Lewis 's povs
La pausa estiva era finita ed era tempo di tornare in macchina. Avevo lasciato casa in pieno disordine... mancava una donna e non solo in casa anche nella vita, ma non mi fidavo più di loro. Qualche volta sdraiato sul letto di uno dei tanti albergo, guardavo il soffitto e pensavo a come potesse essere festeggiare con una moglie e un figlio e lo scompenso un po' arrivava, ma forse non era nel mio destino.
Il campionato invece aveva preso una strada migliore della mia vita sentimentale fortunatamente e avevo voglia di fare bene anche se sapevo sarebbe stato difficile.
Dal casino dei miei pensieri mi ripescò Angela, se non ci fosse lei sarei perso.
-"A che pensi campione ?" mi chiese con il suo solito sorrisone
-"Al disordine che ho lasciato in casa" risposi girando la testa verso di lei
- "Ahh sempre il solito. Con quella ragazza che hai conosciuto a New York?" mi chiese curiosa
- "La solita che si ferma alla fama e all' immagine... sto meglio solo" conclusi passandomi una mano tra i capelli
-"Vedrai che andrà meglio. Un po' sembrava il tipo" disse lei per incoraggiarmi
- "Ormai ci ho perso la speranza" affermai io.
Mi diede una pacca sulla spalla e andammo a prendere l'aereo dove il team ci aspettava già.
Quello fu uno dei mercoledì più noiosi, ero stanco e un po' nervoso... fortunatamente Toto mi diede la possibilità di prendermi una giornata per riflettere un po'. Ne approfittai per dormire, ma quando mi svegliai avevo sempre lo stesso senso di vuoto; non erano le vittorie, né la mia casa o la mia famiglia a crearlo, ma l'ennesima delusione.
Erano giorni che mi sentivo fuori posto in qualsiasi momento e non capivo il perché.
Il giovedì stesso mood, mi ero preparato e avevo incontrato Angela con la faccia da funerale:
- "Che ti è successo ?" mi chiese sorpresa
-"Non lo so" dissi sospirando
- "Sembri distrutto, non sembri tu"
- "lo so, non so cosa fare" dissi preso dallo sconforto
- "Andiamo a prendere un caffè dai" disse dandomi una pacca sulla spalla.
Ci dirigemmo al circuito e andai diretto verso il retro box e mi feci un tazzone di caffè,fissandolo come se dovesse darmi una qualche risposta. Fino all'ora di pranzo avevamo messo a punto le cose chiavi di questo week-end e non vedevo l'ora di uscire dalla stanza e prendere una boccata d'aria. Camminando per il paddok un po' distrattamente urtai contro qualcuno; quando alzai lo sguardo notai che era una ragazza, era un raggio di luce nella mia giornataccia e ovviamente usai l'approccio sbagliato. In pochi secondi capì che lei era diversa, i suoi occhi parlavano e la sua voce placava ogni tormento.
Chissà quando avrei potuto parlarci ancora...
frettolosamente andai nel mio stanzino mi stesi sul divano e chiamai Angela.
-"Cosa succede ?" mi chiese lei arrivando di corsa e con il respiro corto
-"Penso di averla trovata" dissi entusiasta
-"Trovato chi ?" mi chiese confusa
-"La mia luce" esclamai
-"Ma di cosa stai parlando ? Ti senti bene ?" disse ancora più confusa Angela
-"Ora sto da dio"
-"Fammi sentire se hai la febbre ?!" disse avvicinandosi e toccandomi la fronte
-"No, sto alla grande" affermai sornione
-"Infatti vedo un bel sorriso... che è successo in 10 minuti ?"
-"Ho incontrato una ragazza, ma ho visto qualcosa in lei" dissi mettendomi seduto
-"Non essere avventato" mi rimproverò
-"Ma ovviamente ho fatto un disastro e quindi non ho speranze" dissi ributtandomi giù a peso morto.
-"Vieni qui".
Mi prese e mi abbracciò.
-"Sono pronto per la conferenza. Andiamo ?"
-"Andiamo !"