CAPITOLO 27- LA RAGAZZA CON LA CHITARRA

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Da pochi anni anche Castel Ligure aveva deciso di aderire ad una manifestazione che attirava molti turisti: la notte rosa.

Per l'occasione, i commercianti tenevano aperti i loro negozi fino a tarda notte e le strette viuzze del centro venivano invase da numerose bancarelle. I preparativi solitamente incominciavano la mattina presto quando, a differenza di tutto il resto dell'anno, il paese versava già in uno stato di subbuglio generale e i primi venditori ambulanti iniziavano a montare i loro stand: c'era chi vendeva vestiti, borse, oggetti elettronici, ma anche banchi gastronomici che proponevano le specialità delle regioni dalle quali provenivano. Era da tre anni, in particolare, che uno stand di caramelle si posizionava proprio di fianco alla villa di Emma, obbligandola ad uscire di casa cercando di non lasciarsi tentare dall'odore dei dolciumi. 

Anche quell'anno si era riproposta di resistere e di non mangiare quelle schifezze.

E aveva anche due buoni motivi per non cedere alla tentazione: arrivare ad avere un fisico simile a quello delle sue amiche e fare colpo su Giovanni. Sì, le due cose erano collegate.

Da quando Aurora aveva lasciato intuire che le cose tra il ragazzo e sua sorella non andavano poi così bene si era convinta del fatto che forse Giovanni un giorno avrebbe lasciato la sua fidanzata, possibilmente per mettersi con lei.

<<Oggi non riesci proprio a concentrarti>> osservò il suo insegnante vedendola con la testa da un'altra parte.

Quella era la terza lezione che facevano insieme ma si stava già appassionando alla chitarra. E questa cosa era del tutto inaspettata per lei perché aveva iniziato quelle lezioni solo per avere una scusa per conoscere meglio il ragazzo. Quella mattina però aveva altri pensieri per la testa: la sua mente ritornava ai consigli che le aveva dato Caterina qualche giorno prima per dimagrire e a come in quei giorni avesse puntualmente disatteso le regole che si era data.

<<Scusa Gio>> disse dispiaciuta <<è che con tutto questo casino faccio veramente fatica a concentrarmi>>

<<Non ti preoccupare, se ti va riproviamo un altro giorno>>

<<Va bene, però mi dispiace di averti fatto perdere tutta la mattina per niente>>

<<Non c'è problema. Ne approfitterò per tornare a casa e studiare un po'. Devo ancora dare parecchi esami all'università>>

Per un attimo sperò che le avrebbe proposto di fare qualcosa insieme per passare il tempo, ma era un'idea stupida. Un ragazzo intelligente come lui non sarebbe mai stato con lei, soprattutto non quando poteva stare con una ragazza bella come Alice.

I rapporti tra esseri umani in quel periodo per lei si riducevano ad una pura questione estetica: i belli stanno con i belli e in brutti stanno con i brutti. Era quasi un'equazione matematica, una legge scientifica incontrovertibile che era supportata da migliaia di prove. Vedeva ogni giorno le belle ragazze stese a prendere il sole sulla spiaggia mentre i loro fidanzati si facevano il bagno. Erano le stesse coppie che avrebbe rivisto a cena insieme in qualche locale romantico per poi uscire dal ristorante e passeggiare mano per la mano mentre lei se ne stava seduta da sola ad osservarli.
Ovviamente ci sono anche altri aspetti che definiscono il valore di una persona, ad esempio la sua intelligenza, la sua sensibilità, il suo altruismo... tutti elementi che Emma in quel momento non prendeva minimamente in considerazione.

Dopo che Giovanni se ne fu andato vide che Caterina qualche minuto prima le aveva mandato un messaggio.

"Non sei andata a fare colazione in pasticceria questa mattina, VERO?"

La ragazza si era proposta di seguirla nel suo percorso di dimagrimento in modo da potersi mettere alla prova come personal trainer.

"No, ho fatto colazione con una tazza di latte e quattro biscotti" rispose orgogliosa.

La risposta arrivò dopo circa due minuti.

"Quali biscotti hai mangiato?"

"I soliti"

"Lo sai che ogni biscotto di quella marca ha circa 56 calorie? Il che significa che se moltiplichiamo per quattro diventano 224 calorie che sommate a quelle di una tazza di latte (130) fanno 354! Per capirci, è come se ti fossi appena mangiata un bombolone alla crema"

Quella fu la prima volta che associò davvero il senso di colpa al cibo e cominciò ad odiarlo. Ma soprattutto iniziò ad odiare sé stessa per non sapere resistere alle tentazioni. Non si era mai soffermata a leggere le tabelle nutrizionali degli alimenti che introduceva nel suo corpo e non credeva che quattro biscotti e una tazza di latte potessero essere così calorici. Quella era una delle colazioni che riteneva "sane".

"Non lo sapevo. Che cosa mi consigli di mangiare?"

"Lo yogurt greco e un frutto, ad esempio"

"Va bene, grazie del consiglio"

Rilesse ancora un paio di volte il messaggio di Caterina: "è come se ti fossi appena mangiata un bombolone alla crema". Era solo ad inizio giornata e aveva già sbagliato tutto con quella colazione, per rimediare all'errore pensò che l'unica soluzione fosse saltare il pranzo.

Passarono alcuni minuti prima che la sua amica le scrivesse un nuovo messaggio.

"Volevo anche chiederti un'altra cosa: questa sera ti va di uscire con me e le altre? Volevamo bere qualcosa e poi fare un giretto in macchina per le colline"

"Certo! Grazie per l'invito"

Dopo essersi accordata con lei su orario e luogo del ritrovo, Emma posò il telefono e salì in camera per pesarsi. Era aumentata di 500 grammi rispetto al giorno precedente e tutto per colpa di quattro biscotti. Si ripromise che da quel momento in avanti li avrebbe evitati come la pesta e, facendo ricorso a tutta la sua forza di volontà, ad ora di pranzo disse alla signora Ferrando che non aveva fame, rinunciando così alla sua amata cotoletta con le patatine fritte. Non poteva certo permettersi di introdurre altri carboidrati in corpo.

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ANGOLO DIBATTITO

Ciao a tutti, eccoci con un nuovo capitolo dedicato ad Emma!

Non credo rientri nel mio ruolo giudicare le azioni dei personaggi, ma trattandosi di un argomento delicato ho deciso di fare una piccola precisazione. Sfrutto questo angolo solo per sottolineare che il comportamento di Emma non è sano ne tanto meno da imitare. Non mi sembrava comunque giusto "censurare" i suoi pensieri perché possono essere i pensieri di tanti altri suoi coetanei, così come le sue insicurezze.  Voi che cosa pensate di lei?  

Grazie per aver letto il capitolo!

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora