41. Alcol di troppo

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-Im fallin', in all the good times I found myself.-

«Ti prego rispondi.» imprecò tra sé e sé Taehyung mentre sbatteva lo sportello dell'auto e si chiudeva dentro, il telefono sulla spalla mentre cercava di infilare la chiave dentro il cruscotto. «Per favore.» sussurrò ancora e una lacrima rigò il suo viso.

Jungkook lo avrebbe volentieri seguito per dargli conforto, ma in quel momento nel suo corpo era presente troppo alcol e alzandosi in piedi quasi barcollò, pur sicuro che il suo capo fosse ormai partito. Si risedette con un sorriso ebete in viso mentre tutto intorno a lui girava; forse avevano esagerato con il soju.
Hoseok era purtroppo tornato a casa
un po' prima del previsto e si era perso, a suo parere, la parte più bella della serata. Il corvino non faceva che ridere con la testa appoggiata sul tavolo mentre al suo fianco Subin, ubriaca come il collega, guardava il soffitto con un'espressione sognante e un sorrisetto compiaciuto sul volto.
L'orologio segnava le due e mezza del mattino, avrebbero dovuto tornare a casa ma in quel momento tutti i presenti nel tavolo (perché non c'erano solo Jungkook e Subin), si trovavano quasi nello stesso loro stato. Jungkook pensò che Taehyung non avrebbe dovuto guidare in quelle condizioni, dato che aveva bevuto parecchio anche lui, e all'improvviso si sentì preoccupato. Sperava solo arrivasse almeno sano e salvo alla sua meta e si rimise dritto mentre cercava di riempirsi un bicchiere di acqua per riprendersi un po'. Si era promesso che non appena avrebbe riacquistato lucidità avrebbe raggiunto Taehyung.
Subin, dal canto suo, non riusciva a smettere di ridere e Jungkook si fece contagiare dalla sua risata buttandosi addosso l'acqua. Si asciugò il viso con la manica della giacca mentre sghignazzava ancora e cercò nel frattempo di respirare.
«F-forse abbiamo e-esagerato.» commentò con il singhiozzo mentre si portava il bicchiere in bocca e beveva ciò che ne era rimasto all'interno. Subin annuì con le lacrime agli occhi per la gioia e si sgranchì le gambe alzandosi dalla sedia, ma perdendo subito l'equilibrio si costrinse a rimettersi seduta.
«Y-yah conviene riprenderci un p-po' prima di fare qualsiasi c-cosa.» aggiunse e un grosso sbadiglio gli fece lasciare la frase un po' a metà.
«Dove sarà andato quel figo del capo?» domandò lei sorridendo, gli occhi socchiusi per il sonno e la faccia appoggiata sulle mani rivolta verso quella di Jeon che non riusciva a trattenere gli sbadigli.
«Boh, credo dalla sua ragazza. Comunque non sapevo che eri innamorata di lui.»
La testa gli girava ancora molto ma gli occhi stavano iniziando a mettere a fuoco tutta la stanza, anche se sentiva ancora lo stomaco parecchio in subbuglio. Non alzava il gomito così tanto da un po' .
«Allora scommetto che adesso lo sai.»  Guardò Jungkook fare un sorrisetto divertito per poi stirarsi le braccia assonnata.
«Credo che in realtà domani, quando ti ricorderai di averlo rivelato, te ne pentirai amaramente. Al momento sei felice solo perché sei ubriaca da fare schifo. Domani sarai così imbarazzata che lunedì tentennerai per presentarti al suo cospetto.»
Subin assunse finalmente un'espressione seria e lo guardò mentre lui cercava di togliersi i capelli da davanti gli occhi.
«Lo sapeva già. Glie l'avevo detto.» ammise , anche se le era costato parecchio. Ricordare quel giorno in cui gli aveva scritto una lettera la imbarazzava ancora molto.
«Sono sorpreso. Non è da tutte le donne confessare i propri sentimenti e fare il primo passo.»
«Credo che sia il tipo di ragazzo che non fa mai il primo passo, per questo ho deciso di farlo io.»
Jungkook la guardò e si mordicchiò la guancia con i denti. Anche se sembrava star riacquistando lucidità si sentiva ancora parecchio su di giri e, quasi senza farci caso, rivelò una verità scomoda.
«Noi ragazzi facciamo sempre il primo passo se ci interessa una persona. Se Taehyung non l'ha fatto è sicuramente perché non gli interessavi, non vedi che ha già una ragazza?» e non appena concluse la frase si rese conto che non era una cosa carina da dire. Ma che poteva farci? In quel momento non sarebbe nemmeno riuscito a ricordarsi il suo nome.
Le guance di Subin diventarono rosse e presa dall'imbarazzo, o forse anche dalla rabbia, si sistemò sulla sedia come per accrescere l'importanza di ciò che stava per dire, mettendo le mani sui fianchi e gli occhi fiammeggianti su quelli neri del ragazzo dai capelli scurissimi.
«Io gli farò cambiare idea.» affermò, ma non era riuscita a convincere lo sguardo di Jungkook che scettico aveva scosso la testa.
«Quando imparerete che arriva un tempo in cui si deve smettere di provare? È giusto non arrendersi se vuoi qualcosa, però arriva un momento dove si deve capire che ci sono cose che non si possono conquistare.» spiegò e nel frattempo il singhiozzo lo fece sobbalzare un po'.
Subin lo guardò furiosa e incredula; era l'alcol a fare parlare entrambi in quel modo, ma sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di tenere la bocca chiusa.
«Allora vuol dire che quel momento di arrendersi non è ancora arrivato!»
Jungkook agitò di nuovo la testa in tono serio e sospirò mentre sfilava il telefono dalla tasca dei jeans neri che indossava. Guardò l'orario, poi si grattò la testa e lo ripose al suo posto. «Se continui a insistere e Taehyung dovesse arrabbiarsi potrebbe anche licenziarti così da tenerti lontana da lui, e  non avresti comunque concluso niente. Sii furba almeno, mostra disinteresse così che lui creda che i tuoi sentimenti sono cambiati... anche se dopo questa sera dubito lo credi. Comunque, adesso vado a cercarlo. Tu riprenditi bene prima di andare.» la salutò e mettendosi la giacca addosso cercò le chiavi della macchina e uscì fuori dal locare.
Subin fissò un punto indefinito della stanza e si portò il bicchiere pieno di acqua in bocca per berne un lungo sorso mentre sorrideva soddisfatta.

*

Taehyung ormai era sotto casa di Mi-Yeun da quindici minuti buoni, il telefono ancora incollato all'orecchio, la faccia bagnata dalle lacrime e il cuore che batteva dolorosamente nel petto. Ogni volta che il telefono smetteva di squillare per la mancanza di risposta, Taehyung se lo portava agli occhi per premere di nuovo la cornetta e udire i fastidiosi "bip"
Sobbalzò quando per l'ennesima volta che cercava di ripetere l'azione il suo telefono squillò. Il cuore gli batté forte ma subito una dolorosa delusione lo fece sentire male davvero. Era Jungkook. Quasi del tutto senza voglia di rispondergli si portò il cellulare all'orecchio e cercò di trattenere il tremolio della voce, dovuto alle lacrime, mentre il timbro vibrante dell'amico e collega gli riempiva l'orecchio.
«Tae hyung? Dove sei?» chiese seriamente preoccupato mentre lui, nella sua auto, annuiva come se ci fosse qualcuno davanti a lui e le lacrime non smettevano neanche per un secondo di scendere dai suoi occhi. «S-sono a casa, non preoccuparti, ci vediamo lunedì.»
La sua voce era risultata stranamente calma nonostante il pianto silenzioso, ma il suo cuore avrebbe urlato nel petto per lo straziante vuoto che sentiva dentro.
«Uh, va bene. Scusami se ti ho disturbato, ero preoccupato. Comunque, ci vediamo lunedì. Buonanotte.» disse e riattaccò la chiamata.
Taehyung ruppe in un singhiozzo buttando la faccia sulle mani mentre lacrime calde cadevano sul sedile. Doveva provare ancora, ma quella volta decise di non chiamare lei. Si portò di nuovo il telefono davanti agli occhi, cercò il suo numero, e poi lo posò sull'orecchio nella speranza che rispondesse. Quella volta era sicuro che non sarebbe riuscito ad apparire calmo.
«Jimin?» disse non appena rispose e il suo cuore fece una capriola.

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