31. Gelosie reciproche

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-Giuro che un po' mi fa ridere.-

Quella mattina in ufficio Mi-Yeun fu accolta da una sorpresa che la lasciò perplessa per un po'. Si liberò della giacca e l'appese sull'appendiabiti mentre Jimin dietro di lei prendeva posto dietro la scrivania e si sistemava gli occhiali sul naso.
«Che gesto carino.» sorrise prima di rispondere al telefono che iniziò a squillare rimbombando nella stanza piccola e calda.
Mi-Yeun odorò i fiori con uno strano presentimento e quando afferrò il bigliettino bianco che conteneva poche parole le sue sopracciglia si alzarono. Quella di sicuro non era la grafia sottile di Taehyung. Curiosa si portò quindi agli occhi il foglio bianco e lo guardò stupita e un senso di colpa la colpiva da dentro mentre leggeva la frase.

"Quel sabato in discoteca è stato bellissimo, spero di poterti vedere ancora. Che ne dici di stasera? Ti offro qualcosa da bere. Sei bellissima, -Chan."

Mi-Yeun si ricordava bene la circostanza in cui aveva conosciuto il ragazzo in questione. Era un sabato abbastanza noioso, ma la sua amica aveva insistito per andare in discoteca e così Jimin aveva anche invitato alcuni suoi amici. Chan era il ragazzo con cui aveva più parlato, ma quella stessa sera Taehyung l'aveva baciata lasciandola di stucco. Non aveva più visto il ragazzo da quel giorno, l'aveva solo considerato un amico con cui parlare in una serata si svago e divertimento. Non gli aveva dato modo di pensare che potesse esserci qualcosa tra di loro e né che lui arrivasse a mandarle dei fiori in ufficio. Perché si sentiva in colpa? Perché probabilmente doverlo rifiutare era una cosa brutta da fare, ma purtroppo non aveva altra scelta. Da quando era diventata la ragazza di Kim Taehyung non trovava interessante nessun altro ragazzo e questo Chan doveva accettarlo. Quando Jimin notò la mancanza di entusiasmo nella sua collega, cosa strana dato che ogni cosa che c'entrasse con Taehyung la mandava euforia, si raddrizzò sulla sedia e la guardò con la testa inclinata di lato. «Che succede?»
«Non erano da parte di Taehyung.»  Jimin spalancò gli occhi sorpreso.
«E da parte di chi?» 
«Chan.»
Jimin la guardò come se non credesse alla sue parole, poi si sbatté una mano sulla fronte bisbigliando qualcosa tra sé e sé. La sua migliore amica lo guardò confusa mentre lui alzava gli occhi su di lei e scuoteva la testa. «Ecco perché mi ha chiesto l'indirizzo dell'ufficio. Credevo avesse bisogno di una seduta con te, ma a quanto pare voleva inviarti dei fiori.»
Mi-Yeun gli disse cosa c'era scritto sul bigliettino e del senso di colpa che aveva nel rifiutarlo poi, dopo  aver chiesto a Jimin il numero di Chan, si chiuse nel suo ufficio e si lasciò cadere sulla sedia un po' affranta. Era sempre stato difficile per lei rifiutare qualcuno, perché sapeva come ci si poteva sentire in quei momenti lì. Aveva avuto a che fare con un sacco di persone che per colpa di qualche rifiuto erano finite dritte dritte da lei e le era stato difficile farle capire che la vita non sarebbe finita per questo. Uno degli esempi era Hwang Hyunjin, anche lui aveva rotto con la sua ragazza e frequentava lo studio di Mi-Yeun da oltre un anno.
Ovviamente quella di Hyunjin era una circostanza completamente diversa rispetto quella di Chan, ma sapeva che un rifiuto può fare male. Quindi, con molta cura, scelse le parole da dire; aprì la cartella dei messaggi e dopo aver selezionato il suo numero iniziò a digitare le parole.

*Ciao Chan. Grazie per i fiori, è stato un gesto carino. Ci terrei a dirti queste cose di presenza, ma mi limiterò ad inviarti un messaggio per non disturbarti. Non posso accettare il tuo invito a uscire, spero tu possa perdonarmi. *

Inviò senza nemmeno rileggere ciò che aveva scritto e si mise a lavoro subito dopo, mettendo da parte il telefono.

Alla Kim Eletronic Corporation stava accadendo qualcosa di simile anche a Taehyung. Quando il ragazzo quella mattina era arrivato in ufficio, felice come ormai lo era da diversi giorni, trovò solo Subin dentro che, cogliendo l'occasione, rivolse alcune parole aspre al suo capo. I due si erano visti una sola volta, su richiesta di lei, e Taehyung non era riuscito a dire di no. Subin, i capelli legati in una cosa alta quel giorno, lo guardò ferita e allo stesso tempo sgarbata mentre lui le rivolgeva un sorriso caloroso come d'ordinario. Taehyung aveva aggrottato le sopracciglia bevendo un sorso di tè mentre prendeva posto accanto a lei e si sistemava sulla sedia. Subin si portò le braccia al petto scocciata, le gambe che le tremavano dalla rabbia.
«Hai qualcosa da dire?» chiese Taehyung cordialmente.
Subin si voltò a guardarlo con un luccichio negli occhi e preparandosi alla lamentela Taehyung si portò le braccia al petto mentre si allontanava un po' con la sedia, sentendosi però stranamente in colpa. Subin strinse un pugno lontano dallo sguardo di Taehyung e lo guardò arrabbiata respirando forte.
«Credevo che l'essere usciti insieme significava che avevamo iniziato a frequentarci.»
«Subin-» cercò di spiegare ma lei lo interruppe alzando un po' la voce. «Ma a quanto pare sei fidanzato. E da quando, se posso saperlo?»
«Da soli tre giorni. Se vuoi saperlo, quando noi due ci siamo visti, non ero fidanzato.» 
«Avresti anche potuto chiarire come stavano le cose.» 
«Non ho mai detto che tra di noi sarebbe nato qualcosa. Ingenuamente ho visto quell'uscita come due semplici colleghi che vanno a bere qualcosa insieme. Ma pensavo a Mi-Yeun già da parecchio.» 
Gli dispiaceva che si sentisse così, l'amore è un sentimento che può fare anche male. Probabilmente se ci fosse stata Mi-Yeun, che era una brava psicologa, sarebbe riuscita ad attutire il dolore con le parole, pensò Taehyung, ma probabilmente Subin, come di solito accade tra rivali, non le avrebbe dato ascolto.
«Sono stata una stupida.»
«Ascolta Subin. Mi dispiace averti fatto credere qualsiasi cosa tu abbia creduto. Non ho mai parlato di frequentazione e fidanzamenti, quindi se hai frainteso mi dispiace. Non so esattamente cosa dirti, ma se per stare meglio devi odiarmi fallo pure. Puoi anche fare a cambio con Jungkook o addirittura con Hyun-Jin e trasferirti nell'altro ufficio. Più di questo non posso fare altro.» disse e così facendo si avvicinò alla scrivania e si mise a lavoro. Quando Subin uscì dall'ufficio sbattendo la porta Taehyung sospirò un po' ferito, pensando che se Mi-Yeun l'avesse rifiutato si sarebbe sentito nello stesso identico modo.

I malanni di entrambi si misero a tacere quando s'incontrarono quella sera. Mi-Yeun e Taehyung si scambiarono un lungo e stretto abbraccio quando la prima entrò nella macchina del ragazzo e dopo un bacio passionale lui mise in moto la macchina e partì sulla strada gelata. «Oggi è stata davvero una giornata un po' pesante.» sospirò massaggiandosi il collo Mi-Yeun.
«Anche la mia, ma prima raccontami la tua giornata.»
Nel frattempo scesero dall'auto per comprare delle leccornie prima della cena di Ji-Ni.
Mi-Yeun raccontò di Chan mentre riempivano il carrello di dolcetti e notò una nota di fastidio nel suo ragazzo vedendolo annuire quasi impassibile mentre evitava di guardarla. E successe lo stesso a lei quando fu Taehyung a raccontarle della sua giornata. I due avevano riso della reciproca gelosia, pronunciando parole poco gentili, Taehyung su Chan e Mi-Yeun su Subin, mentre tornavano in macchina e si dirigevano verso casa Kim. Tra i due non era cambiato niente, si erano solo accorti che nessuno avrebbe mai fatto cambiare i loro sentimenti, così sorridendo si preparano per la serata che avevano organizzato.

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