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Dopo l'inaspettato bacio fuori dalla caffetteria della UCLA ce ne sono stati molti altri, come ci sono state molte altre uscite dopo essere andati a vedere la scritta di Hollywood. In vista delle vacanze di pasqua, sei mesi dopo, sono in macchina con lui e Bryce verso l'aeroporto di Los Angeles per tornare a Washington. L'anniversario della morte di Georgia è stato circa tre mesi fa e l'ho passato con Andrew che non mi ha fatto pesare la giornata cercando di distrarmi in ogni modo. C'è una cosa che voglio dire su me e Andrew: non siamo una coppia. Usciamo insieme e ci baciamo, ma non stiamo insieme. Non abbiamo mai dormito insieme o ci siamo fatti dichiarazioni d'amore. Probabilmente perché non ne abbiamo bisogno e perché non riesco ancora a dire quelle due parole famose. Appena arriveremo a Washington andremo a trovare Georgia al cimitero. Poi io e Bryce andremo a casa mia e Andrew a casa sua. Stella e Nick arriveranno domani visto che le lezioni da loro finivano un giorno dopo. Bryce sta andando decisamente bene nel football. Sono andata a vedere diverse partite con Lily e Jenn che ieri, appena suonata l'ultima campanella, si sono messe in macchina verso Santa Monica. Volevano che andassimo con loro, ma abbiamo rifiutato e le raggiungeremo nel weekend per passare del tempo insieme anche con Stella e Nick che sono venuti a trovarci tre volte negli ultimi mesi. Ci siamo visti a Natale visto che sono venuti a Los Angeles, ma i nostri genitori non ce l'hanno fatta, poi a febbraio e infine a marzo. Non siamo potuti andare a San Diego visto che la maggior parte del tempo la impego a studiare e ogni tanto esco con Andrew, Bryce, le mie amiche o tutti insieme. Jenn ora sta uscendo con il ragazzo della squadra di football, Adam McQueen, che studia letteratura inglese ed è un fenomeno nello sport. «Vuoi scendere o restiamo a Los Angeles?» Bryce apre la portiera del passeggero incitandomi ad uscire. «Arrivo.» Mi precipito fuori e vado verso Andrew che sta prendendo le valigie dal portabagagli. «Vi aspetto ai controlli.» Bryce si allontana verso l'entrata dell'aeroporto. «Tutto ok?» Annuisco anche se non è vero. «Non mentirmi Sky.» Lo guardo e gli occhi mi si riempiono di lacrime. «Non sono mai tornata a Washington da quando ho iniziato il college. Non posso vedere i suoi genitori, la nostra scuola, l'ospedale, lei in una tomba.» Mi stringe forte a sé e piango sul suo petto. La prima volta che vado a Washingotn senza Georgia. Non lo posso sopportare. «Andrà tutto bene.» Sospiro. Poi fa quella cosa che ormai è abituale ma che mi stupisce ogni volta. Mi bacia dolcemente e sembra che tutte le mie preoccupazione svaniscano improvvisamente. «Andiamo?» domando staccandosi. Prendo la mia valigia e ci avviciniamo all'entrata l'uno accanto all'altro.

Il volo è andato bene. Ieri papà ha portato la macchina all'aeroporto e la settimana scorsa mi ha spedito le chiavi di riserva per permetterci di andare a casa visto che nessuno sarebbe potuto venire all'aeroporto e che volevamo andare a trovare Georgia. Ora sto comprando dei fiori scadenti nella bancarella fuori dal cimitero. Mi sento stupida mentre stringo forte il mazzo con tutti fiori gialli. Il colore preferito di Georgia. Un vuoto di memoria mi colpisce e non ricordo dov'è lei. Ma Andrew si, così mi prende la mano e camminiamo lentamente. Non mi curo del mio palmo leggermente sudato. Quando arriviamo lì davanti Bryce mi posa una mano sulla spalla. «Potete lasciarci sole?» Annuiscono. Poi si allontanano verso la direzione dalla quale siamo arrivati. «Ehi.» Mi siedo accanto a lei. La foto che hanno messo è stupenda. L'ho fatta io lo stesso giorno che è stata male e l'abbiamo portata all'ospedale. Stava ridendo per una cosa che avevo detto su Bryce e i suoi bicipiti enormi che non ricordo nemmeno. «Tu mi manchi. Cazzo se mi manchi. Hai presente quando sei partita per l'Inghilterra con i tuoi al secondo anno? Non riuscivamo quasi mai a parlare per il fuso orario. Beh mi manchi un po' come quella volta, solo che sapevo che ti avrei rivista. Oggi io continuo a sperare e a guardare il cielo nella speranza di aver sognato tutto. Di essermi addormentata sulla sedia dell'ospedale e di svegliarmi con te vicino, quando mi hai detto che finalmente potevi camminare e io ero al settimo cielo e convinta che stavamo andando verso la fine di quella tortura, ma speravo che al finale arrivassimo insieme. Invece non è successo e fa schifo. So che probabilmente lo sai già perché mi guardi dal cielo, ma ora Bryce Kade è il mio migliore amico e viviamo insieme, si lo stesso Bryce che sta con Stella e che ho sempre odiato. Ora non saprei come andare avanti senza di lui. Mi è rimasto vicino dopo che sei... Dopo che te ne sei andata. Ho due nuove amiche si chiamano Jennifer, che però odia il suo nome quindi devo chiamarla Jenn, e Lily. Jenn studia giurisprudenza e Lily medicina come me. Sai che l'ho fatto solo per te? Ho pensato che avrei potuto aiutarti, avrei potuto fare di più e so che mi diresti di smetterla perché ho fatto tanto, ma non ti ho salvata. Voglio aiutare le persone che stanno male come te. Nick sta bene, c'è una ragazza che ci prova con lui ma ancora non ti ha dimenticata. Stella e Bryce cercano di andare avanti, si mancano ma si amano da morire quindi ce la faranno. Invece arriviamo ad Andrew. Lui mi è stato vicino e io sono stata vicino a lui. Ha superato il trauma di sua madre, più o meno. All'anniversario della sua morte ha pianto e rotto un vaso della confraternita, poi gli ho comprato un gelato ed è stato meglio. Mi è rimasto vicino l'otto gennaio, quel giorno terribile in cui ti ho detto addio. Non ti sostituirò ok? Nemmeno per sogno. Ho paura. Io e lui non siamo nulla. Ci baciamo e usciamo insieme ma vorrei dirgli che provo qualcosa per lui ma sei stata tu la prima a cui l'ho detto, anche se non mi hai sentita. Non riesco a dirglielo. Non sono nemmeno riuscita ad andare oltre ai baci con lui, non voglio rovinare tutto. E so che ad Andrew probabilmente non pesa perché mi capisce, ma odio non poter stare con lui come vorrei perché sono sopraffatta dal dolore. Vorrei che tu fossi qui. Lo vorrei con tutta me stessa, non cè una cosa che bramo di più. Ti ricordi quando a dodici anni volevo quel vestito che avevamo visto in quel centro commerciale? Quello viola lungo fino alle caviglie? Ecco mi ricordo di aver pianto tutto il giorno e gridato contro mia madre. Però quel vestito alla fine lo avevo comprato e poi messo al ballo del primo anno. Lo avevo ottenuto. In quel momento era la cosa che bramavo di più e lho avuta, ma non avrò te. Odio questa cosa. Mi manchi da morire.» Stringo la fedina tra le dita e la immagino appesa al suo collo, poi poso un bacio sulla foto attaccata alla lapide. Lascio un bacio alla Georgia felice e spensierata, inconsapevole di avere il cancro. Quanto mi manca. «Ti amo.» E, anche questa volta, dico queste sue parole ad un angelo e mi rendo conto che forse non riuscirò a dirlo ad Andrew, ma glielo dimostrerò. Anche questa volta ho detto "Ti amo" a Georgia.

Spazio autrice
Ciao a tutti! Salto temporale e ritorno a Washington, ma cosa succederà? Finalmente Skyler è tornata da Georgia e le ha detto "ti amo" per la seconda volta, è vero: la ama nonostante lei sia morta. Si sfoga con la sua migliore amica e sembra di essere tornate ai tempi normali. Ora vi lascio e vedremo come andrà a Washington. Ciaoo
                                                                   Giulia

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