14. Distrazioni

2.3K 139 16
                                    

-Let's dance the night away.-

Mi-Yeun's pov

«Qual è il suo rapporto con la solitudine, Hyunjin?» chiese accavallando la gamba, la penna posata sul foglio pronta a prendere appunti.

Quella mattina si era svegliata ancora più confusa della sera precedente: credeva che dormendoci sopra gli strani pensieri che le avevano riempito la testa su Taehyung sarebbero scomparsi del tutto, ma, morale della favola, non erano che cresciuti; inoltre, quella notte l'aveva anche sognato. Nel sogno, (e arrossiva al solo pensiero), Taehyung le aveva chiesto di bere qualcosa insieme e, distratta dai suoi occhi, le era caduto di mano il bicchiere che era stato afferrato da lui ma, come era successo qualche ora prima, si erano ritrovati a pochi centimetri dall'altro e questa volta il biondo aveva fatto cadere di proposito il suo caffè per poterle afferrare il collo e baciarla.

Si era svegliata di scatto e aveva sentito il cuore battere in maniera esagerata. "Sì, è solo suggestione" aveva pensato girandosi sul letto ma non era più riuscita a chiudere occhio quella notte.
Ora, nel suo ufficio, mentre ascoltava uno dei pazienti che frequentava da più tempo, le era tornato in mente e non poteva evitare di arrossire. Tossendo cercò di riprendersi da quei pensieri, mettendosi più dritta sulla sedia mentre Hyunjin cercava le parole giuste da dire.

Quella mattina era davvero una giornata bella e luminosa; le finestre, chiuse, lasciavano entrare la luce del giorno per tutta la stanza, illuminandola in maniera davvero rilassante.

«Il mio rapporto con la solitudine? Non voglio dire che mi sento da solo.» iniziò a dire il ragazzo giocando con le mani.

Il suo viso era di un bianco pallido molto comune tra i ragazzi sudcoreani, gli occhi stanchi e profondi fissi su quelli di Mi-Yeun mentre spiegava i suoi sentimenti: aveva i capelli neri e scuri, un po' più corti rispetto a quelli di Taehyung, un neo sotto l'occhio destro e un sorriso carino e sincero, che aveva riottenuto dopo un lungo anno di terapia. Mi-Yeun lo ascoltava attentamente, cercando di non distrarsi.

«Ho molti amici che ormai da un anno mi stanno aiutando. Usciamo spesso, cerchiamo di frequentare dei posti molto diversi rispetto quelli che frequentavo con lei e parliamo un sacco. Vorrei poter dire che non mi sento da solo del tutto. In realtà, quando però penso a lei, è come se sentissi un pezzo di cuore mancarmi.»
«Le persone che abbiamo amato, e intendo tutte, si portano sempre un pezzo di noi, lasciandoci qualcosa di loro. Questo non significa che non possiamo ricominciare una nuova vita, o che una nuova relazione non sarebbe la stessa cosa. La gente cambia, e questo purtroppo è un dato di fatto; c'è chi cambia in meglio, ma c'è anche chi cambia in peggio. Ciò che le ha fatto Ji-Heun non può essere cambiato, e purtroppo non può farci niente. Ma la vita va avanti e ci sono molte buone probabilità che tu incontri qualcuno migliore di lei.»
«Ieri l'ho rincontrata.» spiegò lui impassibile, ormai abituato all'idea.
Mi-Yeun gli fece cenno di continuare, appoggiando la testa sulla mano mentre ascoltava il suo racconto.

«Io e i miei amici siamo andati a bere ieri sera. Ero felice in realtà, ho riso per tutto il tempo. Però, dopo qualche minuto che eravamo lì, è arrivata lei con il suo nuovo ragazzo e alcuni suoi amici. Mi ha solo guardato di sfuggita. Non le interesso più e ormai me ne sono fatto una ragione.» aggiunse.

I suoi occhi erano tranquilli, chiaramente diversi quel giorno rispetto alle settimane e ai mesi scorsi.
«Però sono arrivata ad una conclusione; o mi metto con un'altra ragazza, così da dimenticarla definitivamente, o divento super ricco. Viaggiare e stare lontano da Seoul il più possibile. Credo sarebbe un sollievo.»
«Dubito che i soldi possano risolvere tutti i problemi. Conosco gente che è straricca, ma che ha anche bisogno dello psicologo.» rispose e i suoi pensieri si rivolsero tutti a Taehyung. Com'era possibile che ogni cosa lo portasse a lui?
«Davvero?» chiese lui stupito, gli occhi sbarrati e il viso innocente, nonostante avesse già vent'anni. Mi-Yeun rise.
«Sì. Ognuno ha i suoi problemi, e i soldi non sono la felicità. L'unico modo per stare bene è concentrarsi su se stessi. Voglio che tu trovi un motivo per essere felice, Hyunjin. Qualsiasi cosa; un hobby, anche un lavoro. Insomma, riprendi a vivere la tua vita e ricorda che nostra felicità non può dipendere da nessuno.»
«Grazie dottoressa.»

Dopo avergli augurato una buona giornata e avergli dato appuntamento per la settimana dopo, Mi-Yeun si mise a sedere con il collo dolorante e gli occhi assonnati. Quella sera sarebbe dovuta andare in discoteca con Chyoung, Jimin e alcuni loro amici, ma si stava già pentendo di aver detto di sì. Avrebbe volentieri passato tutta la serata sotto le coperte, al caldo.

«Jimin, dove pranziamo?» disse aprendo la porta del suo ufficio per ritrovarsi nell'atrio, dove il suo migliore amico prendeva le chiamate ed eventuali appuntamenti.

Jimin alzò gli occhi su di lei sistemandosi gli occhiali sul naso, poi li riabbassò sui suoi appunti.
«Mhh, non saprei. A te cosa va di mangiare?»
Mi-Yeun si appoggiò sulla parete vicina e alzò gli occhi al cielo, pensierosa.

Adesso aveva la costante paura di incontrare Taehyung ovunque andasse.
«Non so. Vorrei qualcosa di veloce, così concludo le ultime due sedute e poi posso andare a casa a riposare dato che stasera siamo in discoteca.» Non pensava che avrebbe incontrato Taehyung anche lì, visto che era molto impegnato probabilmente non avrebbe avuto tempo da perdere a ballare. E poi non lo faceva proprio il tipo.

«Vado a prendere due hamburger allora, ti va?» disse Jimin riordinando alcuni documenti, facendo sorridere grata Mi-Yeun; almeno non avrebbe corso il rischio di incontrare Taehyung.

«Sì, allora ti aspetto. Nel frattempo sistemo i dati relativi a Hyunjin.» disse rientrando nel suo ufficio mentre Jimin indossava la giacca e usciva a comprare il pranzo.

Mi-Yeun aveva una strana sensazione, la sentiva sul petto, ma decise di non badarci mentre si sedeva al suo posto. Aveva cercato di concentrarsi per tutto il tempo, ma quando Jimin fu di ritorno non aveva fatto altro che disegnare dei ghirigori su una pagina a parte. Era distratta, non riusciva a capire perché si sentisse così. Non appena aveva iniziato a leggere l'analisi sul ragazzo che qualche minuto primo aveva sfogato i suoi sentimenti con lei, si era ritrovata con la mente a vagare nel vuoto e ogni volta che, per caso, tornava alla realtà, leggeva una parola a caso su quello che aveva scritto e ricominciava da capo tutta la pagina, ritrovandosi sempre dopo poche righe a vagare ancora nei suoi pensieri.

«Ecco gli hamburger.» annunciò Jimin chiudendosi alle spalle la porta dell'edificio.
Mi-Yeun, alzandosi un po' irritata dalla sedia, uscì fuori dal suo ufficio per consumare il pranzo. Era arrabbiata con se stessa e con Taehyung perché, per motivi inspiegabili, continuava a pensarlo, la stava distraendo da quasi un giorno. Decise di resettare la mente e si sedette a pranzare con il suo migliore amico, ma il suo intendo non era riuscito del tutto. Un paio di occhi marroni non ne volevano sapere assolutamente nulla di lasciarla in pace.

-

Dopo due lunghe sedute e una doccia restauratrice, adesso Mi-Yeun si trovava davanti l'armadio di camera sua, indecisa su cosa mettere. Non amava andare in discoteca, ma aveva promesso a Choyoung che sarebbero andate e così si era ritrovata costretta. L'unico pensiero positivo era che almeno si sarebbe distratta per un paio di ore dal pensiero di Taehyung, così, contenta come non lo era stata fino a quel momento, scelse un vestito stretto, corto e scollato colore argento e un paio di anfibi neri.

Dopo essersi asciugata i capelli e averli resi mossi con la piastra decise di optare per un trucco sobrio sugli occhi e un po' più osato sulle labbra; infatti scelse di mettere del semplice eye-liner e del mascara, sulle labbra un rossetto rosso. Si vedeva molto carina, e aveva deciso che quella sera si sarebbe anche divertita; pensava anche fosse arrivato il momento di avere un fidanzato, qualcuno con cui dividere la quotidianità. A mezzanotte in punto, Jimin, Choyoung e alcuni loro amici passarono a prenderla in macchina. Si sentì a disagio in un primo momento, ma uno di loro aveva subito attaccato bottone con lei facendola ridere con diverse battute mentre si dirigevano verso il locale dove avrebbero passato la serata.

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora