6. Vecchie sensazioni

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-Don't stay awake for too long.-

«E tu cosa ci fai qui?»
Chiese Taehyung sorpreso, sbarrando gli occhi e diventando di una leggere tonalità di rosa per tutto il viso.

A Mi-Yeun tremavano le mani. Ma come era possibile?
«Che ci fai tu qui! Questo è il mio studio.» Rispose irritata.
Taehyung non ci credeva; continuava a sbattere gli occhi, la bocca aperta e il corpo rigido. Neanche lui si sarebbe mai aspettato quella situazione.
«Volevo solo alcune sedute con uno psicologo, dubito molto che la persona che cerco sia tu.» Rispose irato, mettendosi le mani gelate dentro le tasche del cappotto bianco che indossava.
Più passava più l'astio aumentava.

«Ah si? Mi dispiace dirti che senza prenotazione non si può avere nessun tipo di conversazione con la sottoscritta, quindi adios.»
Gli fece segno con la mano di uscire, ma lui rimase fermo dov'era.
«Yah, io ho prenotato.»
Rispose sempre più imbarazzato, spostandosi adesso il collo del maglione dalla pelle, che era diventata di una tonalità di rosso. Mi-Yeun alzò un sopracciglio.
«Yah, credi sia stupida? Jimin non mi ha detto che un certo Kim Taehyung aveva prenotato una seduta. Jimin!» Alzò la voce.
Il ragazzo dai capelli scuri comparve sulla soglia della porta un po' impaurito. Guardò entrambi e dopo sospirò.
«Dottoressa Jung.»
«Per favore accompagni il signore all'uscita e gli spieghi che senza una prenotazione non si può assolutamente avere una seduta, grazie.»

E fece a entrambi il segno di sparire, ma Jimin rimase fermo.
«In realtà ha prenotato un certo Jung per lui.» Rispose.
Lo sguardo di Mi-Yeun si velò di scuro; aprì la bocca ma Jimin, senza dargli il tempo di parlare, s'inchinò e uscii dalla stanza.
«Yah, eri tu l'idiota che ha prenotato e non si è presentato ieri?»
Domandò furiosa.
Adesso anche Taehyung aveva un po' paura di lei.
«I-idiota a me? Yah! Ho solo calcolato male i tempi. Pensavo avrei fatto in tempo a venire, ma mi hanno incastrato ad una riunione di lavoro.»
Spiegò, poi prese posto sulla sedia difronte quella di Mi-Yeun e la guardò imbarazzato.

«Comunque, dovrò licenziare Hoseok. Come ha potuto consigliarmi una tale incapace, sempre arrivata seconda?»
Domandò a se stesso.
Lei lo guardò più male che poteva, poi inclinò la testa di lato.
«Aspetta, Hoseok? Jung Hoseok?» Chiese sbalordita.
«Sì. Peccato, penso sia un segretario migliore di quanto abbia mai sperato. Credo dovrò sopportare di tenermelo.»
Sospirò, ma Mi-Yeun nel frattempo serrò gli occhi, sempre più seccata.
«Dannato di un fratello.»
Rispose, aprendo con poca calma l'agenda e scribacchiando il nome "Kim Taehyung" in alto, al centro del foglio.

Quest'ultimo, perplesso per l'affermazione appena sentita, avvicinò la sedia di più per guardarla meglio.
«Fratello?»
Domandò, ottenendo come risposta un solo cenno.
«Ma non ho voglia di parlare di questo, tanto meno con te. Perché sei qui? La tua vita non è già abbastanza felice?»
«Se pensi che sia triste ti sbagli.» Rispose pensieroso, «comunque, il tuo ufficio è accogliente. Almeno ci sono i riscaldamenti.»

Per un attimo Mi-Yeun s'imbarazzò: aveva notato come il suo viso fosse cambiato con il passare degli anni, rivelando una bellezza che aveva avuto bisogno di tempo per germogliare così come era adesso; i suoi capelli erano lunghi fino agli occhi, mossi leggermente e di un colore biondino, quasi sfumato: infatti, in base a come li colpiva la luce del sole sembrava avere delle ciocche più chiare rispetto alle altre. Negli occhi a mandorla e marrone scuro era quasi impossibile notare la pupilla e le iridi, come i capelli, a seconda dei raggi solari diventavano più chiare se colpite dal sole. Aveva anche un naso perfetto; piccolo, proporzionato al suo viso, con un neo sulla narice destra che gli dava un'aspetto quasi insolito, era come una specie di segno particolare, quasi a renderlo unico. Il suo viso aveva una bella forma, una V perfetta e la sua carnagione era bianco pallido. Il sorriso, perfettamente dritto e bianco, era racchiuso da un paio di labbra grandi e rosse, forse anche a causa del freddo che fuori invadeva strade e vicoletti. Su entrambe le orecchie portava tre piercing, due neri e uno colore argento. Era anche diventato parecchio alto, e con una corporatura magra e slanciata.

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