8. Serate da tempo desiderate

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-Thinking you could live without me.-

Taehyung's pov

«Ciao Jimin.»
Gli rivolse un sorriso caloroso, aveva proprio l'aria di uno che era felice, quella sera. Jimin rispose con altrettanta calorosità, liberandosi dalla sciarpa e dalla giacca nera pesante. Anche lui era contento di vederlo, dato che alle superiori erano stati ottimi amici, e riallacciare i rapporti non poteva che fargli piacere davvero. Prese quindi posto davanti a lui e lo scrutò curioso mentre sorrideva.

Quella sera, il Taehyung, indossava un golfino bianco e un paio di jeans chiari e stretti, ai piedi i soliti anfibi neri e sulla spalliera della sedia un cappotto dello stesso colore. I capelli erano perfettamente lisci quella sera, e un buon odore di profumo maschile si sentiva nell'aria. Sembrava il solito Taehyung, il ragazzo intelligente che a scuola stracciava tutti. Il suo vecchio miglire amico.

«Spero non abbia rovinato alcun tipo di piano che avevi per stasera.» aggiunse mentre chiamava un cameriere.
«Bene, ehm per me porti un piatto di Kimchi e del soju, per favore.» sorrise Taehyung mentre il ragazzo prendeva la sua ordinazione.
«Anche per me.» aggiunse Jimin e sorrisero entrambi mentre si allontanava.

«No, non hai rovinato nulla. Anzi, sono felice anch'io di rivivere i vecchi tempi.» gli rispose non appena furono di nuovo da soli.
Taehyung sorrise. «Tu e Mi-Yeun siete rimasti i vecchi amici di sempre. Mi fa davvero piacere che almeno voi siate rimasti gli stessi. Se siete veramente solo amici, ovvio» rise imbarazzato, facendo diventare rosso Jimin che, immediatamente, iniziò ad agitare le mani in aria, cercando di non attirare troppa attenzione su di sé.

«Solo e solamente ottimi amici e colleghi.»
«Non l'ho riconosciuta quel giorno che ci siamo incontrati in quel ristorante. Quella mattina stessa l'ho quasi travolta, mi è sbucata davanti all'improvviso e non ha voluto essere accompagnata al pronto soccorso. È cambiata molto.» gli spiegò, il volto illuminato dalle luci opace del locale.
Jimin annuì.
«Sì, rispetto a quando era alle superiori è parecchio diversa.» rispose.

Era una serata diversa, di quelle di cui non sapevi di averne bisogno prima di averle vissute.
«È più carina, ma mi fa ancora paura.» continuò Taehyung,
«E non l'hai ancora vista arrabbiata. Appena ti rivolge quello sguardo tagliente ti fa anche pentire di essere venuto al mondo nella sua stessa città.»
Ancora una volta i due risero. Per entrambi, ricordarsi di vecchi aneddoti del passato era stato divertente. Entrambi ridevano come di solito non riuscivano a fare.

«Ho notato che nonostante siano passati cinque anni lei provi ancora astio nei miei confronti per colpa di quello che è successo alle superiori.»
Il cameriere aveva appena posato sul tavolo due bottoglie verdi, contenenti l'alcol. Taehyung aveva stappato la sua e ne aveva versato una generosa quantità dentro il bicchierino trasparente. Jimin lo imitò, poi d'un sorso, ne bevvero il contenuto.

«Ah, è parecchio rancorosa. Credo non abbia mai sopportato il fatto che tu fossi, anche se di solo un punto, un passo davanti a lei. Ti voleva battere a qualsiasi costo.»
«Se avessi saputo che voleva a tutti i costi battermi avrei sbagliato di proposito una domanda di un qualsiasi esame. Ma solo di uno.» Jimin voleva davvero bene ad entrambi, e non aveva mai sopportato che i due geni della scuola si odiassero. O almeno, lei lo odiava di sicuro.

«In realtà ero davvero sorpreso quando, stamattina, ho trovato lei nell'altra stanza. Non pensavo che con il suo cervello scegliesse un lavoro così comune.» aggiunse Taehyung prendendo altro soju.
«In realtà è stata la prima cosa che le ho detto quando mi ha annunciato che si era iscritta a psicologia. Ma ha risposto che la mente umana è affascinante.»
«Eppure, se non ci fosse stata gente come lei, affascinata da questo aspetto dell'uomo, molte delle persone che hanno problemi chissà dove sarebbero.»
«Alla fine è sempre stata un'ottima ascoltatrice e consigliatrice. Non c'era lavoro che si addicesse di più a lei.»
Taehyung lo guardava interessato.
«Sì, ne sono più che sicuro.» disse.

Quando arrivarono i loro piatti, entrambi si catapultarono sul cibo. Non c'è niente di meglio di una cena tra amici, per aggiustare il cuore dai problemi che si hanno, e questo lo sapevano bene entrambi. Per la prima volta dopo due mesi, Taehyung non si sentiva più solo. Non è che non avesse amici, il fatto era che tutti, chi più e chi meno, erano impegnati e da mesi nessuno gli faceva più compagnia. Ma quella sera era sicuro che Jimin sarebbe stato suo amico per sempre. Anche per vedersi solo cinque minuti.
«Il Kimchi è di una bontà unica.» disse Jimin pulendosi gli angoli della bocca con un tovagliolo di carta. Taehyung annuì sazio, gli occhi adesso assonnati.
«Queste serate dovremmo farle più spesso, potremmo anche dirlo ai nostri vecchi amici.» disse.
«La penso proprio come te!» gli rispose Jimin.

Taehyung, dopo aver pagato tutto, (e aveva insistito per offrirgli la cena), gli disse che gli avrebbe dato un passaggio a casa. Quando Jimin vide la sua porsche bianca rimase con la bocca spalancata.

«Wow! Ma è la tua macchina?» chiese guardandola da tutte le angolature, facendo ridere di cuore Taehyung.
«Yah, se vedessi le macchine dei miei amici ne rimarresti più incantato.»

Mi-Yeun's pov

«Mi-Yeun! Sabato torno a Seoul, mi aspetto come minimo che mi accompagni in discoteca!» la voce acuta di Choyoung quasi le spaccò un timpano così, per evitare che accadesse, spostò il telefono più lontano che poteva dalla sua faccia, ma non potè fare a meno di sorridere.
La sua migliore amica tornava finalmente da Londra dopo un anno.
«Yah, dubito che possa accompagnarti se mi rompi i timpani.»

Guardò l'orologio e capì come mai sentisse già gli occhi pesanti; erano le undici e mezza di sera. Aveva passato la sua serata magiando ramen caldo in compagnai di un buon k-drama, chiedendosi di tanto in tanto di cose stessero parlando in quel momento Jimin e Taehyung. Poi Choyoung l'aveva chiamata e aveva passato quegli ultimi cinque minuti a parlare con lei.

«Niente scuse, voglio divertirmi!»
«E va bene, sabato andiamo a ballare.»
«Mansae!*» esclamò Choyoung.
«Però adesso devo proprio andare. Domani ho cinque sedute in studio.» disse sbadigliando.
Si chiedeva se Jimin si stesse divertendo, e in una remota parte dentro di sé sperava che anche Taehyung lo stesse facendo. Ciò che più le interessava era riuscire a fare un buon lavoro con tutti i suoi pazienti, anche lui.
«Va bene, ci vediamo sabato!» disse prima di chiudere la chiamata.

Non appena Choyoung non fu più in linea, Mi-Yeun inviò un messaggio a Jimin dicendogli che sperava che i due si stessero divertendo, poi posò il cellulare sul comodino, spense la lampada e chiuse gli occhi.

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*Mansae: urrà!

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora