli il resto del mondo. Forse era stato un processo lento o forse era semplicemente una fissa del momento che piano piano se ne sarebbe andata.
Però in quel periodo era davvero difficile convivere con la consapevolezza che il tempo stesse passando.
Entrambi sapevano che stavano entrando definitivamente nel mondo degli adulti e il loro essere "diventati grandi" si sarebbe letto anche sui loro volti, anche se dentro avrebbero continuato a sentirsi due ragazzini.
Ma non era quello il momento per fare pensieri troppo profondi.
Quando entrarono nel locale un cameriere li accompagnò al loro tavolo e accese due candele per rendere l'atmosfera ancora più romantica.
Così si trovarono da soli, faccia a faccia, finalmente di tranquilli e liberi di parlare senza paura di essere interrotti.
La luce della candela faceva risaltare ancora di più gli occhi marroni e furbi di Federico; quello destro era leggermente coperto da una ciocca dei capelli ricci che appariva simile alla bandana di un pirata.
In un certo senso Federico le ricordava un po' un pirata, ma di quelli buoni.
Lui non dimostrava per nulla i suoi trent'anni: aveva perennemente quello sguardo furbo tipico dei ragazzini, quelli impavidi, che sono convinti di poter superare qualsiasi avversità.
Lo considerava un suo coetaneo e non sentiva minimamente gli otto anni di differenza che li dividevano.<<Hai intuito qualcosa?>> le chiese continuando a fissarla.
<<No, che cosa dovrei aver intuito?>>
<<Non lo so: questo vestito, il modo in cui ti sei truccata... sembra che ti sia preparata per un'occasione speciale>>
<<Uscire insieme a te non è forse un'occasione speciale?>>
Sapeva che alcuni uomini (anzi, molti uomini) trovavano irritante il fatto che gli si continuassero a fare delle domande o, peggio ancora, che si rispondesse ad un loro quesito ponendone un altro; ma per Federico non era così.
Infondo quel suo modo di fare, le sue provocazioni lo intrigavano: amava quel perenne alone di mistero che circondava la sua ragazza e si sentiva onorato ad essere l'unico l'uomo in grado di decriptare almeno in parte una persona così enigmatica.<<Certo, certo. >> rispose prontamente bevendo un sorso di vino <<è che questa sera vorrei parlarti anche di una cosa importante, però ho bisogno di farlo con un po' di alcol in circolo>>
<<Anch'io devo dirti una cosa>> disse Chandra
<<Chi inizia?>>
<<Prima le signore, direi>>
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La storia sbagliata
Fiksi UmumDedicato a chi ama l'estate, il mare e le corse sotto il sole. Dedicato a chi nelle lunghe giornate invernali non può fare a meno di ripensare alle vacanze estive. Dopo nove mesi di vento e pioggia è finalmente tornata l'estate a Castel Ligure, una...