EMMA
Emma sbarrò gli occhi, doveva aver capito male oppure stava veramente facendo un incubo. Di colpo quelle persone davanti a lei non le sembrarono più tali: apparivano simili a delle ombre tutte uguali. Si muovevano allo stesso modo, parlavano allo stesso, gridavano allo stesso modo.
<<Stai scherzando?>> chiese maledicendosi per avere bevuto quel gin tonic che continuava ad annebbiarle la mente.
<<No>> le assicurarono le altre << Ma non ti preoccupare, sarà divertente. I ragazzi non vedono l'ora di provare questo brivido>>
Probabilmente non vedevano l'ora di provare quel brivido perché erano completamente ubriachi. Se Emma fosse stata più lucida avrebbe capito che quella "prova" era stata organizzata con giorni di anticipo: le sue amiche dovevano essersi date un gran da fare per trovare persone che si prestassero per quel giochetto pericoloso.
<<Io non so guidare>> obiettò la ragazza <<Non ho mai guidato in via mia, scegliete un'altra prova>>
<<Non è possibile>> ribatté Viola << Questa è la tua prova per dimostrarci di avere le palle e, onestamente, non credo che sia nemmeno poi così difficile, è una cosa che fanno fare anche all'autoscuola>>
Sì, peccato che fosse un test per prendere la patente del motorino e non della macchina e che, per l'appunto, usassero dei coni di plastica e non delle persone.
Ed Emma continuava a sentire a freddo.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa solo per ritornare in macchina e poter accendere il riscaldamento o meglio ancora: avrebbe voluto svegliarsi di colpo e ritrovarsi sdraiata al sole sul lettino accanto alla piscina.<<Quindi?>> le chiese Caterina riportandola alla realtà << Che cosa hai intenzione di fare? Vuoi o non vuoi diventare una di noi?>>
Ci sono dei momenti nel corso della vita in cui si è obbligati a compiere delle scelte, consapevoli del fatto che qualsiasi strada si deciderà d'intraprendere porterà con sé conseguenze diverse. Ma non sempre si ha la certezza di stare per fare la cosa giusta. Altre volte sì, però.
Ci sono dei casi in cui si è perfettamente consapevoli di stare sbagliando, eppure si decide ugualmente di non fermarsi. Forse è il brivido di proibito che ci attira, o forse ancora ci eccita l'idea di di abbandonare la retta via per dirigerci verso l'ignoto. La verità è che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è ritrovato a bramare la trasgressione, a desiderare con tutte le sue forze di evadere da quella gabbia di regole nella quale si trovava intrappolato.
Il problema è che spesso, soprattutto quando si è giovani, non si tiene conto delle conseguenze delle proprie azioni. Esattamente come fece Emma quando si convinse ad accettare quella sfida. Non decise di mettersi alla guida dell'auto solo per diventare amica di quelle ragazze e nemmeno perché desiderasse continuare a ricevere i consigli di Caterina.
No, lo fece per dimostrare a se stessa che lei era una persona temeraria.
Lei aveva la forza per affrontare qualsiasi sfida.<<D'accordo>> esultò Viola incitando i ragazzi a mettersi in posizione.
Tutti si disposero in fila indiana al centro della strada, stando esattamente sulla linea bianca che divideva i due sensi di marcia. Visti in quel modo sembravano dei birilli. Ma non erano distanziati tutti allo stesso modo: tra alcuni c'era molto spazio, tra altri molto poco.
Emma guardò la vecchia Ford Fiesta di Alessandro. Non aveva nemmeno idea di come si mettesse in moto.
<<Ale salirà con te>> precisò Caterina <<Ma non potrà mai toccare il volante>>
<<Non sei obbligata a farlo>> le bisbigliò all'orecchio Aurora prima che salisse sulla macchina.
Ormai era troppo tardi per i ripensamenti.
Alessandro si posizionò sul sedile posteriore destro, portando con sé una bottiglietta di birra. Avrebbe bevuto volentieri qualcosa anche Emma dal momento che aveva la gola completamente asciutta. Ma forse la birra non era la scelta migliore.
<<Vediamo di non ammazzarci e di non ammazzare nessuno>> grugnì il ragazzo <<Ascoltami bene e fai esattamente quello che ti dico, ci siamo capiti?>>
<<D'accordo>> confermò lei stringendo forte il volante.
Le era già capitato diverse volte di stare sul sedile del guidare, ma con la macchina spenta ovviamente. Forse alcune ragazze alla sua età erano capaci di mettere in moto un'auto, altre addirittura di guidare. Lei invece non sapeva nulla, si trovava in quella situazione con tre pedali sotto i piedi, un sacco di luci e pulsanti davanti senza avere la minima idea della loro funzione.
Alessandro doveva aver intuito che la situazione fosse alquanto tragica quindi si sforzò di mantenere la calma e di essere il più chiaro possibile nelle spiegazioni.
<<Metti il coso alla tua destra, che si chiama cambio, in folle cioè al centro>> iniziò pazientemente <<Brava. Ora gira delicatamente la chiave per mettere in moto la macchina, si accenderanno tutte le luci e poi dovrai portare il cambio in avanti>>
Fu in quel momento che Emma iniziò ad avere i sudori freddi e si rese conto che guidare un'auto non era così semplice: il cambio era duro, la macchina non si accendeva ma, fortunatamente, Alessandro riuscì a portare la sua mano sopra quella della ragazza e a guidarla nei movimenti. Lei tremava e la sua pelle era fredda come un ghiacciolo. Lui invece sembrava calmo e le sue mani quasi scottavano.
<<Tieni il piede sulla frizione, il pedale a sinistra, mentre metti la prima>>
Ci volle qualche secondo prima che Emma riuscisse a coordinare tutti quei movimenti e, quando finalmente riuscì ad abbassare il freno a mano e sembrava pronta per partire la macchina si spense.
<<È normale, capita a tutti le prime volte>> la rassicurò il ragazzo invitandola a non fare caso agli insulti e ai gestacci che le stavano rivolgendo gli altri <<Riprova alzando il piede più lentamente dalla frizione. Ricorda che il freno è il pedale in mezzo e l'acceleratore il pedale di destra>>
Dopo un altro tentativo la macchina si mise in moto. Stava davvero guidando per la prima volta un'auto da sola. Sentiva il volante vibrare sotto le sue mani, l'odore forte della benzina. Ma era la sensazione di potenza a sovrastare tutto.
<<Ci stiamo muovendo!>> esclamò.
<<Sì, brava, ma continua a guardare davanti>> le raccomandò Alessandro <<E quando passi tra i ragazzi stai il più lontana possibile da loro>>
Erano tutti ubriachi e qualcuno avrebbe potuto barcollare, cadere o addirittura andarle incontro. Quando arrivò davanti al primo vide che era una ragazza molto giovane, gli occhi rossi, e le stava facendo il dito medio.
Lo slalom fu tutto un "gira a destra", "gira a sinistra", "non accelerare".
Quel giro le sembrò infinito, ogni volta che credeva di essere arrivata alla fine spuntava davanti a lei un nuovo ragazzo, un nuovo ostacolo. Quando superava ognuno di loro si metteva ad esultare, gridava; ormai l'adrenalina si era impossessata del suo corpo.
Fu quasi un miracolo che lei e Alessandro riuscirono ad uscire indenni da quella maledetta vettura. E fu sempre probabilmente per un intervento divino che nessuno quella sera si fece male.
Quando arrivò al traguardo le sue amiche le corsero incontro abbracciandola.
<<Sei stata grande>> si complimentarono.
Sì, era stata grande. Avrebbe potuto prendere la patente anche l'indomani mattina.
<<Qual è la prossima prova?>> domandò risoluta.
Sentiva che quella sera ormai avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa.
<<Te lo diremo più avanti. Adesso bisogna festeggiare!>> esclamarono unendosi al resto dei ragazzi per poter bere anche loro.
Quella notte Emma aveva superato tutti i suoi limiti, nulla da quel momento l'avrebbe più potuta fermare. Nel bene e nel male.
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La storia sbagliata
General FictionDedicato a chi ama l'estate, il mare e le corse sotto il sole. Dedicato a chi nelle lunghe giornate invernali non può fare a meno di ripensare alle vacanze estive. Dopo nove mesi di vento e pioggia è finalmente tornata l'estate a Castel Ligure, una...