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«Sono arrivati i libri di testo» urla Bryce dall'atrio dopo aver chiuso la porta al fattorino. Posa lo scatolone sul pavimento e lo apre. Capiamo quali sono miei e quali suoi semplicemente grazie ai titoli, economia e medicina sono due cose completamente diverse. «Penso che dovresti affrontare Andrew.» se ne esce così dal nulla mentre sfoglia le pagine di un libro sull'economia aziendale e io qualcosa sulla genetica. «Perché?» posa gli occhi su di me «Lo hai detto tu stessa. Lo ami.» Scuoto la testa «Ho detto che sono innamorata di lui, non che lo amo.» Sbuffa alzando gli occhi al cielo. «Ti sei pentita di quello che hai fatto quando è morta Georgia.» Spalanco la bocca. Non parliamo mai direttamente della sua morte perché ogni volta il dolore è troppo. «Skyler voglio che tu affronti questa cosa.» Si avvicina a me e si siede a gambe incrociate sul pavimento del salotto, dove sono anche io. «Parlami di Georgia.» Lo guardo confusa. Lui sa tutto di lei. Ma lo faccio lo stesso. «Ci siamo conosciute da piccole, mi aveva convinta ad andare a parlare con un bambino che mi piaceva e poi mi aveva consolata dopo il rifiuto.» Mi interrompe «Vi avevo notate. Quel giorno mi sono preso una cotta per lei.» Sorride al ricordo e anche io. «Siamo state in classe insieme alle elementari, vicine di banco sempre e comunque e stessa cosa alle medie. Fu lei a darmi dei consigli per il mio primo ragazzo. Mi vergognavo a chiedere a Stella che era già uscita con qualcuno visto che era già alle superiori. L'appuntamento andò stranamente bene e la sera festeggiammo con un pigiama party solo noi due a casa sua. Al primo anno iniziammo a programmare il nostro futuro. Sai che a quell'età si fantastica su tutto. Saremmo andate a vivere a New York o a Los Angeles, saremmo diventate persone importanti e avremmo sposato qualcuno di molto ricco e anche famoso magari. Ma la cosa che sognavamo più di tutte. Per cui ci preparavamo da tanto era il ballo dell'ultimo anno e il diploma. Volevamo diplomarci un anno prima per goderci al meglio la vita insieme. Perché saremmo andate a vivere insieme a avremmo condiviso ogni cosa, e i nostri figli avrebbero fatto lo stesso. Il mio ballo dell'ultimo anno non è stato dei migliori. Sono dovuta andare con Nate King perché tu e Stella mi avete obbligata e lui è stato carinissimo. Solo che io volevo andarci con Georgia. Il giorno del diploma è stato bello solo perché Stella era seduta vicino a me, ma alla fine della cerimonia io cercavo solo Georgia per abbracciarla e dirle che ero pronta alla nostra nuova vita insieme. Ma lei non c'era. È stata mia madre ad abbracciarmi e a dirmi che era orgogliosa di me. Georgia mi è stata vicina per tutta la vita. All'inizio del terzo anno si è sentita male, ha vomitato sangue e io l'ho portata in ospedale. Aveva un cancro alle ovaie e dissero che dovevano operarla. Ma lei decise di no. Il cancro si estese e, dopo mesi di agonie, Georgia è morta. Mi ha lasciato un vuoto enorme dentro che sento ogni volta che chiudo gli occhi. Una voragine nel petto che non sono in grado di richiudere. Lei mi manca.» Bryce sorride. «Sono fiero di te Skyler.» Resto sbalordita da quello che ha detto, poi faccio per asciugarmi le lacrime e noto che ho le guance asciutte. Sorrido a Bryce «Non hai pianto parlando di lei.» Nei suoi occhi leggo tanto, tantissimo orgoglio. «Non ho pianto parlando di lei!» esulto saltandogli tra le braccia. «Sapevo che ce l'avresti fatta.» Mi stringe forte e sento quella voragine richiudersi. Non è solo merito mio, ma soprattutto di Stella, Bryce e dei miei genitori, che non mi hanno lasciata in questi ultimi mesi. «Grazie.» Non risponde continuando ad abbracciarmi forte.

Dopo un po' montiamo gli scaffali di cui abbiamo lasciato le scatole nell'atrio e sistemiamo i libri. Quando abbiamo finito vado a farmi una doccia visto che abbiamo deciso di fare un giro dopo cena per il campus. Metto un top azzurro e dei pantaloncini neri. Vado in cucina dove Bryce sta preparando una frittata e gli chiedo se posso aiutarlo «Apparecchia», prendo le cose ed eseguo. Dieci minuti dopo siamo seduti al bancone della cucina, che ha quattro sgabelli, a mangiare la frittata deliziosa che ha fatto Bryce «Sei assunto» scherzo «Grazie madame» dice con accento francese che mi fa scoppiare in una fragorosa risata che contagia anche lui. «Finisci di prepararti mentre lavo i piatti. Mentre vieni mi porti il giubbotto di jeans?» Annuisco scappando in camera. Metto le scarpe e sistemo i capelli. Prendo una borsa e una giacca di jeans anche per me. Vado nella stanza di Bryce che ha già qualche foto appesa al muro che non avevo notato. Nella prima sono ritratti lui e Stella al ballo di qualche mese fa. In una è con la sua vecchia squadra di football, credo che gli manchino i suoi amici. Nessuno di loro è venuto a studiare a Los Angeles. In un'altra ci siamo io e lui, uno dei pochi giorni in cui stavo bene. Era dopo il diploma e abbiamo passato una giornata al mare. Mi sta sollevando per buttarmi in acqua. Ricordo alla perfezione quel giorno. Nell'ultima c'è anche Stella oltre a noi ed era una delle tante serate passate nella mia stanza. Avevo appena finito di piangere per Georgia, poi Bryce aveva fatto una battuta davvero stupida che adesso non ricordo e avevo iniziato a ridere a crepapelle come mia sorella. Anche lui aveva fatto lo stesso. Mia madre era entrata nella stanza e, vedendoci in quello stato, vedendo me ridere dopo tanto tempo, ci aveva fatto una foto. Sorrido leggermente ripensando a tutti gli sforzi che mia sorella e il suo ragazzo hanno fatto per me e oggi ho raggiunto uno dei tanti obiettivi: non piangere mentre parlo di Georgia. Però non posso negare che mi manchi da morire. «Quella serata è stata memorabile.» Mi spavento quando trovo Bryce appoggiato allo stipite della porta «La prima volta che ho riso dopo che se n'è andata.» Annuisce «Sono felice di esserne stato la causa.» Fa un gesto degno di una diva di Hollywood e io rido «Non è colpa mia se sei un clown.» Lui fa una finta faccia indignata «Clown a chi?» Mi prende sulla spalla e mi butta sul letto iniziando a farmi il solletico. Si ferma solo quando io non riesco più a respirare «Mi hai sfatto tutto il letto!» mi riprende per finta «Io?» rispondo fingendo di essere offesa. «Usciamo, vediamo se troviamo qualche festa da confraternita e ti troviamo un ragazzo.» Gli lancio un'occhiataccia «Che vuoi? Non vuoi stare con Diamond allora ti trovo un bel giocatore di football da confraternita.» Scuoto il capo esasperata «Sono già stata con un giocatore di football e sono degli idioti.» Metto la giacca e prendo le chiavi di casa che Bryce stava già dimenticando. «Tu e Nate non siete stati insieme.» Inizia a scendere i gradini due alla volta, mentre io scendo con tutta calma facendolo sbuffare per la mia lentezza. Rallento per dargli fastidio. «Non parlavo di Nate ma di Marcus.» Spalanca gli occhi «Tu e Marcus Bolton?» Annuisco «Devi raccontarmi tutto.» E così lo faccio. Gli parlo del mio primo ragazzo mentre passeggiamo verso il campus della UCLA.

Spazio autrice

Ecco qui l'ultimo capitolo della settimana. Sentire il progetto di Skyler e Georgia rovinato dal cancro e dalla morte mi fa venire da piangere. Se vi va datemi un parere nei commenti e lasciate una stellina. A lunedì!

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