CAPITOLO 5

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Immaginava che sarebbe stata quella la sua risposta.
La considerava una "signora" solo quando si trattava di iniziare per prima un discorso perché quando poi si ritrovavano nel salotto di casa a giocare a Mario Kart la spintonava riservandole un trattamento da maschiaccio.

<<D'accordo, volevo parlarti di alcuni progetti che avrei in mente per quest'estate>>

<<Sono tutt'orecchi>>

<<Io stavo pensando che Ariel non ha mai fatto una vera e propria vacanza, tra il mio e il tuo lavoro non siamo ancora riusciti a farle passare due settimane al mare. Così ho pensato che forse le farebbe bene cambiare aria, passare qualche giorno in spiaggia con noi... ecco io non so bene come spiegartelo>>

Federico la stava guardando con aria compiaciuta: per una volta anche lei avrebbe avvertito il fastidio di non riuscire a trovare le parole per spiegarsi al meglio. E per Chandra l'irritazione di non riuscire a trovare i termini più adeguati per far passare il messaggio che aveva in mente era ancora più marcato dal fatto che destasse esprimersi in modo poco chiaro o confusionario.

<<A dire il vero il problema è nato tutto da Chiara>> sbottò, ricordandosi da dove era partito tutto << Questa mattina, non so perché, mi ha chiesto quando pubblicherò un nuovo libro e ha detto che dovrei fare una vacanza per ritrovare l'ispirazione. Avrebbe anche potuto farsi gli affari suoi>>

<<Sono stato io a chiederle di parlarti, per spianarmi il terreno>> confessò il  ragazzo frenando il suo discorso logorroico.

<<In che senso?>>

<<Anch'io credo che dovremmo passare un'estate diversa: finalmente ho un lavoro stabile che mi consente di guadagnare bene, abbiamo un appartamento di proprietà e gli affari alla libreria vanno benissimo. Penso che ci meritiamo, ma soprattutto che ti meriti, una vacanza>>

Avrebbe dovuto immaginare che dietro al discorso della sua socia ci fosse lo zampino di Federico, comunque Chiara era stata davvero brava a non farle sospettare nulla. Solitamente quando quei due si mettevano d'accordo per farle una sorpresa lei in qualche modo riusciva sempre a scoprirli. Quella volta invece non si era accorta di nulla.

Non era arrabbiata, era solo molto sorpresa e curiosa di conoscere il piano di Federico.

<< Quindi quale sarebbe la tua idea?>>

<<Dimmi prima a che cosa avevi pensato tu>>

<<In realtà a nulla di troppo impegnativo: una vacanza al mare, in Romagna magari, in uno stabilimento dove Ariel possa giocare e godersi l'estate. Non voglio privarla della possibilità di avere ricordi felici delle vacanze estive>>

Nel frattempo lo stesso cameriere aveva portato loro un piccolo entrée di benvenuto muovendosi in modo così discreto da non farli quasi nemmeno accorgere della sua presenza. Erano due piccole tazzine che contenevano qualcosa di simile ad una vellutala con sopra un pezzetto di pancetta ed una granella indefinita. Chandra non era molto brava a riconoscere gli ingredienti di un piatto, era una pessima forchetta.

<<Io invece pensavo a qualcosa di diverso>> disse il ragazzo, obbligandola a smettere di analizzare la pietanza che aveva di fronte e  prendendole le mani per avvolgerle nelle sue.

Non era un buon segno.

<<Mi esponga il suo piano dottor Villa>>

<<All'inizio potrebbe non piacerti però, ti prego, pensaci>>

<<Sì, sì, va bene. Avanti, non tenermi sulle spine>>

Federico fece un profondo respiro e assunse un'espressione simile a chi si appresta ad andare verso il patibolo.

<<Mi hanno contattato i tuoi genitori>> disse tanto velocemente che Chandra riuscì a malapena a comprendere quelle parole <<Saltiamo la parte in cui ti arrabbi per non avergli riattaccato il telefono in faccia e andiamo direttamente al nocciolo. Mi hanno detto che, se ci va, quest'estate ci lascerebbero stare nella vostr... nella loro casa a Castel Ligure>>

<<No, assolutamente no>> disse categorica la ragazza.

Come aveva anche solo potuto farle una proposta del genere? Sapeva quanto ormai il rapporto con i suoi genitori fossero logorato, non avrebbe mai accettato la loro elemosina. Non dopo il trattamento che le avevano riservato.

<<Lo stai dicendo solo per una questione d'orgoglio>> le fece notare il fidanzato <<Neanche a me stanno particolarmente simpatici ma credo ora vogliano aiutarci, penso che tengano sia a te che ad Ariel>>

<<Se ci tenessero a noi verrebbero a trovarci, non si limiterebbero ad offrirci la loro casa come contentino>>

<<In realtà sei tu che non hai mai voluto che venissero a casa nostra>> le ricordò Federico.

E certo che non aveva mai voluto: facile rifarsi vivi quando ormai aveva trovato un modo per sistemarsi senza il loro aiuto. Per anni erano stati completamente assorbiti dai loro problemi di coppia, avevano concentrato tutte le loro energie nel disperato tentativo di salvare un matrimonio che fin dall'inizio non aveva mai funzionato. Si erano incolpati a vicenda del loro "fallimento genitoriale" dopo che Chandra era rimasta incinta, incapaci di fornirle un qualsiasi aiuto nell'affrontare quella situazione per lei completamente nuova.

<<E perché sono venuti a fare questa proposta a te e non hanno parlato direttamente a me?>>

<<Perché sapevano come avresti reagito>> rispose semplicemente lui <<Io non voglio obbligarti ad accettare, voglio solo che ci pensi. Pensa anche al bene di Ariel>>

Tornare a Castel Ligure.
Il luogo dove conservava i migliori e i peggiori ricordi della sua vita. Quando era una ragazzina si era sempre rifiutata di portare le sue poche amiche di Torino in quel paese perché lo considerava il suo posto speciale nel mondo: l'unico in cui si sentiva libera di essere sé stessa, il contenitore di tutti i suoi ricordi felici. E non voleva venisse deturpato in alcun modo.
Quando era più piccola e vedeva le coppie tenersi per mano, o le famiglie passeggiare sulla spiaggia, fantasticava su quando anche lei un giorno avrebbe trovato l'anima gemella e insieme avrebbero portato i loro figli a giocare in riva al mare. Poi la vita era andata diversamente.

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora