17.

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Bryce non si sbagliava. Una confraternita, la Sigma Alpha Epsilon, sta dando una festa e nell'enorme casa c'è un mare di persone, come nel giardino. Bryce mi prende la mano e mi urla che è per non perdermi. Lo sento a malapena vista la musica altissima che proviene da dentro. Ci facciamo strada tra i ragazzi fuori che bevono, fumano e parlano. C'è un'aria tranquilla, di libertà di cui avevo assolutamente bisogno. La gente sta ballando al centro del salotto, qualcuno è in cucina che prende da bere e chiacchiera come se nulla fosse. Il corridoio che conduce ad un secondo salotto è occupato da ragazzi che si baciano e parlano. Nella stanza in cui arriviamo dopo averlo attraversato ci sono una ventina di ragazzi che giocano a beer pong. Ed è in quel momento che lo vedo. Con la pallina bianca in mano che lancia e che successivamente entra in uno dei bicchieri posti davanti al ragazzo in piedi dall'altra parte del tavolo che beve velocemente. Lui esulta e qualche suo amico gli dà una pacca sulle spalle. Io mi nascondo dietro Bryce, ma lui lo nota. «Bryce!» Fa per abbracciarlo ma nel mentre nota anche me. «Skyler.» Mi sorride, «Ciao Marcus.» Lui e Bryce si scambiano qualche pacca sulla spalla «Non sapevo che venissi alla UCLA» gli dice «Infatti, sono di passaggio. Domani riparto. Sto a San Diego.» Annuisce ascoltandolo visto che la porta chiusa ovatta la musica «Anche Stella studia lì.» Iniziano a parlare di cose che non ascolto nemmeno e io mi guardo intorno. «Vuoi fare una partita?» mi chiede il ragazzo che era davanti a Marcus. Guardo con scetticismo i bicchieri rossi con la birra, ma poi annuisco. Giochiamo. «Sono Cameron» si presenta. «Skyler.» Fa un cenno con la testa e posiziona i bicchieri. «Prima lei signora.» Alzo gli occhi al cielo perché, probabilmente senza nemmeno rendersene conto, mi sta sminuendo con un semplice appellativo. Prendo la mira e lancio la pallina che entra nel bicchiere. Così lui deve bere. Andiamo avanti così fin quando non siamo entrambi ubriachi e Bryce mi guarda storto appoggiato al muro beige. «Sai tu mi piaci... Cosa studi?» Io e Cameron ci siamo spostati sul divano troppo stanchi per fare l'ennesima partita. In più gli altri volevano giocare e non c'era più il brivido delle prime tre partite visto che Cameron ha perso ogni singola volta. Però ho bevuto. «Medicina e tu?» Appoggio la testa allo schienale chiudendo gli occhi che mi bruciano. Il top mi si è appicciato alla pelle per il caldo e vorrei solo uscire da qui. Però non me la sento di alzarmi. Se lo facessi vomiterei quasi sicuramente. «Arte.» Lo guardo affascinata «Disegni?» Annuisce «Soggetto preferito?» Non esita un secondo a rispondere «Donne.» Dovevo aspettarmelo «Ovviamente nude» completo la frase «Sei perspicace Skyler.» Lo ringrazio «Vuoi essere il mio soggetto per un disegno?» Ci penso un po' su «Posso farlo con i vestiti?» domando inclinando leggermente la testa «Andata. Andiamo forza.» Si alza e mi porge la mano. «Come? Adesso?» Sorride «Certo forza!» Mi faccio coraggio e mi alzo barcollando un po'. Faccio cenno a Bryce che è tutto ok e, per non andare da lui e disturbare la conversazione con Marcus, gli mando un messaggio in cui scrivo che sono andata di sopra con Cameron e di non preoccuparsi. Si preoccuperà sicuramente ma ok. Saliamo le scale in legno e mi trascina fino ad una porta in fondo al corridoio, «Benvenuta nella mia stanza.» Allarga le braccia facendo una giravolta. È piccola, con un letto matrimoniale, due comodini e una scrivania. La finestra da sul tetto e, affacciandosi, si vede il giardino stracolmo di gente e la strada da cui siamo arrivati io e Bryce. «Sdraiati sul letto.» Annuisco ed eseguo. Lui prende uno sgabello posto in un angolino della stanza e va verso una porta che non avevo notato. Penso che ci tenga le cose per disegnare. «Allora sposta un pochino la spallina destra come se fosse caduta e mettiti sul fianco. Metti il braccio sotto il cuscino e l'altro davanti alla pancia. Leva le scarpe e lascia i piedi nudi. Spettina i capelli leggermente.» Poi inizia a disegnare sul foglio. Resto in posa per un'ora circa fin quando non mi annuncia di aver finito. Mi tiro su e lui si siede vicino a me con il blocco tra le mani. «Ti piace?» Resto a bocca aperta per la precisione dei lineamenti. «Se mi piace? È straordinario.» Mi sorride «Tienilo pure.» Strappa precisamente il foglio e me lo porge «Non posso accettare. È un tuo lavoro e devi conservarlo.» Lui scuote la testa «Sei tu il soggetto e l'ho fatto per te, spero di poterti fare un altro ritratto un giorno e magari quello lo conserverò.» Sorrido e prendo il foglio tra le mani. Studio con attenzione i dettagli del disegno ma non riesco a trovare nemmeno un difetto. «Grazie Cameron.» China la testa «Chiamami Cam», gli dico che va bene. Qualcuno irrompe nella stanza, «Cristo Skyler ti ho cercata ovunque. È tardi andiamo», è Bryce con aria molto preoccupata che guarda male Cameron. «Guarda.» Gli mostro il disegno. Allora lui sospira di sollievo e capisce che non è successo nulla tra di noi. «Spero di rivederti» mi saluta allora Cam, «Lo spero anche io, ciao.» Usciamo dalla stanza e successivamente dalla casa. «Ero davvero preoccupato» borbotta mentre camminiamo verso il nostro appartamento, «Non è successo nulla. Stavamo parlando e mi ha detto che studia arte, così mi ha fatto un ritratto. Nulla di più.» Faccio spallucce. La sbronza mi è passata. Bryce non dovrà tenermi i capelli mentre vomito. «Comunque non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia» mi confida «Chi?» domando confusa «Marcus.» Sospiro «Non ha fatto nulla di male. Si è semplicemente trasferito per il lavoro dei suoi genitori in Connecticut. È ok.» Ed è vero. Ci sono stata male inizialmente, ma Georgia mi ha aiutata a superarlo. Ora a me di Marcus non importa. Vorrei vedere Andrew, ma l'unica cosa che vedo appena entro in casa è Prada che viene a farci le fusa. La prendo tra le braccia e vado in camera. Dopo essermi messa il pigiama, Bryce viene a darmi la buonanotte. Sono felice che non debba dormire con me, non mi dispiace stargli vicino quando ha bisogno, ma so che quando una persona si sente davvero di poter affrontare le cose da sola allora tu devi essere felice per lei. Come lo sono stati lui e Stella la prima sera che ho voluto dormire completamente sola. «Cazzo» impreco ad alta voce. «Che c'è?» Bryce si catapulta in camera mia. «Ho un sacco di messaggi e chiamate perse da Stella. Non l'abbiamo avvertita che non la avremmo chiamata stasera.» Si sbatte una mano sulla fronte. «Sono le tre, staranno dormendo?» Alzo le spalle. Non lo so. Bryce si siede alla scrivania a prende il mio pc provando a chiamare Stella, «Alla buon ora» ci saluta senza sorridere. Nicolas invece scuote la mano e sorride. «Scusa, siamo usciti e non ci siamo accorti dell'orario» si giustifica Bryce e viene a sedersi sul letto con me. «Ehi stai invadendo lo spazio di Prada» lo riprendo mentre Prada viene a rifugiarsi accanto a me. «Scusa Prada.» Alza gli occhi al cielo e le fa una carezza sulla testa. «Quel gatto mi sta sostituendo?» chiede Stella «Avevi qualche dubbio?» scherzo io «Alla fine vi assomigliate, anche lei fa le fusa e graffia» suggerisce Bryce. Allora la sua ragazza gli fa la linguaccia. Restiamo a parlare per un po' fin quando non sono le quattro e allora decidiamo che è meglio dormire. «Che fate domani?» chiede infine Stella «Giro per la città?» propongo a Bryce. «Perfetto e voi?» Dicono che andranno al mare. «Ah abbiamo incontrato Marcus» informo Stella che mi chiede tutti i dettagli mentre Nicolas ride perché ci eravamo già dati la buonanotte «Niente, mi ha salutata. Viene nella vostra stessa università e poi ha parlato con Bryce.» Allora lui racconta la loro conversazione. Ci dice che è al secondo anno di letteratura perché si è diplomato in anticipo come me. Che dopo il Connecticut si sono trasferiti in California e lui ha iniziato l'università. Che ha un ragazzo di nome Carter. Lo interrompo «Aspetta... Marcus è gay?» Risponde di si. «Tranquilla ha avuto altre due ragazze dopo di te e a Seline si è reso conto che preferiva il suo migliore amico gay Carter, il suo ragazzo.» Annuisco. Almeno è felice. «Ora possiamo dormire?» chiede Nicolas esasperato a Stella. Lei ci pensa qualche secondo e guarda l'ora sul suo telefono «Ok sono le quattro e mezza. Riposo soldati.» Ridiamo e, questa volta veramente, ci diamo la buonanotte. «Sono troppo stanco per camminare fino a camera mia. Dormo qui.» Rido e spengo la luce. Chiudo gli occhi e finalmente mi riposo. Probabilmente ci sveglieremo tardissimo e non so se andremo seriamente a visitare la Downtown, ma ora ho davvero troppo sonno per pensarci. Apro leggermente gli occhi e guardo il disegno di Cameron che ho appeso al muro. Un nuovo amico. Non come Andrew, ma è un nuovo amico. Però i miei pensieri tornano al maggiore dei Diamond e mi chiedo come stia. So che lo vedrò all'università, ma vorrei sapere come gli va la vita. Se ha trovato una ragazza che lo vuole al suo fianco anche quando sta male, non come me, e se ha smesso di litigare con Matt. So che è venuto a Washington dopo la morte di Georgia, solo che ha evitato di incontrarmi ed è stato meglio così. Avevo bisogno di un po' di tempo solo per me e forse ora sarò pronta a rivederlo. Però mi manca.

Spazio autrice

Eccoci qui con un nuovo capitolo. Sto facendo videolezione di matematica ma non si sente nulla quindi pubblico ora. Nuovo personaggio: Cameron. Prime impressioni su di lui? Skyler ha anche incontrato Marcus, il suo primo amore, cosa ne pensate? Bene ora proverò a capire qualcosa anche se è molto improbabile. Noi ci vediamo mercoledì con il diciottesimo capitolo!

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