37. Consapevolezza

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-You better run, run, run.-

Finalmente la mattina di Natale, e per una settimana a partire da quel giorno, Taehyung avrebbe potuto dedicare tutto il suo tempo a Mi-Yeun, poiché grazie alla festività entrambi avrebbero avuto un po' di tempo libero dal lavoro per alcuni giorni.  Dopo essersi fatto una doccia e aver indossato dei vestiti pesanti, decise di andare a comprare qualcosa da mangiare mentre tutti a casa sua dormivano ancora. Anche Mi-Yeun non dava segno di essere già sveglia, dato che non aveva ancora riposto al suo messaggio, così guardando l'ora sull'orologio che aveva al polso, (nell'altro il bracciale che gli aveva regalato la sua ragazza e che non avrebbe mai tolto) , prese le chiavi della macchina e salì a bordo. Dopo alcuni chilometri giunse alla sua destinazione e rabbrividendo entrò dentro al negozio sfregandosi le mani in cerca di calore. Dopo aver scelto il carrello più grande, si mise in cerca di qualcosa di buono; voleva passare i pomeriggi interi a casa, al caldo, insieme alla sua ragazza a guardare film natalizi e a divertirsi con alcuni giochi da tavola. Pensava proprio che questo l'avrebbe reso felice; aveva pensato molto alle parole di Mi-Yeun quella notte e aveva capito che lei aveva ragione: lei non era gli altri e niente doveva fargli pensare che non avrebbe mai potuto essere felice. E punto. Sorridendo si portò gli occhiali da sole sulla testa, per poter guardare meglio, e iniziò e riempire il carrello di marshmallow e cioccolata, quando qualcuno attirò la sua attenzione.
«Ehi Taehyung!» esclamò Jimin avvicinandosi mentre si portava dietro un carrello pieno di leccornie e snack.
Jimin, aveva pensato Taehyung, era l'unico che riteneva davvero amico. Quella mattina i capelli neri come la pece erano perfettamente lisci e gli ricadevano in avanti, fino a pochi centimetri sopra l'occhio; la pelle bianca cerea che gli dava un aspetto un po' pallido ma decisamente affascinante e il sorriso carino racchiuso da due labbra carnose e rosa. Era un po' basso a dire la verità e guardandolo avvicinarsi Taehyung non poté fare a meno di sorridere per alcuni ricordi che gli erano tornati in mente: quando a scuola lo aveva preso spesso in giro per la dimensioni delle sue mani. Avevano spesso misurato i loro mignoli e avevano sempre riso per le mani piccolissime che l'amico possedeva. «Jimin! Che piacere vederti.» rispose lasciando il carrello a terra e avvicinandosi a lui a braccia aperte, abbracciandolo intanto che lui ricambiava stringendolo più forte. E di sicuro era di questo che aveva bisogno Taehyung; qualcuno che stringesse con più forza, che lo riscuotesse dai pensieri stupidi che faceva, qualcuno che gli voleva bene per quello che era e non, come aveva detto Mi-Yeun, per quello che possedeva. Ed era felice di avere loro due nella sua vita.
«Come va?» chiese a Jimin con un sorriso mentre gli si metteva a fianco.
«Bene, grazie. E tu?»
«Non c'è male.»
«Devo scusarmi con te.» disse e Taehyung lo guardò confuso aggrottando le sopracciglia chiare e dritte.
«Per cosa?»
«Chan mi ha detto che ieri si è ubriacato e che ha fatto un po' di casino. Dice che gli hai dato un pugno e vorrei dirti che mi dispiace perché insomma, lui è un mio amico e sono stato io a presentarlo a Mi-Yeun. Non l'ho fatto con la malizia di farli mettere insieme, anzi ho sempre sperato lei mettesse da parte l'astio nei tuoi confronti e che vi faceste fidanzati.»
«Non ce l'ho mica con te, Jimin. Solo dì al tuo amico che non dovrebbe stuzzicare una ragazza fidanzata. Sai, per me è una cosa poco elegante.»
«Sì lo so, ma adesso non faccio altro che pensare che se non gli avessi chiesto di venire con noi in discoteca tutto questo non sarebbe successo. Io so che sei una persona abbastanza pacifica in generale, quindi sapere che hai reagito in quel modo mi fa pensare che lui ci sia andato giù pesante.» Che colpa ne aveva Jimin? Aveva solo organizzato una serata e l'aveva fatto quando i due non si erano ancora fidanzati. Non avrebbe dovuto chiedere scusa, né sentirsi in colpa in nessuna maniera. «Beh sì, ha toccato un nervo scoperto. Però tu non hai nulla di che preoccuparti Jimin, davvero.»
«Mi dispiace... non si è mai comportato così.»
«Scommetto che Mi-Yeun gli piaccia davvero. Solo che, una persona matura, capirebbe quando è tempo di smetterla. A ogni modo, non ho astio nei tuoi confronti. Per cui non parliamone più.» rispose e sorrise mentre Jimin incurvava le labbra mostrando i denti bianchi.
«Va bene.»
«Ah, la tua migliore amica è una gran dormigliona. Sono già le nove e mezza e ancora non si sveglia.» cambiò discorso mentre guardava l'orario sul telefono e sospirava rimettendolo in tasca.
Jimin ridacchiò. «Se può cerca di dormire più possibile.»
Quando entrambi finirono di fare la spesa si recarono insieme fuori dal negozio e si salutarono prima di allontanarsi ognuno per la sua strada.
«Uno di questi pomeriggi potremmo riunirci a casa mia. Che ne dite? Tu, Mi-Yeun, ChoYoung e potrei dirlo anche a Hoseok e alcuni altri ragazzi che conosco.» gli disse Taehyung mentre chiudeva il bagagliaio della sua auto e si avvicinava al ragazzo.
Jimin fece spallucce.«Per me andrebbe più che bene.»
«Facciamo allora domani pomeriggio?»
«Sì.» rispose e dopo averlo salutato nuovamente con la mano si allontanò.
Taehyung rise di cuore mentre apriva lo sportello e faceva per entrare, quando un rumore catturò la sua attenzione. Un po' impaurito si voltò, vedendo un sacco di yogurt e insalate sul suolo e una persona china su di loro intenta a raccoglierli; a quanto sembrava la busta si era rotta e tutto il contenuto si era riversato per terra.
«Ti aiuto.» disse avvicinandosi alla ragazza che cercò di non alzare lo sguardo su quello di lui mentre esclamava:
«Non ho bisogno di te, grazie.»
Taehyung si fermò quando riconobbe il suono della sua voce e si chinò prendendo lo yogurt che era finito più lontano da lei.
«Ji-Soo?»
La ragazza, che quella mattina aveva i capelli legati in una coda alta, alzò lo sguardo sul suo e sospirò. Taehyung notò quanto fosse ancora dimagrita e un senso di colpa, da qualche parte infondo al suo cuore, iniziò ad attanagliarlo. Sapeva che ce l'aveva con lui per l'episodio della discoteca, quando si era allontanato senza nemmeno guardarla, e un po' risentito le porse lo yogurt mentre lei si alzava da terra e reggeva tra le braccia tutti gli altri.
«Ti avevo detto di non rovinarti per colpa degli standard.» commentò mentre lei lo fissava arrabbiata, trattenendosi forse dall'urlare.
«Smettila di fare finta che te ne freghi qualcosa di me. So che non t'importa nulla, e lo so da quando ti sei fidanzato.»
«Non pensavo che per importarti di una persona devi esserci fidanzato. Personalmente mi preoccupo anche per gli amici.»
«Be', allora dovresti continuare a non preoccuparti per me. Io non sono amica tua.»
Per alcuni minuti i due rimasero in silenzio e si guardarono; lei con uno sguardo aspro e lui con uno serio.
«Mi dispiace che ti stai rovinando. Solo questo. Se non vuoi accettare la mia preoccupazione fai pure. Non pensare che a me cambi qualcosa.»
Gli occhi di Ji-Soo iniziarono a luccicare ma ancora cercò di trattenersi.
«Non c'era bisogno che lo dicessi. So che di me non ti preoccupi davvero da quando siamo usciti insieme quella sera e sei scomparso e poi non ti sei più fatto sentire.» aggiunse lei e con estremo sforzo, cercando di non far cadere quello che aveva tra le braccia, afferrò la chiave della sua auto e l'aprì, rovesciando dentro quello che aveva comprato, per poi prendere in maniera arrabbiata quello che Taehyung aveva in mano e buttarlo con forza dentro l'auto prima di voltarsi a guardarlo di nuovo.
«Mi dispiace. C'è stato un contrattempo.»
«Un contrattempo che dura da quasi un mese. Ovvero da quando stai con Jung Mi-Yeun. Ironico, sembra quasi un cliché che la ragazza che ti odiava alle superiori ora stia con te.»
«Non ho mai detto che mi sarei rimesso con te. Avresti forse dovuto pensarci quando mi hai lasciato per un altro. Che succede adesso? Pretendi da me cosa? Mi sono sforzato di esserti amico nonostante per te non provassi più nulla, ma come al solito sei ingrata.» disse.
Non si era mai aspettato che delle parole così dure sarebbero uscite dalla sua bocca, in generale aveva sempre cercato di mantenere la pace con tutti. Ma ora non ne vedeva il motivo, e comunque lei lo vedeva come un fidanzato e lui provava quel sentimento solo per Mi-Yeun.
«I soldi ti hanno reso arrogante.» disse lei con la voce tagliente e si allontanò.
Taehyung entrò dentro la macchina e mise in moto, ma non si sentiva per niente triste. Lui era consapevole di non essere arrogante e non avrebbe lasciato nessuno rovinargli né la giornata né la vita. Aveva deciso: che pensassero quello che volevano. L'unico parere di cui aveva interesse era quello di Mi-Yeun, e quando il suo telefono squillò e rivelò il numero della sua ragazza sorrise portandoselo all'orecchio mentre con una mano teneva il volante.
«Buongiorno mia bella addormentata. Vestiti, oggi ho intenzione di passare tutto il giorno insieme a te a guardare film natalizi.»

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora