36.Vigilia di Natale pt II

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-Ti costruirei un mondo da metterti in tasca, così potrai scappare se un giorno ti stanca.-

Taehyung e Mi-Yeun si sistemarono nel tavolo che il cameriere gli aveva indicato e mentre prendevano posto, Taehyung, voleva già andarsene. Entrando un gruppo di ragazzi si erano voltati a guardare la sua ragazza e lui aveva avvertito un certo fastidio.
«Vado a spaccare la faccia a tutti.» sibilò arrabbiato mentre spostava con troppa forza la sedia e si sedeva. Mi-Yeun sorrise mettendo la mano sulla sua e cercando di calmarlo. Taehyung stava respirando troppo forte.
«Ignorali.» 
«Non è molto semplice.»
Decise che quella era una serata speciale e che per nessuna ragione al mondo voleva che degli stupidi ragazzi la rovinassero. Così ordinarono la cena e mangiarono di gusto tra sorrisi, carezze e baci. «Tutto estremamente delizioso.» commentò Taehyung mentre si puliva gli angoli della bocca con un tovagliolo di stoffa colore crema. Mi-Yeun annuì assaporando un'ultima forchettata del delizioso cibo che aveva nel piatto.
«Concordo.»
Taehyung bevve un sorso di champagne dalle mille bollicine e sorridendo mentre posava il bicchiere sul tavolo avvicinò la faccia a quella della ragazza e la baciò dolcemente sulle labbra. Il bacio fu ricambiato e per alcuni secondi nell'aria udirono solo gli schiocchi delle loro labbra. Quando si staccarono, voltandosi, Taehyung si accorse che nel tavolo dei ragazzi che avevano importunato Mi-Yeun un'ora prima si era aggiunto un altro; capelli biondo cenere, occhi a mandorla taglienti puntati contro di lui e un sorriso beffardo in viso: Chan.
«Non ci posso credere.» sussurrò voltando la testa dall'altra parte e stringendo la mano alla sua ragazza che, confusa, si voltò a guardare.
«Che succede?»
«Vorrei evitare che fraintendesse i tuoi sguardi. Puoi voltarti verso di me?»
Taehyung, che stringeva di nuovo la tovaglia nella mano sentendo la rabbia aumentargli, sbuffò. E così quelli erano i suoi amici? Conoscevano Mi-Yeun e quindi per questo avevano cercato di infastidirli?
«Dài Taehyung, che te ne frega di lui?»
Gli avrebbe volentieri spaccato la faccia, lì e in quello stesso istante.
«Non sopporto quello sguardo, convinto che possa portarti lontano da me.» rispose costringendosi a tenere gli occhi su quelli di lei, che gli piacevano tanto e che avrebbe anche potuto guardare in eterno.
«Sì, ma hai usato il termine giusto. Convinto.»
Taehyung sorrise, anche se l'idea di andare a spaccargli la faccia non gli era ancora passata del tutto, e le baciò la mano. Decisero che avrebbero mangiato il dolce in un altro posto, uno che richiamasse quel periodo natalizio che tanto amavano entrambi. Dopo essersi messi quindi le giacche si avvicinarono al bancone per pagare, quando gli si presentò davanti il ragazzo che aveva infastidito la quieta di Taehyung per tutta la serata. Emanava un forte odore di vino, e in generale l'espressione da ebete in viso li convinse che aveva bevuto parecchio.
«C-ciao Mi-Yeun.» disse, trattenendo il singhiozzo.
La ragazza strinse più forte la mano al suo fidanzato. Ovviamente aveva paura che potesse accadere qualcosa tra di loro.
«Ascolta, non voglio litigare quindi meglio per te se ti togli dai piedi.» intervenne Taehyung e con una violenta spinta cercò di toglierselo dalla vista ma, nonostante ormai barcollasse, Chan non si arrese e stavolta si riferì a lui.
«Tu non mi piaci proprio come suo fidanzato, io sarei meglio per lei.»
«Andiamocene, dai.» rispose Mi-Yeun cercando di attirare Taehyung a sé, ma lui si liberò dalla sua presa e mise entrambe le mani dentro le tasche dei pantaloni. Aveva sperato tutta la sera di potergliela fare pagare per i fiori e ora non avrebbe perso l'occasione. Era lì fermo, in attesa che dicesse qualcosa di sbagliato per potergli dare un pugno.
«Se ha scelto me e non te ci sarà pure un motivo.» rispose e la voce uscì calma come non si era aspettato. Chan rise ancora, si stirò le braccia e quasi barcollò all'indietro.
«Mmh, qualsiasi donna tra un uomo normale e un uomo ricco sceglierebbe quello ricco.» ecco che aveva toccato un tasto dolente. La causa di tutti i problemi di Taehyung. Il cuore gli iniziò a battere forte e respirare improvvisamente era diventata la cosa più difficile da fare.
«Taehyung.» sussurrò Mi-Yeun, ma lui non riusciva a sentire altro che le parole del biondo, che ormai gli echeggiavano nella testa e la colpivano come proiettili.
«Se non vuoi fare una brutta fine vattene.» riuscì a dire, e per quanto fosse arrabbiato era riuscito a trattenersi dal buttarsi addosso a lui e menarlo come non aveva mai menato nessuno. Ma Chan rimase lì a sorridere. Ormai tutti quanti li guardavano.
«Scommetto che nel profondo lei sia innamorata di me, ma che ovviamente ha una prospettiva di un futuro molto migliore con te.»
Afferrò la ragazza per un polso e la tirò pericolosamente verso di lui. Fu quel gesto a fare scattare Taehyung: si avvicinò con rabbia e gli mollò un pugno fortissimo in faccia che lo fece cadere all'indietro. Ritrovatasi libera di nuovo, Mi-Yeun corse dal suo fidanzato e tentò di farlo calmare, di allontanarsi da lì. Ma lui non voleva sentire ragione; aveva le lacrime agli occhi e prendendo Chan per il colletto lo rimise in piede per dargli un altro pugno; ormai la sua faccia era rossa per colpa del sangue ma continuava a sorridere.
«Taehyung ti prego lascialo perdere!» alzò la voce Mi-Yeun e riuscì a tirarselo dalla sua parte. Cercando di nascondere le lacrime dalla sua vista le afferrò una mano, la trascinò verso il bancone dove lasciò più soldi di quanto doveva, senza aspettare il resto, per poi trascinare Mi-Yeun fuori dal locale, buttarla in macchina e poi partire velocemente non appena fu dentro anche lui. Le lacrime gli brillavano ancora sul viso ma non parlò: con rabbia impugnò il volante e continuò a guidare mentre tirava su con il naso.
«Taehyung...» sussurrò con il cuore piccolo a quella vista mentre lui evitava anche di guardarla. «Sono una persona debole. È inevitabile. Per quanto mi sforzi di essere felice, c'è sempre gente che mi fa credere che non posso esserlo.»
Mi-Yeun lo fissò in pena, la mano che avrebbe volentieri stretto la sua.
«Taehyung, non credere alle sue parole. Io non ti amo mica solo per i tuoi soldi.» spiegò e posò la mano sulla sua gamba. A quel gesto il cuore di Taehyung sembrò guarire. Troppo triste per poter continuare a guidare allora si fermò in un vicolo e nascose la faccia dietro le mani, singhiozzando a dirotto.
«Lo so, ma non posso fare a meno di pensare a tutta la gente che si è interessata a me solo per questo.»
Mi-Yeun lo avvolse in un abbraccio e lo strinse forte mentre lui si faceva cullare dalla sua ragazza. Lei non lo definiva debole, ma sensibile. Pensava proprio che la gente non meritava Kim Taehyung.
«Sai qual è l'unica medicina che può alleviare le ferite dell'anima?» domandò, sussurrando al suo orecchio mentre gli baciava la testa. Taehyung alzò lo sguardo e in quel momento Mi-Yeun gli lasciò un bacio sulle labbra che venne ricambiato subito; le lacrime del suo fidanzato le bagnarono il viso. «No.» rispose
«L'affetto. Taehyung, io non sono gli altri. Io non sto con te per i soldi o perché sei importante. Io sto con te perché tu sei tu, e nessuno è come te. E sono pronta a dimostrartelo anche per tutta la vita.»
Taehyung sorrise annuendo; in cuor suo sapeva che Mi-Yeun era diversa e che lei era l'unica persona di cui aveva bisogno, degli altri non gli interessava niente. Che facessero quello che volevano, l'importante era che Mi-Yeun fosse sempre dalla sua parte e che se mai l'azienda fosse andata in fallimento lei sarebbe stata comunque al suo fianco.
«Se non potessi più farti dei regali costosi mi ameresti lo stesso?»
«Sì, tutta la vita.»
«E se perdessi ogni cosa?»
«Certamente.»
«E se diventassi il più miserabile degli uomini esistenti sulla Terra, vorresti lo stesso starmi a fianco?» ora i suoi occhi quasi supplicavano e Mi-Yeun si sentì male; come avevano potuto portalo a fare quei pensieri? Chi mai si era permesso di farlo stare così?
«Sì Taehyung. E ti amerei anche se dovessimo restare solo con una piccola casetta vuota, ma da poter riempire con il nostro amore. E anche se dovessi diventare stupido o troppo arrogante. E anche se dovessimo litigare tutti i giorni cercherei la soluzione per fare pace. E se la soluzioni non ci fosse la inventerei. E se tu non dovessi più volermi cercherei di trovare un modo per riapparire interessante ai tuoi occhi.»
«Questo non potrebbe mai accadere.» la interruppe Taehyung decisamente più calmo, un sorriso luminoso sul bel volto che aveva fatto innamorare Mi-Yeun.
«Non è questo il punto. Il punto è che io ti amerei anche se tu non avessi niente. Ti amerei anche se non fossi a capo di un'azienda come la Kim Eletronic Corporation. E in realtà ti amerei anche se non fossi intelligente come sei. Quello che voglio dirti è che io voglio te per quello che sei, non per quello che hai. Sei la persona più dolce che abbia mai incontrato, dotato di sani principi e sogni. E nessuno è come te. E io voglio realizzare i tuoi sogni. Quindi non ascoltarli Taehyung. Non ascoltare mai gli altri.»
Uno strano calore invase Taehyung dall'interno. Si sentì felice di nuovo, e quella volta era un po' come se la felicità non gli potesse mai più essere strappata via.
«Ti amo Jung Mi-Yeun.»
«Ti amo anch'io Kim Taehyung.» rispose e così facendo posò una mano sulla sua guancia e lo baciò, mentre fuori iniziava a nevicare.

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