10.

31 7 4
                                    

Solitudine. È strano sentirsi così soli quando si cammina per i corridoi affollati di una scuola superiore di Washington D.C. dove tutti chiacchierano appoggiati agli armadietti in attesa del suono della campanella che costringerà tutti ad entrare in classe ed affrontare un'ora di qualche lezione fin troppo noiosa. Io sono sola e non ascolto nemmeno mia sorella che mi parla del suo ragazzo Bryce che le ha fatto una scenata di gelosia perché passa la maggior parte del tempo in ospedale con Nicolas. Detesto Bryce e non voglio nasconderlo a Stella. «Senti. È un'idiota che non ti capisce, lascialo Cristo,» io almeno ci provo, ma so già che a ricreazione li vedrò sbaciucchiarsi contro gli armadietti. Lo odio. La campanella suona e devo andare a lezione di fisica. La prima lezione dell'anno nuovo. È più di una settimana che non parlo con Andrew. Gli ho scritto un messaggio che non ho inviato. Cancellato. Sono andata in ospedale ogni giorno e ci siamo incrociati un paio di volte, ma lui ha sempre distolto lo sguardo. In realtà io proprio non lo capisco. Mi ha detto che gli faccio pesare il suo dolore, ma io non ci credo. Ne ho parlato con Georgia e le ho dovuto raccontare ogni nostra uscita nei minimi dettagli, con tanto di parole precise dei nostri discorsi. Ha detto che lui si sbaglia. Che è stata solo una sua impressione. In effetti lo penso anche io perché so cosa sta provando. Anche Georgia sta male. Se tutto stava andando bene ora è decisamente il contrario. Georgia è ancora più stanca di prima per le chemio. Il dottore ha detto che a breve le faranno una tac per vedere se sta per guarire. Però ha vomitato sangue e stamattina, quando sono andata a trovarla. Usava di nuovo il respiratore e dormiva. Non riesce più a camminare. Di nuovo. Direi che va tutto uno schifo. Ma alla fine non ascolto nemmeno la signora Gandia che parla di qualcosa che non ho nemmeno capito. Non mi importa più. Non vado in mensa. Non sopporterei le lamentele di Stella, non oggi che ho dovuto riprendere la mia normale routine ma senza alcuna consolazione. So che lei parla di qualsiasi cosa e sta ancora con Bryce per distrarsi, ma lui è il ragazzo peggiore che si potesse trovare. Ora non mi resta altro che sperare che loro due si lascino a breve. In teoria non si può mangiare in biblioteca. Il divieto è scritto a caratteri cubitali, ma nascondo un tramezzino comprato alle macchinette del secondo piano nello zaino e mi rifugio tra gli scaffali in modo che la signora Ginny, la bibliotecaria, non mi becchi. Mangio in fretta perché ho comunque paura e mi obbligo ad aprire il libro di letteratura inglese. Avrò i test per il diploma e non sarà di certo Andrew a impedirmi di fare ciò che desidero. Non so se andrò ad ottobre alla UCLA, dipende tutto da Georgia, ma quando ieri sera abbiamo scambiato poche parole mi ha detto di andare indipendentemente da Andrew. Io le ho risposto che avrei aspettato, avrei aspettato che lei stesse meglio. Poi i suoi occhi si sono riempiti di lacrime e il mondo mi è caduto addosso. Georgia era certa di morire. Mi correggo, lo è anche in questo preciso istante in cui io cerco di capire qualcosa di quello che sto leggendo. E forse sarà così. Forse morirà, ma vivrò io per lei. Perché non mi importa se non sarà con me fisicamente. Georgia White sarà per sempre la mia migliore amica anche se il cancro la divorerà. Importa di questo.

Oggi stupisco il signor Carter ascoltando con attenzione la sua lezione di biologia fin troppo noiosa. Ho semplicemente bisogno di distrarmi da Georgia, da mia madre, da Stella. Da Andrew, da me stessa. Così lo ascolto parlare e prendo anche appunti, rendendomi conto che non avrò bisogno di studiare. Se sto attenta riesco ad assimilare tutto. Appoggio la testa contro il mio armadietto rosso e sospiro. So esattamente cosa fare per andare decentemente a scuola ma non posso farlo. Come faccio a prendere appunti mentre la signora Red che spiega il libro appena letto mentre Georgia vomita sangue oppure non riesce più a respirare autonomamente? Con tutti i problemi che ho studiare "Orgoglio e Pregiudizio" è l'ultima delle mie preoccupazioni. «Cha ha tua sorella?» Bryce l'idiota è appoggiato a braccia conserte all'armadietto alla mia sinistra mettendo in evidenza i muscoli delle braccia coperti dal suo giubbotto da sportivo. Odio i giocatori di football. Più di ogni altra cosa. Mi viene in mente Andrew perché anche lui ci gioca. «Ciao anche a te Bryce.» Sbuffo sonoramente, non mi importa che mi senta. Voglio che sappia quanto io non sia d'accordo con la sua relazione con Stella. «Senti... Stella è strana e lei mi piace-» lo interrompo scioccata. «Ti piace? Bryce state insieme da due anni cazzo, lei vede un futuro con te e tu mi dici che ti piace e basta?» se dopo due anni una persona si rende conto di non provare emozioni così forti con un'altra perché restare lì? Ah giusto: convenienza. Bryce, anche se molto ammirato dalle ragazze della scuola, in questo modo ha un'accompagnatrice per il ballo assicurata, una scopata assicurata, un aiuto nello studio assicurato, un passatempo per il pomeriggio assicurato, qualcuno da baciare contro gli armadietti assicurato e pettegolezzi assicurati. «Sai che io ti odio vero?» gli chiedo posando il libro di biologia e prendendo quello di matematica «Odiare è una parola grande.» Scuoto la testa «Non per te e il tuo ego gigantesco. Sei un coglione e non te ne rendi nemmeno conto, ma lo capisco. Voi sportivi siete il peggio qui dentro e non mi venire a dire che sei diverso perché tu mia sorella non la amerai mai.» Resta sbigottito per ciò che ho detto. Chiudo con forza l'anta dell'armadietto lasciando che produca un rumore assordante e me ne vado a passo svelto. Ma Bryce non si arrende, non solo in campo, ma anche nella vita di tutti i giorni. «Non ce lo siamo mai detti» confessa «Sei serio?» annuisce e io non so cosa dire. Stella è la persona più romantica della Terra, ama leggere romanzi d'amore e piange ogni volta che ne finisce uno. È innamorata delle commedie romantiche e io non riesco a capire quello che dice Bryce. «Diglielo. La renderesti felice in questo periodo di merda.» Lui aumenta il passo e mi blocca la strada. «Ho paura che lei possa innamorarsi di Nicolas, forse lo è già.» Gli sorrido perché, anche se non lo posso vedere, in questo momento mi sembra un bambino impaurito. Grande e grosso com'è non dovrebbe dare l'impressione di qualcuno di indifeso, ma è quello che penso proprio ora di Bryce Kade. «Lei ha perso la verginità con lui e lui con lei. Sapeva che non se ne sarebbe pentita perché nessuno dei due prova qualcosa per l'altro se non un grande amore fraterno. Lei si fa un sacco di problemi per te e se davvero ci tieni potrei imparare a tollerarti.» I suoi occhi si illuminano «Dovrei dirglielo con un grande gesto?» annuisco. Stella è il tipo. «Portala fuori città, sulla spiaggia anche se si congela. Prendi del cibo spazzatura e un sacco di coperte. Mentre sarete lì tu diglielo. Lei è innamorata persa di te.» Se c'è una cosa che non mi sarei mai aspettata nemmeno in tutta la mia vita quella è proprio un abbraccio da Bryce Kade. Mio malgrado lo ricambio per non sembrare scortese stringendolo come posso, viste le sue dimensioni, con il braccio in cui non tengo le mie cose. «Grazie, Grazie, Grazie. Non riuscirò mai a sdebitarmi con te.» Mi stacco da lui mettendo fine al mio imbarazzo. «Lo farai rendendo felice Stella. Per davvero e non per avere tutto assicurato nella noiosa vita di un giocatore di football di un liceo.» Mi incammino verso la classe e lui cammina al mio fianco. «La mia vita non è per nulla noiosa.» Sorrido divertita anche se non dovrei familiarizzare con il nemico. «Smetti di fingere di crederti il centro del mondo. So che sei un ragazzo normale. Stella mi ha parlato di te e della tua famiglia. So che fingi di avere un ego smisurato. Io non sopporto il finto te, non il vero Bryce.» Mi sorride. «Davvero ti ha parlato della mia famiglia?» annuisco posandogli una mano sul braccio. «La vita fa schifo e me ne sono resa conto. Spero che andrà meglio, ad entrambi.» Scuote la testa «A mio padre non passerà. Lui è il centro di tutto.» Il padre di Bryce, Gerard Kade, un tempo era un importante direttore di una banca. Un giorno questa ha fallito e lui è caduto in depressione gettandosi sull'alcool e non è ancora riuscito ad uscire dal tunnel della dipendenza nemmeno con l'aiuto di suo figlio, di Stella e di sua moglie. Marta Kade è un avvocato di grido che tradisce il marito alcolizzato a destra e a manca, l'ho beccata anche io una volta mentre facevo shopping con Stella, non rendendosi conto di quanto tutta la situazione faccia soffrire Bryce.

«Andrò a studiare alla UCLA il prossimo anno con una borsa di studio per il football.»
«Anche io andrò lì.»
«Stella andrà a San Diego.»
«Lo so.»
«Sono tre ore di macchina. Pensi che ce la faremo?»
«Solo se vi amate davvero.»
«Per me è così.»

Alla fine sono felice della sua risposta perché io sono sempre stata convinta che mia sorella meriti un'immensa felicità nella vita. «Che cosa studierai?» mi chiede mentre percorriamo i corridoi della scuola. «L'esperienza con Georgia mi ha fatta pensare tanto e mi ha fatto rendere conto di quanto io voglia aiutare le persone perché non posso farlo con lei. Voglio fare il medico.» Mi ascolta interessato e poi gli chiedo cosa studierà lui. «Pensavo ad economia. Non farò il giocatore di football nella vita. Con i numeri me la cavo e voglio essere quello che mio padre non è stato. Non cadrò a pezzi perché la banca dove lavoro ha fallito. Andrò avanti.» Gli sorrido «Fammi sapere di Stella» gli dico non appena ci troviamo davanti alla mia aula. Mi saluta e torna indietro. Svolta a destra, da dove siamo venuti. «Ehi Carly sai che lezione ha Bryce Kade ora?» lei ci pensa qualche secondo e, visto che è molto informata sulla squadra di football, risponde: «Arte.» Le sorrido e vado a sedermi al mio banco in fondo all'aula. Bryce mi ha accompagnato dall'altra parte della scuola rispetto a dove sarebbe dovuto andare. Forse non è così odioso, magari diventeremo amici. Forse potrei iniziare ad apprezzarlo. Ho detto forse, è comunque un idiota. Però mentre lo penso sorrido e ascolto anche la lezione di matematica capendo tutto quello che l'insegnante sta dicendo. Non penso neanche ad Andrew. I miei pensieri ricadono su Georgia a fine lezione, quando Steve McCall viene da me a chiedermi come sta. Rispondo con una bugia perché lo fa solo per curiosità e cortesia. A lui non importa davvero. Però quando esco da scuola Stella ha un corso extra e Bryce ha gli allenamenti, davvero lo considero mio amico? Però mi rendo conto di essere sola. Decido che oggi non mi autocommisererò, così vado sulle gradinate del campo da football che è ancora vuoto. Quando i giocatori entrano pronti per allenarsi Bryce si sbraccia per salutarmi. Ricambio. Ok non è mio amico ma è simpatico quando vuole.

Spazio autrice

Bentornati in questo nuovo capitolo! Abbiamo un nuovo personaggio, il ragazzo di Stella Bryce. Non voglio fare spoiler ma avrò un ruolo importante in questa storia, positivo o forse negativo? Lo scoprirete solo leggendo. Come state? Spero bene, finalmente la settimana è finita perché sono davvero stanca. Ora vi lascio e ci vediamo lunedì. Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina e vorrei che commentaste con un vostro parere (accetto le critiche costruttive ovviamente), vado a cercare di non addormentarmi! Ciaoo

SkyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora