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Il ritorno nel luogo in cui passo più tempo: l'ospedale. Georgia ha finito la seduta circa tre ore fa e sua madre mi ha scritto un messaggio in cui diceva che era davvero stanca. Magari possiamo semplicemente parlare un po' o passeggiare nel giardino. Percorro il corridoio a passo svelto. La porta di Nicolas è chiusa. Georgia è seduta sul letto ed è molto pallida «Com'è andata?» domando accarezzandole i capelli scuri «Bene, mi ha sfinita.» Sorride debolmente. Mi mancano i suoi sorrisi pieni di vita. «Che ne dici se facciamo una passeggiata in giardino?» annuisce emozionata. La preparo per uscire. Fuori fa decisamente freddo. Le metto un giaccone pensante e dei pantaloni. Resta con i calzini e le pantofole. La sposto sulla sedia a rotelle e sistemo il respiratore. I suoi genitori mi guardano. Sanno che voglio farlo da sola, voglio imparare per quando Georgia sarà a casa, non so se dovrà usare la sedia a rotelle o potrà camminare o se dovrà utilizzare il respiratore, ma devo saper fare tutto. Usciamo dalla sua stanza e passiamo velocemente davanti alla stanza di Nicolas, grazie a Dio è ancora chiusa. Entriamo in ascensore e premo il piano terra.

Vedere Georgia felice di respirare l'aria fredda di dicembre mi rallegra. So quanto le manca la sua vita normale. Per una diciassettenne essere rinchiusa in ospedale è davvero terribile. So che vorrebbe andare ovunque. Soprattutto vorrebbe tornare a scuola. «Era da tanto che non uscivo.» Ci fermiamo davanti ad una fontana con l'acqua ghiacciata «La prossima uscita magari a marzo?» ride leggermente «A marzo spero di uscire da qui e non in una bara.» La malinconia mi assale «Georgia tu non morirai.» Mi chino davanti a lei «Non puoi saperlo.» La guardo come se avesse detto una cosa stupida «Sei la persona più forte del mondo. Tu non morirai.» Forse il problema è che non riesco ad accettarlo e non lo farò mai. «Perché Andrew Diamond è qui?» guarda verso l'altra parte della siepe. Andrew sta camminando, ma vedo che spinge una sedia a rotelle. Nicolas è con lui. Cosa faccio? «Oddio, ma quello è Nicolas.» Sospiro sconfitta «Mi dispiace, dovevo dirtelo.» Mi guarda con gli occhi ricolmi di lacrime «Dirmi cosa?» allora le racconto tutto di ieri sera. «Ha un cancro e oggi ha iniziato la chemio.» Le lacrime ormai scorrono sulle sue guance bianche come se nulla fosse «Sei arrabbiata?» mi guarda «No, te l'ho detto. Penso di morire ogni volta che chiudo gli occhi. Potrei tornare in stanza addormentarmi e non svegliarmi più. Sai che potrebbe succedere. Non voglio morire arrabbiata con te. Sei la mia migliore amica e avrei voluto che me lo dicessi prima, ma so che non volevi farmi soffrire.» Le accarezzo la mano quasi scheletrica «Ehi Sky.» Andrew Diamond sta venendo verso di noi mentre spinge Nicolas. Sembra così diverso, è strano pensare che in realtà è la stessa persona che ha trascorso la sua infanzia con Stella. «Ciao Andrew.» Mi alzo, ma prima Georgia mi sussurra un «Vi conoscete?» a cui non rispondo. «Lei è la tua migliore amica giusto?» risponde lei al posto mio «Si, Georgia piacere.» Nicolas alza lo sguardo puntandole gli occhi addosso «Ciao.» Le sorride lasciandola paralizzata «Ciao.» Non penso che stia credendo a tutto questo. In realtà non ci credo nemmeno io. «Ti va di fare una passeggiata da soli? Possiamo lasciare loro due qui.» Georgia mi fa segno di andare, so che vuole stare sola con Nicolas. Così aspetto che Andrew posizioni suo fratello vicino alla mia amica e iniziamo a camminare. «Stella mi ha detto che sei l'opposto di Nicolas.» Incrocio le braccia al petto per tenermi al caldo. «Hai indagato su di me?» non rispondo «Comunque è vero, Nick ha solo voglia di divertirsi. Io ho ottenuto una borsa di studio per il football e sono andato a studiare a Los Angeles. Ho sempre odiato Washington.» Annuisco «Vorrei fuggire davvero ogni tano, ma poi penso a cosa lascerei dietro di me.» Si mette le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

«Il nome Skyler non ti si addice. Non sembri una che scappa»
«Non lo sono.»
«Ecco perché ti chiamo Sky. Perché il cielo non scappa mai. Il cielo di giorno, dello stesso colore dei tuoi occhi, cerca sempre di scappare, ma trova sempre un buon motivo per tornare.»
«Mai pensato di studiare lettere?»

Scoppia a ridere, «Dopo questa osservazione profonda mi dici questo?» annuisco «Devo trovarti un nome che ti si addica allora. Dici di non essere coraggioso, ma non la penso come te. Sei qui a guardare tuo fratello in quelle condizioni, sei forte. Solo che non te ne rendi conto, ci passa accanto una signora molto anziana che ci rivolge un leggero sorriso. «Sei una buona amica, non lo dico solo per me ma anche per Georgia.» Alzo la testa e guardo il cielo.

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