49. Dimostrazioni

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-You were the only one who understood me, and all that I was going through, yeah I just gotta tell u, oh baby I, I could make it better-

I minuti all'interno dell'ascensore erano stati agonizzanti per Mi-Yeun perché Taehyung non aveva spicciato parola, si era solamente limitato a scoccarle degli sguardi mentre appoggiato su una della pareti la guardava con le braccia incrociate al petto. Il silenzio ogni tanto veniva rotto dal tossicchiare di Taehyung. Mi-Yeun non si sentiva così imbarazzata da un po' di tempo e la familiare sensazione delle guance rosse era tornata più forte; il suo sguardo le faceva sempre quegli effetti, era un po' come se l'unica persona a provocarglieli era lui. Quest'ultimo, spostandosi il colletto della camicia un po' dal collo, inclinò la testa e continuò a fissarla mentre lei guardava tutto tranne i suoi occhi, concentrandosi sugli specchi lucidi all'interno di quel piccolo spazio o all'ipotesi che potesse bloccarsi ed essere costretti a restare lì; lei aveva una paura assurda degli spazi stretti.
«Non arrossivi così da un po' di tempo.» Taehyung si decise ad aprire la bocca.
Mi-Yeun si voltò a guardarlo e fece spallucce senza sapere cosa dire; lui era lì di fronte a lei e adesso l'unica cosa che avrebbe voluto fare era ritrovarsi tra le sue braccia e sentirsi protetta da tutto il resto. Ma aveva paura della sua reazione, perché nonostante non urlasse il suo sguardo era comunque tagliente e leggermente arrogante. Era ancora arrabbiato, su questo non c'erano dubbi.
«Non hai nulla da dire?»
«Che mi sei mancato.» decise di ammettere alla fine anche se le costava.
Quello sguardo le faceva male ma decise di passare oltre, pensò che comunque lui avesse ragione a essere ancora infastidito.
«Non ci vediamo da un solo giorno.» 
Ovviamente le aveva fatto credere il contrario di ciò che anche lui sentiva, perché lui stesso era stato male dopo una sola ora lontano da lei. Ma pensava di fargliela pagare un po', di dimostrarle che per quanto fosse debole sarebbe stato anche abbastanza forte da combattere per le proprie idee anche se lei si allontanava, perché di una cosa ne era certo; lui provava ancora un grande fiducia nei suoi confornti, sul fatto che stesse con lui perché realmente ci teneva, che non lo faceva per soldi, che non lo avrebbe mai tradito. Ma, una parte del suo cuore, aveva deciso di non fidarsi del tutto. Di non dare mai nulla per scontato, perché era consapevole che la gente cambia e che solo chi ci tiene realmente combatte per restarti a fianco. E lui voleva davvero assicurarsi che Mi-Yeun ci sarebbe stata sempre, anche quando le cose sarebbero andate male, e ancora di più se le cose andavano bene. E fine.
«Mi mancheresti anche dopo soli cinque minuti.» disse Mi-Yeun.
«Mmh, questa è una cosa bella da dire, ma le parole restano solo parole.»
Erano finalmente arrivati al piano terra.
Con quella frase scritta in testa Mi-Yeun lo seguì fuori nell'atrio e lo guardò da dietro mettersi completamente la giacca addosso e fermarsi alla reception. La ragazza di prima guardò male Mi-Yeun per poi rivolgere un sorriso a Taehyung.
«Le ho detto che non era possibile disturbarti, ma lei e il suo segretario hanno insistito.»
«Non si preoccupi, mi sarei arrabbiato di più se l'avesse mandata via.» rispose e il sorriso scomparve dalla sua faccia.
«Comunque, se qualcuno dovesse venire a cercarmi mentre sono assente può dirle di passare nel pomeriggio che ci sono di sicuro, d'accordo?»
Mi-Yeun lo guardò mentre distratto si sistemava i polsini della camicia sotto la giacca, per poi sfilare le chiavi dalle tasche dei pantaloni e voltarsi verso di lei ancora una volta.
«Andiamo?» le chiese.
I due salirono in macchina e rimasero in silenzio per pochi minuti; fuori scendeva la neve e le strade stavano iniziando a coprirsi di bianco. Mi-Yeun sentiva tante emozioni dentro, soprattutto un amore che non aveva mai provato per nessun altro. Si era ritrovata spesso, durante quei minuti, a fissarlo senza nemmeno accorgersene o a sentire il cuore pulsare forte quando si accorgeva che con la coda dell'occhio anche lui la osservava di tanto in tanto. Quando finalmente poi si fermarono in una via isolata e lontana dal centro, Taehyung si slacciò la cintura di sicurezza, si voltò verso di lei e si appoggiò sul sedile.
Mi-Yeun lo imitò.
«Quindi, perché sei venuta da me oggi?» parlò lui per primo.
«Perché una vita senza di te non riesco ad immaginarla.» le era difficile ammettere quelle cose, comunque. Aveva sempre giurato che non avrebbe mai abbassato la testa per un ragazzo, o che non sarebbe mai stata così male per una relazione che si era rivelata alla fine "sbagliata". Ma Taehyung era Taehyung per lei, e dalla prima volta che l'aveva baciato si era resa conto che le sue labbra erano come una droga, una dipendenza di cui non poteva fare a meno ormai.
«Stavamo insieme da solo un mese e mezzo. Hai ancora tutta una vita davanti per trovare il vero amore.» la sua voce era risultata dura, ma una fitta dolorosa al petto gli aveva fatto quasi perdere lucidità. Solo il pensiero di vederla insieme a un altro lo faceva impazzire, figuriamoci se davvero fosse accaduto tutto questo.
«Ma sei tu l'unico con cui voglio stare. Mi stai dicendo che tu non provi più nulla nei miei confronti?»
«Non ho detto che non ti amo più. I miei sentimenti non sono cambiati.»
«E allora perché dici queste cose?» 
«Ti metto solo davanti delle scelte, sono consapevole di essere una persona molto difficile con cui stare. Ti sto solo dicendo che se non sei in grado di accettare i miei comportamenti bipolari non ti odierò qualora decidessi di andare via.»
Mi-Yeun lo fissò; come era possibile che fosse cambiato così tanto in un così poco lasso di tempo?
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che ormai non ci casco più. Io voglio stare con te e questo non posso nascondertelo. Ma ammetto anche di non credere più alle parole di nessuno. Da ora in avanti per me conteranno solo i fatti. Ho piena fiducia in te, ma non così tanto di affidarti la mia intera vita.» quelle ultime parole le mozzarono il fiato. Sapere che a causa dei suoi atteggiamenti era cambiato così tanto la faceva sentire una pezza. Taehyung, il ragazzo che avrebbe voluto avere fiducia negli altri ormai tentennava dai suoi stessi desideri, perché il mondo aveva mutato il suo modo di pensare.
«Non capisco.» disse Mi-Yeun.
«Allora te lo spiegherò in modo più semplice. Non voglio che ci allontaniamo, ma allo stesso tempo ho bisogno di dimostrazioni.»
Mi-Yeun lo guardò curiosa, ma non lo interruppe.
«Ammetto che per me sei stata molto importante anche se siamo stati insieme un solo mese e mezzo, ma non voglio mai più che un'accusa grave simile a quella della volta scorsa mi butti giù come è accaduto ora. Sono stato deluso troppe volte, e non so se la mia mente sarà in grado di sopportare un altro episodio così.» c'era una sincerità nei suoi occhi che fece male a Mi-Yeun. Era stato male per quello che era accaduto, e di questo c'era ben poco da dubitare.
«Prima che io ti consideri davvero la persona più importante della mia esistenza ho bisogno della dimostrazione della tua fiducia nei miei confronti e solo allora sarò in grado di darti in mano la mia vita. Ho bisogno di sapere se ci sarai davvero quando e se le cose andranno male, e io allora potrò decidere se averti al mio fianco quando andranno per il meglio. Ti amo, ma ho paura di stare male. Quindi, se lo vuoi, se davvero mi consideri la persona fondamentale nella tua vita, dimostralo.»
Mi-Yeun era senza parole. Taehyung, prima di tornare insieme a lei, aveva bisogno di fatti. Ma era in grado di accettare la sua lontananza fino a quando lui non lo avrebbe ritenuto necessario?
«Te lo dimostrerò, ti giuro...»
«Le parole non servono. Siamo tutti bravi a parlare, a promettere castelli, ma in quanti sono in grado di renderli veri con i fatti? La mia è una proposta, non ti voglio di certo costringere. È solo la mia condizione affinché tu possa dimostrarmi se sei in grado di sopportare i miei malumori, i miei cambiamenti repentini, le mie paranoie. Mi hanno detto che i problemi diventano più leggeri se riusciamo a trovare qualcuno con cui condividerli. Io posso condividerli con te? Di questo ne voglio essere sicuro.»
Mi-Yeun non sapeva proprio che dire, ma era certa che per riconquistarlo avrebbe fatto di tutto, che lo avrebbe aspettato anche per anni.
«E poi...» aggiunse mentre lei lo guardava in silenzio dal suo sedile, «solo le persone che combattono per me sono degne di starmi accanto. Non ti chiedi perché io non abbia licenziato Subin?»
Il suono di quel nome la infastidì ma cercò di non renderlo troppo ovvio e si limitò a scuotere la testa in risposta.
«Perché anche se ha sbagliato e per questo si è fatta odiare ha dimostrato che per me andrebbe anche contro il fatto che io sia fidanzato. Perché nonostante l'abbia trattata male è ancora lì a cercare di fare le cose per bene solo in modo che io possa apprezzarla. E, non fraintendere adesso, io non vorrei mai stare con una persona che mi ha messo i bastoni tra le ruote e ha creato un così tanto casino tra me e te, ma allo stesso tempo non posso che ammirarla per sua devozione.»
Quelle parole innescarono in Mi-Yeun la voglia di fare di meglio. «Sappi che io farò ancora di più per te.»
«Sei l'unica persona di cui ne ho bisogno, sappilo.» le disse spostandole i capelli dal viso.
Il cuore di Mi-Yeun riprese a battere forte e la speranza che riuscisse a convincerlo ora la pervadeva dall'interno, dalla testa alla punta dei piedi.
Taehyung l'accompagnò a casa poco dopo e prima che scendesse dall'auto le afferrò un polso e la baciò sulle labbra con dolcezza, rendendola paonazza e allo stesso tempo euforica.
«Questo per ricordarti che sei ancora mia. Non mi deludere, per favore.» sospirò prima di lasciarla andare e allontanarsi.

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora