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"I am you. I see me in you."

Per alcuni secondi lo guardò senza sapere che dire, con gli occhi ancora sbarrati e il cuore palpitante come non mai. Taehyung, di fronte a lei, la fissava con una leggera sfumatura di rosa sulle guance, gli occhi puntati sui suoi e le mani che tormentavano il polsino del maglione che indossava.

Tutto d'un tratto, all'interno della macchina, iniziò a fare caldo come se fosse piena estate; Mi-Yeun sentiva la pelle bollente come ormai da giorni succedeva, e ancora in imbarazzo lo scrutò mentre lui non distoglieva lo sguardo nemmeno per un secondo. Come si sentiva dopo quell'affermazione? Di sicuro provava un'euforia che non riusciva a spiegare a se stessa, o forse che non voleva spiegare a se stessa.

Ma perché prendersi in giro in quel modo? Anche se aveva provato a fingere disinteresse e a mostrarsi indifferente alla sua presenza e ai suoi sorrisi la verità era che da quando l'aveva incontrato quel giorno in strada, quando l'aveva quasi investita, la bellezza del suo viso l'aveva tormentata per tutto il tempo e in più, aver scoperto la persona meravigliosa che era diventata gli aveva dato ancora altri punti in favore.

«Non credo di aver capito.» rispose lei fissandolo ancora, sbattendo le palpebre come per assicurarsi di essere sveglia e di non star sognando.

Taehyung tossì imbarazzato mentre distoglieva lo sguardo per puntarlo sul parabrezza, e in quel momento Mi-Yeun si accorse che anche lui, nonostante gli sguardi ammiccanti e i continui sorrisi maliziosi, era abbastanza timido mentre le chiedeva di frequentarlo.
Perché, si chiedeva, si trattava di questo, no?

«Credo di essermene accorto la sera della cena di classe. Tutte erano lì intorno a me e tu te ne stavi lontano. Mi ha dato fastidio, ma non sono riuscito a spiegarmelo, ne ho avuto conferma quando sabato, in discoteca, ti ho visto in compagnia di quel ragazzo. Non so chi era, forse un amico di Jimin.»
Mi-Yeun fece mente locale ricordandosi di Chan, il ragazzo che le aveva fatto compagnia per tutta la serata.
«Ah, Chan.» rispose pensierosa.
Taehyung la guardò rigido, abbassando lo sguardo sulle sue mani, la pelliccina ancora lì sul dito.
«Sì, ecco non m'interessava sapere il suo nome. Ad ogni modo...»

Sapere che aveva provato gelosia nel vederlo insieme a un altro le aveva fatto piacere. Kim Taehyung, pensava, il bello e ricco ragazzo in carriera che s'ingelosisce di una semplice psicologa in compagnia di un amico.

«Mi sono detto che se volevo provare ad avere una relazione con te dovevo sbrigarmi e dirtelo prima di lui, perché non so se te ne sei accorta, ma a lui piaci di sicuro. Così, oggi ho raccolto tutto il mio coraggio. Sentire che di te mi posso davvero fidare è stata una nuova sensazione, bella e rilassante. Non succedeva da tempo.»
«B-beh non credo di piacere a Chan.»
«Gli piaci, ma non è questo il punto. Il punto è che piaci a me e io non sapevo come dirtelo o se farlo dato che fino ad adesso hai mostrato solo astio nei miei confronti. Ora che te lo sto dicendo ho solo bisogno di sapere se per te vada bene vedermi con costanza, conoscermi e se alla fine vorrai metterti con me. Quello che voglio sapere è se anche tu andrai via come gli altri, mi ferirebbe e conosci i miei problemi di fiducia, ma se vorrai farlo forse sei l'unica persona a cui lo perdonerei. E non perché non m'importa, ma perché per me poterti vedere anche solo da amici senza odiarti mi ferirebbe di meno. Ma io di te mi fido e so che se ti affido il mio cuore tu ne avresti cura.»

Come ci si comportava in quei casi? Non le era mai capitato che qualcuno di interessante le chiedesse di uscire. Fino a quel momento aveva avuto delle frequentazioni sì, ma erano sempre state solo delle uscite che alla fine non si erano concluse molto bene, a parte la relazione durata un anno con il suo ex ragazzo; fino a quel momento non aveva mai incontrato qualcuno che le piacesse davvero e ora che era accaduto non sapeva proprio cosa fare.

Aver sentito dire quelle parole aveva moltiplicato le farfalle nello stomaco; nessuno le aveva mai detto questo, nessuno l'aveva mai fatta sentire così e se era stato Kim Taehyung a dirgliele non ne poteva che essere felice.

«D-dì qualcosa. Non pretendo che tu dica di sì se non ti piaccio, solo parlami.» aggiunse il ragazzo.
Mi-Yeun si riprese e lo guardò, un sorriso sulle labbra che fece fare lo stesso a lui.
«Mi stai chiedendo quindi di frequentarci?»
«Sì, Jung Mi-Yeun. Ti sto chiedendo di frequentarci e se le cose vanno bene vorrei mettermi con te ufficialmente. E se le cose andranno bene ti chiederò di sposarmi e ancora se andranno per il meglio di crearci una famiglia. Non pensare che io abbia fretta, che voglia correre. Faremo tutto con il tempo necessario: voglio solo farti sapere che se qualora tu decidessi di stare insieme a me e che se ti andassi bene per molto tempo, in futuro avrai questo da me.»
La faccia di Mi-Yeun divenne scarlatta e bollente, mentre il cuore martellava letteralmente nel petto.

«Yah così sembri innamorato di me, smettila di dire queste cose.»
«Non hai ancora capito? È così che mi sento. Mi sento protettivo nei tuoi confronti, mi da fastidio che altri ragazzi si avvicinino a te e odio che tu provassi indifferenza nei miei confronti. Può anche darsi che tu pensi che stia esagerando con le parole, ma ti conosco da una vita e per una vita ho avuto un rapporto con te, anche se inizialmente per te ero come una specie di rivale. Quello che non sai è che io non ti ho mai considerato come tale. Magari credevi che quando ti dicevo "per questa volta ho vinto io, per la prossima studia di più" lo facevo per darti fastidio, ma la verità è che ammiravo la tua intelligenza, ti vedevo come una persona molto simile a me. E le persone simili insieme collidono sì, ma amano i propri simili. Io non credo alla diceria del "gli opposti si attraggono." può funzionare in fisica, ma non nei rapporti.»

Mi-Yeun lo guardò, lui guardò lei. I poli simili tra loro si respingono in fisica, ma anche per lei trovare una persona che si avvicinava ai suoi principi e valori era una cosa importante. Loro due si somigliavano come pochi e si differivano in altre, ma i loro sentimenti erano un mondo a parte, uno spazio accessibile solo a loro e nessuno poteva uguagliarne la grandezza. Anche se si fossero lasciati si sarebbero comunque appartenuti, perché di simili nel mondo ce ne sono tanti, ma come loro ne esisteva solo uno.

«Allora, lo vuoi?» chiese con un espressione simile alla paura sul viso, ma il sorriso che gli spuntò in viso dopo la risposta di Mi-Yeun sembrò illuminare la notte di una luce brillante.
«Sì, Taehyung.»

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora