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Quello che non avevo calcolato della sbronza era il mal di testa. Per quanto riguarda cibo e sesso sto bene. Cameron sta ancora dormendo quando i miei occhi si aprono. Decido che forse è meglio farmi una doccia. Esco di soppiatto dalla stanza con solo una maglietta che mi arriva a metà coscia e gli slip, con i capelli in disordine e un dolore lancinante alla testa. Trovo il bagno davanti alla stanza e mi faccio una doccia dopo essermi chiusa a chiave. Poi metto una maglietta pulita che ho preso dal cassetto di Cameron ed esco. Ecco chi trovo che sta per entrare dov'ero io. Non so di chi siano gli occhi che si riempiono di tristezza per primi, fatto sta che la serata di ieri sera è completamente andata a puttane. Dovrei ripeterla, ma adesso la mia tristezza è talmente tanta che non basterebbe una sola sera. Non basterebbero tre panini e due posizioni di patatine. Non basterebbe tutto l'alcol che ho bevuto ieri sera. Non basterebbe solo Cameron . Perché l'unica cosa che può porre fine alla mia tristezza è davanti a me che mi guarda come se fossi il pupazzo che ha perso da piccolo e ha cercato così tanto. «Sky» mormora. Non trovo neanche le forze di pronunciare una singola parola. «Stai bene?» annuisco e mi sembra di essere tornata a quelle cene in cui rispondevo praticamente solo così. «Jenn ti ha dato il mio biglietto?» annuisco di nuovo. Se ieri sera lo odiavo e volevo che andasse all'inferno adesso mi rendo conto di amarlo. Troppo per una sola persona. Ma le cose non vanno mai bene. «Che ci fai tu qui?» chiede. E poi succede. Cameron esce dalla stanza senza maglietta stropicciandosi gli occhi. «Ehi piccola.» Credo di aver appena assistito al crollo del mondo di Andrew, che improvvisamente si accorge della maglietta. Deglutisce «Ciao amico» lo saluta con una pacca sulla spalla. Andrew non risponde. Se ne va in camera sua. Non dovrei seguirlo perché mi ha mentito, ma ne ho bisogno. Lascio Cameron impalato in mezzo al corridoio come uno stupido e entro nella stanza chiudendomi la porta alle spalle. «Qual è il tuo problema?» domando mentre lui passeggia nervosamente per la stanza con le mani tra i capelli biondi. «Vuoi saperlo davvero?» Annuisco «Hai appena perso la verginità con Cameron. Cristo tu ami me! Non Cameron!» Lo guardo come se fosse stupido. Forse lo è davvero. «Due cose. Primo non sono vergine. Secondo smetti di prenderti diritti su di me che non hai. Anche se avessi voluto perdere la verginità con Cameron non sarebbe stato un tuo problema. Parlane con Marcus, della mia verginità.» Si ferma all'improvviso.

«Quando?»
«Quando cosa?»
«Tu e Marcus.»

Sembra che questa risposta condizionerà il corso di tutto, ma non credo sia così. Credo che non cambierà nulla perché sono stata con Cameron e mi sento in colpa quando non dovrei. Mi sento in colpa perché amo Andrew e lui mi ha mentito. Però io ho finto che lui per me non fosse nulla quando in realtà non è vero. «Due anni fa. Veniva nella mia scuola e siamo stati insieme. Poi lui si è trasferito.» Le spalle si rilassano e tira un sospiro di sollievo. «Perché Cameron?» domanda con tono addolorato «Perché tu mi hai mentito. Lo hai fatto per tutto questo tempo e non ti è importato del fatto che avrei potuto soffrire. Non ti è importato sapere che saremmo arrivati a questo punto. Questo è il punto di rottura del ponte. Solo che tu sei dalla parte opposta della mia.» Scuote la testa «Sono con te. Sono sempre stato con te. Aggrappati a me Sky. Sono il tuo motivo per tornare, sai che lo salterei quel cazzo di ponte anche se dovessi morire. Lo sai benissimo. Skyler ti prego.» Si inginocchia davanti a me piangendo. Non vorrei avere tutto questo potere su di lui, ma so che anche Andrew lo ha su di me. «Hai già avuto l'occasione di saltare e non l'hai fatto. Sapevi che il ponte stava crollando e tu dovevi fare l'ultimo passo per arrivare dalla parte dov'ero io e hai esitato troppo a lungo. Il ponte è crollato e sei rimasto dall'altra parte. Ormai è impossibile attraversarlo.» Faccio per girarmi ma lui mi afferra la mano alzandosi prontamente in piedi. Mi trascina a sé per poi baciarmi. Per un po' lo lascio fare perché è quello che voglio. Poi mi rendo conto che in realtà il nostro è un semplice bacio di addio. E fa male. Cazzo se fa male. Le nostre mano si lasciano e sembriamo due sconosciuti. Sbatto le palpebre e Andrew è davanti a me e piange. E lo faccio anche io. «Ti amo» mi dice. Lo amo anche io. Ma resto in silenzio ed esco dalla stanza.

Ho saltato il primo giorno di lezione e l'ho passato a cercare un appartamento che stranamente ho trovato. Un ragazzo è andato a studiare in Germania e quindi adesso vivo qui. Cioè da domani, adesso sto andando a prendere tutte le mie cose da casa di Jenn e Lily, ma spero di riuscire a portare tutto oggi e poter dormire lì stanotte. In realtà lo spero per tenermi impegnata e non dover pensare all'addio con Andrew che fa troppo male.

Sistemare tutti gli scatoloni sul pavimento bianco è un'impresa davvero complicata. L'ultima volta mi ha aiutata Bryce e adesso vorrei tornare al mio appartamento. Mi manca il pavimento in legno. Libero Prada dalla gabbietta e subito si rifugia sul divano blu che il vecchio inquilino ha lasciato. Almeno ho preso una casa già arredata. L'unica cosa positiva al momento. Jenn mi ha scritto un messaggio per chiedermi dove fossi circa mezz'ora fa e le ho dato la notizia. Le ho anche invitate a cena dicendo di prendere le pizze mentre vengono qui. Andrò a fare la spesa promesso. Però mentre sistemo la mia nuova stanza mi rendo conto della mancanza di una cosa. Una cosa che probabilmente ho lasciato nell'appartamento con Bryce, ma comunque andrò a vedere per primo quello di Jenn e Lily. Ho appena perso "Cime tempestose". Il mio libro preferito.

Spazio autrice
Capitolo abbastanza triste... Ma vedremo come andrà continuando la storia. Come state? Spero bene, non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale. Ora vi lascio perché la settimana scorsa alla fine non mi ha interrogata di storia quindi devo studiare. A venerdì!
                                                                     Giulia

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