CAPITOLO 36

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<<Non si riferivano a niente>> tagliò corto Chandra <<I miei genitori sono sempre melodrammatici. Ho avuto una vita insolita, ma non mi pento delle mie scelte>

Probabilmente tutti pensarono che il discorso dei suoi genitori fosse riferito alla gravidanza precoce e, in parte, forse era anche così; ma la ragazza aveva intuito a che cosa si stessero alludendo veramente. Fortunatamente però non toccarono più quell'argomento, si limitarono a godersi la tranquilla serata, immersi in una splendida cornice. Quella cena avrebbe potuto essere la prima di molte, se avessero voluto.

<<Credo sia andata bene>> sentenziò Federico quando si ritrovarono insieme nel letto, dopo che i loro genitori se ne furono andati.

<<Sì>> confermò lei.

Tutti avevano approvato la loro idea di organizzare una cerimonia intima e informale e gli avevano assicurato che si sarebbero tenuti liberi per quella data. Anche i genitori di Chandra sorprendentemente non avevano protestato, forse si erano ormai rassegnati all'idea di non avere più voce in capitolo sulla su vita.

<<Non vedo l'ora di diventare tua moglie>> gli disse colta da uno slancio di romanticismo più unico che raro.

<<Wow, questa proprio non me l'aspettavo>> ammise il ragazzo senza però nascondere la sua gioia.

All'inizio gli ci erano voluti mesi prima di riuscire a conquistare la fiducia di Chandra: lei non gli aveva mai parlato con precisione della sua precedente relazione, ma lui aveva capito che doveva aver sofferto parecchio. E non riusciva a capire come un uomo potesse farle volontariamente del male. Lei era una delle persone più sensibili che conoscesse, estremamente intelligente, ma che non ostentava mai la sua cultura.

Sebbene avesse ottenuto un grande successo con il suo romanzo non si riteneva assolutamente superiore agli altri, ne lui si era mai sentito oscurato dalla sua presenza. Ai suoi occhi quella ragazza era una persona meravigliosa.

<<è la verità>> ribadì lei <<Avevo solo voglia di dirtelo>>

Quella notte però non avrebbero potuto fare troppo rumore perché nella stanza accanto dormiva la loro amica Chiara e in quel momento si maledissero di averle proposto di passare da loro la notte.

Il giorno seguente, quando si svegliarono, sentirono degli strani rumori provenire dalla cucina e intuirono che non dovesse essere la signora Camilla, lei si muoveva come un ombra. O Ariel era andata in sonnambula o uno dei loro ospiti aveva deciso di distruggere la loro casa. Quando scesero per andare a vedere che cosa stesse accadendo trovarono Chiara, ancora con addosso un pigiama rosa, intenta a preparare i pancake con l'aiuto di Simone (tutt'altro che entusiasta).

<<Per fortuna che siete arrivati a salvarmi!>> esclamò il ragazzo appena  si accorse della loro presenza <<Questa pazza mi ha buttato giù dal letto alle sette e mi ha trascinato in cucina>>

<<Smettila di fare la vittima e continua a montare gli albumi>> lo zittì lei salutando con la mano infarinata i padroni di casa <<Volevo farvi una sorpresa ragazzi, ma Simone ha fatto troppo casino>>

<<Io avrei fatto troppo casino?! Ma se tu prima hai fatto cadere tre padelle!>>

Quando battibeccavano in quel modo sembravano un duo comico. I loro botta e risposta diventavano sempre più esilaranti e entrambe le loro spiritose tenute non aiutavano a mantenere un'espressione seria. Chiara infatti aveva addosso un canottiera rosa al centro della quale si trovava una mucca (il suo animale preferito), mentre Simone aveva un pigiama a scacchi bianco e nero, i capelli rossi completamente scompigliati con all'interno qualche granello di zucchero o farina.

La storia sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora