7. Tirocinio

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"Every night and every day I try to make you stay."

Taehyung's pov

«Eccomi.» disse non appena si chiuse alle spalle la porta del suo ufficio.

Hoseok, seduto dietro la sua scrivania, alzò lo sguardo accennando ad un sorrisetto. Taehyung si liberò della giacca bianca, dato che lì dentro c'erano almeno 30 gradi, e prese posto alla sua postazione, sbuffando un po' troppo sonoramente. Davanti aveva fascicoli e fascicoli pieni di lavoro da svolgere.

«Come è andata la sua seduta?» gli chiese Hoseok ordinando un mazzo di fogli.
Taehyung mosse appena il mouse per accendere lo schermo del computer e digitò la password senza alzare gli occhi.
«Bene. Non mi hai detto che era tua sorella.»

Hoseok sorrise nuovamente, grattandosi la fronte un po' sudata dato il caldo che faceva dentro l'azienda di Kim Taehyung: va in fatti ricordato che lui odiava il freddo più di altra cosa al mondo.

«Dubitavo glielo dicesse. Io e mia sorella non ci vediamo da un po' per colpa dei rispettivi impegni che abbiamo entrambi.»
Taehyung non mosse gli occhi, ma si appoggiò più comodamente sulla sua poltrona.
«Mi stai per caso chiedendo indirettamente di ridurti l'orario lavorativo?» domandò afferrando una penna dal cassetto e scribacchiando sulla sua agenda gli appuntamenti che erano previsti per quel pomeriggio.

Al solo pensiero gli veniva già sonno. Avrebbe fatto di tutto per dormire, o uscire con Jimin e svagare un po' dal lavoro. Ma un'azienda non cresce mica da sola, e Taehyung era il proprietario per cui quel lavoro spettava a lui.

«No, ma se vuole farlo potrei felicemente accettare.» rise il ragazzo dai capelli rossicci,
«Insieme all'orario lavorativo diminuirebbe anche il salario, lo sai no?» chiese divertito.

Hoseok era comunque l'unica persona lì dentro capace di fare anche altri discorsi, piuttosto delle solite conversazioni lavorative.
«Ah, quant'è difficile la vita così.» disse Hoseok.
Taehyung lo sapeva bene.
«Comunque, oggi arrivano alcuni tirocinanti, per cui ti chiederei di andare ad accoglierli per favore.»
Hoseok annuì gentilmente, «sì.»
«E per favore, prima che mi addormenti sulla scrivania potresti scendere a prendermi del tè?»

Hoseok si alzò subito dalla sedia e si stirò le braccia: «detto, fatto.» aggiunse prima di sparire.

Taehyung sospirò. Di sicuro gli aveva fatto bene parlare con una psicologa dei suoi problemi, l'unica cosa che non si era aspettato era che fosse proprio la sua rivale delle superiori, Jung Mi-Yeun.

Non la vedeva da anni ormai, eppure uno strano scherzo del destino aveva fatto in modo che i due s'incontrassero per caso, per più di una volta in poco tempo. E ora l'avrebbe rivista ancora, dato che era diventata la sua psicologa. Pensava che la vita a volte era molto strana.

Sempre più assonnato si guardò intorno distratto, il suo ufficio era un enorme stanza color crema, un'ampia finestra offriva una visuale quasi del tutto di novanta grandi della città di Seoul. Due delle pareti ospitava alcuni quadri dall'aria un po' antica ma che si sposavano perfettamente con lo stile vintage generale della stanza. C'erano due scrivanie: quella di Taehyung, che era la più grande, si trovava proprio accanto alla finestra, fornita di computer, stampante, penne e fogli in quantità smisurate, un telefono fisso, post-it di tutti colori, una cornice che lo ritraeva insieme ai suoi genitori e un enorme tazza bianca che usava per bere i suoi adorati tè caldi. Odiava invece il caffè, gli veniva il voltastomaco solo a pensarci.

Quella di Hoseok invece si trovava a metà della stanza e, anche se più piccola, era fornita delle stesse cose che aveva Taehyung.

Mentre si riprendeva dalla sensazione di sonnolenza che ormai lo stava quasi del tutto rendendo rimbambito, si rimise a leggere e a sistmare ciò che richiedeva il suo impegno, quando finalmente Hoseok arrivò con il suo tè e dietro un seguito di 4 ragazzi che avevano tutta l'aria di essere i nuovi tirocinanti dell'azienda.

Taehyung si alzò immediatamente e fece loro segno di entrare, afferrò la sua tazza di tè e ne bevve un lungo sorso mentre i ragazzi si sistemavano ordinati davanti la sua scrivania. 2 ragazzi e 2 ragazze.

Dopo aver posato la tazza piena della bevanda calda si sedette di nuovo e li guardò curioso, appoggiando il mento sulle mani. Loro lo guardavano con altrettanto interesse, notando come le ragazze parlassero spesso tra di loro con sorrisetti che, Taehyung sospirò, aveva già visto in molte altre ragazze, persino in donne più grandi di lui.

Era consapevole di essere un bel ragazzo, e in generale anche molto simpatico e gentile, ma ciò che ormai ultimamente lo aveva un po' scombussolato era stata la consapevolezza che la maggior parte delle donne che aveva conosciuto lo avevano trovato interessante solo per i soldi e per il bel faccino.

«Il mio nome è Kim Taehyung.» (altre risatine innamorate si spezzarono nell'aria.) «e da oggi vi seguirò nel percorso che potrà portarvi all'inserimento lavorativo all'interno di questa azienda.» continuò in modo professionale.
«Sembra essere giovane.» stava bisbigliando una delle ragazze all'altra, facendo fare un sorrisetto a Taehyung.
«Sì, ho ventiquattro anni. Comunque, prima di tutto vorrei che mi diceste i vostri nomi, cognomi e l'età.» disse, poi con una mano incitò il primo del gruppo a dire il proprio.

«Io mi chiamo Park Ha-Joon, e ho vent'anni.» disse facendo un'inchino.
Taehyung gli sorrise, poi guardò il secondo ragazzo.
«Jeon Jungkook, ventitrè anni.» s'inchinò anche lui, ricevendo il sorriso caloroso del capo.
«L-Lee Subin.» rispose la prima ragazza del gruppo, «ventuno anni.» continuò rossa in viso, infine si rivolse all'ultima ragazza, quella che sembrava più sicura di sé.
«Choi Hyun-Jin, ventitre anni anch'io.»
«Bene, ehm due di voi resteranno qui; uno al fianco del mio presente segretario Jung Hoseok, e un altro al mio fianco. Per quanto riguarda gli altri due, sarete assegnati a un altro ufficio. Mettetevi pure d'accordo e, ah, ovviamete un ragazzo e una ragazza a ufficio, per evitare che nelle ore di lavoro possiate parlare di altro, prego.»

Così Jungkook prese posto vicino Hoseok e Subin accanto a Taehyung. Dopo avergli spiegato le loro mansioni i due si misero subito a lavoro, e così anche Taehyung e il suo segretario.

Mi-Yeun's pov

«Mai stata più stanca di così.» esclamò non appena chiuse la porta del suo ufficio e seguì fuori, nell'aria gelata di dicembre, Jimin. Quest'ultimo s'imbacuccò nella sciarpa, lasciando scoperti solo gli occhi. Fuori la neve stava cadendo sulle loro teste, facendo rabbrividire entrambi.
«Non mi sarei mai aspettato che Taehyung venisse a un appuntamento con una psicologa.» disse lui camminando di fianco a Mi-Yeun che pensierosa sospirò, facendo spallucce un po' assonnata.
«Credo che le persone ricche siano le prime ad avere problemi di fiducia e un sacco di paranoie.»

Aveva conosciuto Taehyung in un altro ambito, ma ciò che provava nei suoi confronti non era cambiato, l'aveva solo messo da parte perchè si trovava a lavoro e doveva comportarsi in modo professionale, ma se avesse potuto gli avrebbe sbattuto in faccia che meritava tutto ciò che stava passando, in ripicca degli anni passati dove non faceva altro che prenderla in giro dato che arrivava seconda in tutte le competizioni.

«Comunque, prima che entrasse nel tuo ufficio abbiamo un po' parlaro e ci siamo dati appuntamento per andare a bere insieme qualcosa stasera, quindi a meno che anche tu voglia venire, e ne dubito fortemente, per oggi non posso cenare con te.»
Mi-Yeun rabbrividì al solo pensiero.
«No grazie. Piuttosto preferisco stare da sola per tutta la vita. Fuori da lavoro voglio evitarlo come meglio posso.»
Jimin sorrise. «Secondo me è più interessante di quanto tu creda.» rispose, ma come risposta si beccò uno sguardo tagliente, di quelli che solo Jung Mi-Yeun riuscivano a mettergli paura.
«A ogni modo, Jimin, per oggi ti perdono, visto che mi stai lasciando da sola. Adesso vado a casa a prepararmi la cena, ci vediamo domani.» e dopo essersi salutati, ognuno dei due s'incamminò verso la propria meta.

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora