Uno dei sentimenti più comuni e costanti è la tristezza. Paul Ekman la inserisce nel gruppo delle "Sei emozioni fondamentali" con felicità, rabbia, sorpresa, disgusto e paura. Quante volte ci sentiamo tristi? Secondo me siamo più che altro tristi che felici. È veramente difficile trovare un motivo per essere felice, ma semplicissimo trovarne uno per essere triste. Puoi cercare qualcosa di banale, come il gelato al cioccolato finito, oppure la morte di un animale o parente avvenuta tempo prima. C'è sempre un motivo per essere triste. Invece non è lo stesso per la felicità. Se sono felice perché sto per guardare un film appena uscito in tv, subito dopo sarò triste perché mi ricorderò che il gelato al cioccolato è finito o perché sto guardando il film da sola e non con chi vorrei. La felicità è complessa. Secondo me la tristezza è così elementare. Probabilmente perché regna nel mio mondo da tantissimo tempo. Non se n'è mai andata e forse è giusto così. Ovvio la felicità è arrivata, ma non quella eterna. Mi capitava di uscire con Andrew ed essere felice perché mi aveva appena baciata sotto il portone di casa. Entravo in camera mia e mettevo il pigiama. Poi pensavo al fatto che Georgia non era con me e non meritavo di essere felice senza di lei. Così iniziavo a piangere. Spesso ho pensato di aver bisogno di aiuto, intendo di uno psicologo, ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo a qualcuno. Non avrei voluto sentir dire da un completo sconosciuto che ero depressa. Come lo avrei detto ai miei? A Bryce? A Andrew. Anzi mi correggo, gliel'avrei detto? Pensando alle condizioni di adesso non lo avrei fatto, ma prima di sapere che mi hanno mentito probabilmente sarei corsa da loro piangendo. «Sono depressa.» E cosa avrebbero fatto? Un abbraccio non sarebbe bastato. Sarei rimasta lì immobile ad aspettare che il dolore passasse. Io non penso che si guarisca dalla depressione. Non so se lo sono mai stata, probabilmente si, nel periodo subito dopo la morte di Georgia, ma credo che non esista quel mattino in cui ti alzi e hai voglia di andare al bar a prendere un cappuccino e un caffè, in cui poi vai a scuola e parli con chiunque, ascolti le lezioni, torni a casa e per la prima volta dopo tanto i tuoi genitori ti sentono parlare a tavola e la sera non hai bisogno che tua sorella e il suo ragazzo dormano con te per paura che tu possa crollare. No, non mi è mai successo. Io non ho mai avuto una di queste giornate. I miei giorni si susseguivano tutti uguali. Mi alzavo quando suonava la sveglia con Stella e Bryce nella mia stanza, mi vestivo, scendevo e facevo colazione in silenzio. Andavo a scuola e mi subivo le occhiate cariche di compassione e i commenti di quelli che sussurravano all'orecchio del proprio amico che ero depressa per Georgia. Poi andavo a casa e studiavo. La sera cenavamo tutti insieme e i miei genitori cercavano di parlare con me senza successo. Rispondevo a monosillabi. Alla fine salivo le scale e mettevo il pigiama. Mi sdraiavo sul letto e, anche se gli occhi non riuscivano più a stare aperti, aspettavo che sia stella che Bryce fossero al mio fianco. Poi mi addormentavo e qualche volta mi svegliavo. Questo è stato il mio periodo buio, in cui non ho cercato di soffocare il mio dolore in niente. Non mi sono buttata sullo sport. Sulla scuola. Sul cibo. Sull'alcol. Sul sesso. Mi sono buttata solo sul mio dolore. Ho pianto fino a finire le lacrime. Poi ho pianto perché erano finite rendendomi conto che avrei potuto piangere quanto volevo, ma un giorno avrei dovuto riprendere in mano la mia vita. E quel giorno sono andata a cena, il giorno dopo il diploma, e ho detto che sarei andata a vivere a Los Angeles per studiare medicina alla UCLA. Ero stata accettata anche all'università di Washington, ma la UCLA era il mio sogno e anche quello di Georgia ed ero decisa a realizzarlo. I miei genitori non volevano. Il massimo che mi consentivano era andare a San Diego con Stella e Nick, ma io avevo detto che la UCLA aveva un ottimo percorso di studi di medicina. Allora avevano provato a convincermi a cambiare facoltà. In quel momento Bryce Kade, quello che allora era un mio amico e il ragazzo di mia sorella di cui non avevo ancora capito l'importanza, si è intromesso. Aveva proposto di andare a vivere insieme, che anche lui sarebbe andato lì a studiare economia e subito mia madre aveva accettato. E tutto sembrava andare bene. Io durante il mio periodo buio non mi sono buttata su niente. Quindi ho intenzione di farlo stasera. Non potrò buttarmi sullo sport o sullo studio. Però sul resto si. Quindi mangio due hamburger e tre porzioni di patatine. Non so dove mi entrano. Affogo i miei dolori sul cibo per meno di quarantacinque minuti. Lo stesso tempo che ci ha impiegato Georgia a morire. Cerco di non pensarci e scolo quello che resta della mia coca cola ghiacciata. Poi è il momento dell'alcol. Cameron, che ho chiamato prima con il telefono di Jenn, mi porta alla festa di una confraternita poco lontana dalla loro e faccio la cosa che tutti fanno in quella casa. La cosa che le persone fanno quando stanno male. Bevo. Bevo talmente tanto da andare a vomitare accompagnata da Cameron che mi tiene i capelli. Poi scendiamo le scale e bevo ancora nonostante le sue proteste. Vomito un'altra volta. Bevo ancora. Vomito e poi alla fine mi decido ad andare a casa. Non a casa mia. Obbligo Cameron a portarmi alla confraternita. E lì affogo i miei dispiaceri in altro. La terza cosa era il sesso. Appena la porta bianca della stanza di Cam si chiude lo bacio e lui ricambia. Per un secondo sono anche felice di piacergli. Poi ci faccio sesso e mi addormento nel suo letto. Che si fottano tutti quelli che pensano che io non sia stata normale per aver cercato di continuare a vivere dopo la morte di Georgia. Oggi affogo i miei dispiaceri. Se mi vedessero Andrew e Bryce darebbero di matto, a loro non piace Cam. A me si. Mi addormento soddisfatta di non aver sofferto per qualche ora. E il dolore non torna nella mia testa annebbiata dall'alcol. Nel mio stomaco pieno di cibo spazzatura che probabilmente ho anche vomitato, ma non importa. Nel mio corpo appagato dal sesso.
Spazio autrice
Ciao a tutti amici, come avete iniziato questa settimana? Spero bene... In questo capitolo c'è la mia parte preferita che sarebbe una riflessione sulla felicità. Sky riflette su quanti motivi ci siano per essere tristi in confronto a quello per essere felici e questo pensiero mi accompagna davvero spesso. In ogni caso Skyler esce con Cameron e tra loro c'è qualcosa... Che ne pensate di lui? Vi piacciono come coppia? Vedremo che succederà nel prossimo capitolo. Ora vi lascio, ciaoo.
Giulia❤️
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Sky
RomanceQuanto può essere strano capire di star perdendo ogni singola cosa? La persona più importante della tua vita. Non capirai mai perché sia successo. È successo a Skyler che si sta avvicinando sempre di più all'idea che la sua migliore amica Georgia mu...