40. L'inizio

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-I pray. Love you my brother. Thanks to my brothers. Now I have my emotions, I become me, so I'm me now. You make me begin.-

Dopo l'episodio della cena Taehyung si era promesso che non avrebbe mai più avuto a che fare con Hyumi e sua madre e che avrebbe rifiutato qualsiasi invito dove le due fossero state presenti. L'ira dopo che il dolce era finito sulla sua ragazza si era ormai placata ma se mai l'avesse incontrata per sbaglio avrebbe fatto in modo di farle rimpiangere quel gesto cattivo, inoltre era felice di non tenersi più niente dentro; ad esempio dire tutto ciò che pensava a Hyumi quella sera gli aveva fatto bene, lo aveva come liberato da pesi invisibili che gli premevano sul cuore ogni volta che pensava di rispondere in modo sgarbato, ma ora che se ne era liberato non avrebbe mai più permesso a nessuno di mettergli i piedi in testa. Non sarebbe mai più stato in silenzio. Era già gennaio; il tempo insieme a Mi-Yeun era passato velocemente e i due avevano da poco festeggiato il primo mese di fidanzamento. La loro relazione era andata sempre per il meglio, o come si dice di solito, era stata tutta rose e fiori. Quella mattina a lavoro Taehyung si era distratto più volte a causa della sua ragazza, avrebbe volentieri passato tutto il giorno in sua compagnia, così come avevano fatto durante le vacanze natalizie, e in cuor suo desiderava che gli anni passassero e che il giorno in cui sarebbero andati a vivere insieme fosse arrivato velocemente. Con questo innocente pensiero per la testa, Taehyung si concentrò finalmente sui documenti da sbrogliare e con una penna iniziò a trascrivere alcuni dati su dei fogli mentre al suo fianco Subin lavorava in silenzio. Era rientrata a lavoro da poco meno di un mese ormai, e per tutto quel tempo era sempre stata la prima ad arrivare e l'ultima ad andarsene nonostante Taehyung le avesse detto molte volte che non c'era il bisogno di ammazzarsi di così tanto lavoro. Ma lei aveva sempre scosso la testa, continuando a fare a modo suo comunque. Taehyung aveva la spiacevole sensazione che volesse sdebitarsi per averla riassunta, ma non le chiese mai cosa la spingeva a comportasi in quel modo, l'aveva semplicemente lasciata fare. Inoltre aveva provato a far scambiare Subin e Jungkook di posto, e sebbene a quest'ultimo andava bene quel cambiamento, Subin aveva declinato  affermando che ormai era abituata a lavorare in quel modo che voleva assolutamente restare lì al fianco del capo. Taehyung non capiva di certo il masochismo della gente... se a lui fosse piaciuta una ragazza che non ricambiava i suoi sentimenti avrebbe fatto di tutto per non ritrovarsi attorno a lei. Ma la gente, come volte ormai aveva capito, era molto diversa di lui.
Mentre i quattro lavoravano in silenzio, rotto ogni tanto da qualche colpo di tosse o dalle notifiche delle mail che ricevevano, qualcuno bussò alla porta. Distraendosi alzarono tutti e quattro il viso verso il signor Kang, dipendente della Kim Eletronic, e lo guardarono mentre faceva un inchino generale e si scusava per aver interrotto la quiete.
«Signor Kim, sono arrivati alcuni documenti da Tokyo che devono essere tradotti subito. Se questa volta la fortuna è dalla nostra, la sede lì verrà aperta tra meno di sei mesi.» disse.
Jungkook, Hoseok e Subin si alzarono dai loro posti e contenti iniziarono a battere le mani a Taehyung, che imbarazzato abbassò lo sguardo con un sorriso sincero in viso. 
«Grazie ragazzi.» 
«Lo hyung pià bravo di tutti!» esclamò Jungkook continuando a battere la mani, il sorriso tutto rivolto a Taehyung che lo guardava gentilmente.
«Ci aspettiamo un aumento. A me però più degli altri dato che sono tuo cognato.» aggiunse Hoseok e lo sguardo divertito di Taehyung si posò sul suo.
«Yah, possibile che non riesci a pensare ad altro? 2.397.096,00 di won* al mese non ti bastano?» chiese ridendo, e gli atri risero più forte quando Hoseok fece spallucce con in viso un'espressione innocente. «Comunque, grazie mille signor Kang. Ti mando giù subito Jeon a fare da traduttore.» 
Il signor Kang annui inchinandosi, poi chiuse la porta e sparì dalla loro vista. «Jungkook, non appena avrai finito qui scenderai giù all'ufficio 7 per favore. Grazie per la tua collaborazione.» 
Il ragazzo annuì e sbadigliò mentre voltava pagina.
«Lavoro qui da quasi tre mesi e ancora mi chiede le cose per cortesia. Lei è troppo gentile.» rispose facendo sorridere Hoseok, che ormai conosceva così bene Taehyung da non lamentarsi più di tutta quella educazione.
«Quante volte devo dirvi di darmi del tu? Mi fate sentire vecchio. Jungkook, sei solo un anno più piccolo e tu Hoseok sei due anni più grande di me quindi basta con questa formalità. Vi ho già detto che per me siete come degli amici.» 
«Visto questo traguardo ci starebbe una cena di lavoro stasera.» s'intromise Subin ricevendo l'assenso degli altri due che annuirono entusiasti.
«Hai proprio ragione Subin.» commentò Hoseok.
Taehyung alzò la testa per pensare. Una cena di lavoro sarebbe stata il minimo dopo lo sforzo che tutti avevano fatto... ma proprio non se la sentiva di lasciare a casa Mi-Yeun. Che fare? Non poteva mica trascurare i suoi dipendenti... sospirò acconsentendo e facendo di nuovo battere le mani a Hoseok e Jungkook, che lo fecero ridere. Mentre tossicchiava pensò di chiedere a Mi-Yeun se per quella sera , dato che comunque da quando si erano fidanzati non uscivano insieme più spesso, di passare la serata con Jimin e ChoYoung mentre lui sarebbe stato impegnato in altro.

Mi-Yeun, senza farsi troppi problemi, aveva acconsentito. Alla fine non vedeva Jimin fuori dal lavoro da un po' di tempo. Taehyung, prima di recarsi nel suo hotel insieme agli altri, era passato da casa sua per darle un bacio e portarle un regalino. Di certo non avrebbe mai dubitato di lui, e si fidava così ciecamente che se per alcune ore non le avesse risposto, dato che comunque sarebbe stato in compagnia di altre persone, non si sarebbe arrabbiata di sicuro. L'unica cosa che la preoccupava un po' era la presenza di Subin, ma aveva deciso che non poteva farsi venire l'ansia per lei; era una sua dipendente e a lui, per quanto lei lo desiderasse, non gli importava minimamente.
Mi-Yeun, Jimin e ChoYoung decisero di passare la serata nel loro ristorante di fiducia, quello dove ormai erano diventati di casa insieme al suo migliore amico. ChoYoung invece sembrava aver cambiato un po' atteggiamento  nei suoi confronti da quando Mi-Yeun si era fidanzata con Taehyung, ma tante volte si era fermata a pensare che forse si trattava di una sua impressione.
«Da quanto tempo non mangio del ramen insieme alla mia Mi-Yeun!» esclamò Jimin sporgendosi a prenderle una guancia tra le dita con il suo solito sorriso adorabile. Lui non era cambiato per niente, anzi il suo affetto era cresciuto da quando la sua migliore amica si era messa con Taehyung.
«Da quando si è fatta fidanzata.» s'intromise ChoYoung senza darle il tempo di rispondere, sorridendo a Jimin in modo quasi forzato. Quest'ultimo sbatté le palpebre un po' smarrito e aprì la bocca per parlare, ma poi non sapendo cosa dire la richiuse.
«Ammetto che mi sono un po' allontanata adesso che sto con Taehyung. Sono solo stata euforica per la novità, non intendevo non vedermi più con voi.» disse con una vocina, sentendosi realmente in colpa per ciò che era successo. Jimin mise una mano sulla sua e scosse la testa comprensivo.
«Io sono solo felice che finalmente avete capito che siete fatti l'uno per l'altro. Solo questo.»
ChoYoung invece non aveva più parlato e quando arrivano i loro piatti si fiondò semplicemente sul suo ramen non alzando più lo sguardo. Jimin e Mi-Yeun invece avevano conversato per tutto il tempo e riso come erano sempre stati soliti a fare quando erano in compagnia dell'altro, in più l'acol che avevano bevuto li aveva resi euforici, sghignazzando per qualsiasi scemenza. Anche se le cose con ChoYoung non andavano bene era sicura che avrebbero sistemato tutto, quindi non poteva essere triste perché dalla vita ormai aveva avuto tutto. Ma non sapeva che purtroppo, dall'altra parte del paese, qualcuno aveva appena dato il via ai suoi problemi.

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2.397.096,00 won: circa 1800€

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