Tragic day

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Tornammo a casa all'una di notte e alle quattro eravamo già sull'aereo... avevo avvisato Zak che sarei partita da Monte Carlo e ci saremmo incontrati direttamente ad Austin, in Texas, giovedì pomeriggio.
Tra i vari scali e i ritardi arrivammo in America alle due del pomeriggio, ero esausta, non mi reggevo in piedi, fortunatamente avevo Lewis vicino che era un po' più abituato di me. Il fuso orario era terribile e quel sole alto nel cielo mi stava bruciando le palpebre, il caldo atroce ti lasciava senza fiato e mi stavo maledicendo mentalmente per non aver chiuso occhio durante queste quindici ore di viaggio assolutamente stancanti.
La cosa più bella che vidi fu il letto della mia stanza, almeno due orette volevo dormire in pace per cui dissi a Lewis di svegliarmi per le quattro.
Alle quattro in punto Lewis venne a svegliarmi, per il sonno il mio cervello non connetteva per cui non riuscivo a spiccicare una parola d'inglese...
-"no, non mi va di andare alla pista" mi lagnai
-"what are you saying?? I don't understand if you speak italian!!!" [che stai dicendo ?? Non capisco se parli italiano ] Sbuffò Lewis
-"Ahhh imparati l'italiano"
-"Ele! You have to speak English with me, I don't want to repeat this another time, okay?"[devi parlare inglese con me, non voglio ripeterlo un'altra volta, okay?]
-"I'm tired so it's enough difficult, but for you now I try to speak English in the best way I can" [sono stanca, quindi è abbastanza difficile, ma per te io provo a parlare inglese nel modo migliore che posso]
-"ohh, finally!! Thanks god and thank you, obviously honey" [ohh, finalmente !! Grazie a Dio e a te, ovviamente dolcezza].
A sentire quella parola tremai un attimo e sprofondai nel mutismo guardando la parete davanti a me.
-"is it all okay ? Have I said something wrong?"[è tutto okay ? Ho detto qualcosa di sbagliato ?]
-"no, don't worry, it's... okay" dissi rivolgendogli un sorriso. [no, non preoccuparti, è... okay ]
Andai ad indossare la divisa del team e appena fui pronta scesi nella hall con il mio piccolo zaino da lavoro.
Uscendo abbassai la visiera del cappello che indossavo per far sì che nessuno potesse riconoscermi e appena arrivai da Lew misi il casco velocemente.
Alle 16:30 eravamo già al circuito, una volta entrati ci separammo, ognuno al suo team.
-"ciao ragazzi"
-"ciao Ele"
-"abbiamo visto da alcune foto su insta che stavi da Donatella Versace ieri ehh" disse ammiccando Nick, uno dei miei compagni
-"già, hai visto che vestito si ?"
-"si, super sexy ahaha" disse
Gli diedi un leggero schiaffetto sulla spalla
-"beh effettivamente abbiamo visto che stavi con i nemici : Hamilton e Leclerc" disse ancora Nick
-"e poi Hamilton non ti staccava gli occhi di dosso" aggiunse Timor facendo l'occhiolino
-"smettetela, c'erano anche Carlos e Lando"
Dissi abbassando lo sguardo a questo ultimo nome...
-"si, abbiamo visto che stavate parlando e poi l'abbraccio... ma posso farti una domanda?" Chiese Timor
-"si" dissi con un velo di tristezza
-"ma cosa c'è tra te e Lando?"
-"un bel rapporto di lavoro, una bella amicizia e..."
-"e?" Mi incitarono tutti
-"e nient'altro" conclusi dura e voltandomi da un'altra parte
-"capito, non è argomento da toccare" concluse Nick
-"dai ragazzi andiamo al briefing"
-"andiamo" affermò Timor
Non feci in tempo ad uscire dal box che mi scontrai con qualcuno : il magico, unico e super sexy mago e pilota Lando Norris.
Sbattemmo la testa uno contro l'altro :
-"aia" dissi dolorante, massaggiando la testa
-"aiii" disse in modo stridulo Lando
-"caspita, ma non mi hai visto ? Ti sei fatto male ?"
-"no, stavo pensando... no, sto bene tu ?"
-"a cosa pensavi? Anche io bene"
-"a te" disse d'istinto  "cioè volevo dire stavo pensando al fatto che dovremmo essere solo colleghi, per me sarà difficile, ma vedrò come fare"
Il sorrisino che mi era spuntato all'inizio sparì
-"sarà difficile anche per me, non so come... come comportarmi"
-"nemmeno io"
-"senti, ora andiamo al briefing poi ne riparliamo"
-" io preferirei non parlarne più, forse è meglio se non ci parliamo"
-"rispetto la tua decisione, parleremo solo in caso di modifiche e nei team radio" dissi dura e un pochino stizzita.
-"okay" disse guardandosi la punta delle scarpe. Non lo avevo mai visto così triste, mi dispiaceva da morire. Con tutta questa confusione in testa mi diressi insieme agli altri nella stanza del motorhome adibita ai briefing e presi posto, purtroppo dovrei dire, come sempre vicino a Norris... eh si perché almeno qui in McLaren l'ingegnere di pista deve essere sempre vicino al pilota...
Alexander Stallard, per noi tutti Tom, l'ingegnere di Carlos fu il primo a prendere parola evidenziando la variabilità delle temperature su questo tracciato e proponendo un'ala a medio carico aerodinamico.
Le previsioni quest'anno non prevedevano pioggia sul tracciato americano e le temperature sembravano anche abbastanza alte , ma era tutto da vedere . Mentre Tom ci spiegava cosa aveva pensato per questo weekend, controllavo i dati sul pc e proprio mentre stavo pensando Zack mi chiamò per sapere cosa ne pensavo..
-"ehm... stavo controllando i dati e concordo sull'utilizzare un'ala a medio carico aerodinamico, in modo da salvaguardare le gomme però vorrei porre l'attenzione sul fatto che non ci sarà più il party mode e questo complica la cosa... possiamo provare a fare due strategie diversificate domani per vedere il comportamento degli pneumatici sulla pista con i long run"
-"io mi trovo bene solitamente con la medium" disse Carlos
-"allora noi possiamo provare il long run con la medium" propose Tom
-"se Lando è d'accordo noi lo proviamo con la soft, la mescola più dolce che abbiamo a disposizione da Pirelli e poi entrambi possono verificare anche il passo gara con la hard visto che a disposizione ne abbiamo tre ciascuno"
-"le cose dolci non fanno per noi mi sembra di ricordare" rispose nervoso Lando
-"ma che stai dicendo?"
-"però potrebbe essere una strategia al bacio" continuò
-"adesso smettila. Stavo pensando che potremmo tentare di superare il taglio del Q2 con la medium, così in gara vedendo la temperatura dell'asfalto che dovrebbe essere sui 40/45 gradi con una temperatura dell'aria di 35 potremmo allungare un po' la vita della gomma e avere la speranza di fare un salto in avanti"
-"ahh la speranza, serve concretezza e chiarezza, non speranza" disse ancora Lando
-"la speranza ci deve essere altrimenti è la fine... perché a volte l'oggettività è un po' caotica, non si capisce bene"
-"caotica? A me non sembra, credo che sia tutto chiaro invece e io non sto giocando, tu ?"
-"giocare ? Ma scherzi ? Ora basta, cresci ! Smettila di fare il bambino, stiamo lavorando la nostra vita privata sta fuori da questa stanza sono stata chiara ?" Dissi furiosa
-" va bene. Per la cronaca non ho bisogno di crescere, ma tu hai bisogno di schiarirti un po' le idee perché mi sembri alquanto confusa". Dette queste parole al veleno si alzò e se ne andò sbattendo la porta .
Ma cosa gli era saltato in mente ?? Quelle allusioni, quel sarcasmo... non ci potevo credere che fosse arrivato a tanto.
Alla fine il briefing si concluse con l'accettazione della mia idea e quella di Tom. Mi scoppiava la testa e per tornare presi un taxi. Quando arrivai in camera mi chiusi a chiave e mi buttai sul letto pensando e ripensando a ciò che era successo con l'inglese, il sangue mi ribolliva nelle vene, ma cosa gli era saltato in mente ? Da questo momento mi sarei concentrata solo sulla mia "storia" con Lewis come se Lando non esistesse sulla faccia della terra, anzi nell'universo... dopo un po' che mi passò la rabbia cominciai a vedere i fogli con i dati, presi un bicchiere d'acqua. Mentre stavo studiando la cosa migliore da fare per domani qualcuno bussò alla porta, alzandomi colpì il bicchiere con la mano e l'acqua cadde tutta sui fogli :
-"oh my God, fuck, I can't believe it" Dissi sbuffando "ma dove ho la testa, ufff mi odio" il mio sclero continuò in italiano... "ma si può sapere chi è a quest'ora ??" Dissi aprendo la porta
-"Hola"
-"Carlos, ciao"
-"Maaa che hai combinato li?" Disse indicando il bicchiere
-"ho sbattuto venendo ad aprirti"
-"ho visto che non hai mangiato stasera e visto il teatrino di oggi, sicuro sarai arrabbiata quindi ti ho portato queste" disse tirando fuori una busta con le alette di pollo
-"Grazie Carlos" dissi prendendo il sacchetto "ma tranquillo non sono arrabbiata... o meglio ero arrabbiata, ma ora mi è passata ; ho deciso che farò finta che non esista"
-"chi? Il piccoletto?"
-"si"
-"anche lui ci ha provato, ma non faceva altro che cercarti tra la gente prima a cena"
-"ma perche ?"
-"perché lui è così... è un po' bambino, ma non è cattivo"
-"lo so, ma non lo capisco ultimamente, mi ha fatto una confusione in testa che non ti dico"
-"ahh, gli devo insegnare proprio tutto" disse ridendo
-"dai non ci pensiamo, mangia con me queste cose, che non ce la faccio da sola" gli dissi sedendomi sul letto
-"va bene, ma ne mangio solo due"
-" okay, okay" dissi alzando le mani in segno di resa.
Mentre eravamo sul letto a ridere, perché con Carlos non si può non ridere e soprattutto parlare spagnolo (che adoro), bussò qualcuno :
-"chi è ?" Dissi ridendo e andando verso la porta.
-"che ci fa lui qui ?" Disse...

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