50. Occhi fiammeggiati e ceramica rotta

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-I call you moonchild, we are the children of the moon. We draw breath from the cold air of dawn. Yes we're livin' and dyin at the same time.-

«Non credo di aver capito molto bene.» commentò Jimin quando Mi-Yeun, seduta di fronte a lui nel loro ristorante preferito, gli raccontò tutto quello che era successo.
ChoYoung aveva ascoltato in silenzio ma non aveva detto nulla, si era limitata solo a passare lo sguardo da lei a Jimin a seconda di chi parlava, senza mai intervenire una sola volta nel discorso.
«In pratica prima che torni con me vuole delle dimostrazioni.» ripeté sbuffando mentre afferrò il bicchiere di soju mezzo pieno e se lo portò in bocca con fare depresso. Avrebbe fatto di tutto pur di stare insieme a lui quella sera, ma Taehyung era stato chiaro; o i fatti o niente.
«Quindi vorrebbe che tu gli dimostrassi che di lui hai piena fiducia?»
«Sì.»
Dopo qualche secondo di silenzio, rotto solo dal tintinnare delle posate e dei bicchieri, Mi-Yeun si voltò verso un gruppo di ragazzi che avevano varcato da poco la soglia, riconoscendo tra di loro Taehyung. Sconvolta quasi sputò la bevanda bianca in faccia a Jimin e si girò completamente dall'altra parte prima che Taehyung la notasse lì a guardarlo.
«No dannazione, proprio qui dovevano venire?» imprecò mentre il suo migliore amico guardava i ragazzi curioso, capendo chi le aveva provocato quella reazione.
«Mi-Yeun non dare di matto, ma ci sono ben tre ragazze nel suo gruppo di amici.» l'avvertì e una rabbia mai provata prima le si presentò nel cuore. Ma cosa doveva fare? Una scenata era esattamente quello che avrebbe posto fine alla loro relazione per sempre. Doveva dimostrargli di non aver assolutamente paura di loro, non c'era nessun dubbio che Taehyung le considerasse solo amiche.
«Oh no, viene verso qui.» aggiunse sottovoce e lei rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
«Che vuoi dire?» bisbigliò guardando il muro che aveva davanti quando sentì la presenza di qualcuno al suo fianco e l'odore familiare del suo profumo maschile.
«Buonasera.» disse Taehyung.
«Ehi,ciao!» lo salutò Jimin e una nota di tristezza si presentò sul viso di Taehyung, che stava infatti per chiedergli qualcosa quando un ragazzo alto e dal bell'aspetto si avvicinò a loro e mise un braccio attorno alle spalle di Taehyung.
«Chi sono i tuoi amici Tae-Tae?» chiese cordiale con un bel sorriso in volto, posando gli occhi su Mi-Yeun e allargando ancora di più l'espressione di gioia.
Imbarazzata Mi-Yeun abbassò lo sguardo.
«Amici di vecchia data, hyung.» rispose secco lui.
Il ragazzo, che, Mi-Yeun notò, indossava solo roba firmata, tese la mano e la strinse ai suoi amici fino a quando arrivò il suo turno.
«Ciao, molto piacere! Il mio nome è Kim SeokJin ma puoi chiamarmi semplicemente Jin.» si strinsero la mano .
Taehyung li fissò con finto disinteresse in viso, ma era chiaramente infastidito da tutta quella situazione.
«Il mio nome è Mi-Yeun.»
«Ah che bel nome, Mi-Yeun.» ripeté guardandola con la testa inclinata. «Yah, ma perché non mangiamo tutti insieme, eh Taehyung? Sono tuoi amici hai detto, non dovrebbe essere un problema nemmeno per gli altri, giusto?» chiese ancora mettendo una mano sulla spalla dell'amico che annuì distratto mentre guardava con una certa rabbia Mi-Yeun. «Perfetto! Vado a dirglielo.» esclamò, poi si allontanò.
«Jimin, un attimo puoi uscire fuori con me? Devo dirti una cosa.» disse Taehyung.
Curioso Jimin acconsentì, si alzò dalla sedia e lo seguì per lo stretto spazio verso l'uscita del locale.
Mi-Yeun li guardò allontanarsi, chiedendosi cosa gli volesse dire, quando i suoi amici unirono un tavolo al loro e iniziarono a prendere posto. Jin si sedette accanto a lei e subito attaccò bottone. Mentre sorrideva a una battuta che gli aveva appena fatto il ragazzo dal bell'aspetto, Mi-Yeun guardò gli altri; c'erano tre ragazze che aveva tutta l'aria di avere la puzza sotto il naso e che continuavano a squadrare sia lei che ChoYoung, un altro ragazzo da capelli color lavanda e due fossette adorabili in viso e...
«Jungkook?» disse Mi-Yeun appena incrociò il suo sguardo e lui le sorrise dolcemente alzando una mano in saluto.
«Ciao Mi-Yeun» rispose mettendo in mostra i denti un po' sporgenti ma nell'insieme adorabili.
«Vi conoscete?» chiese Jin interessato.
«Non molto.» ammise Jungkook facendo spallucce e nel frattempo il ragazzo con le fossette, amichevole, tese la mano per presentarsi e fare la sua conoscenza.
«Ciao piacere, io sono Namjoon.» disse.
Mi-Yeun si sentiva stranamente a suo agio tra quei ragazzi e riprese a parlare con tutti e tre includendo nel discorso anche ChoYoung, quando Taehyung e Jimin tornarono dentro.
Quando Tae la vide accanto al suo amico le scoccò uno sguardo arrogante, ma non disse nulla; fece il giro del tavolo e prese posto di fronte a lei, vicino una delle tre ragazze che si voltò sorridendogli non appena le fu vicino.
Mi-Yeun sentiva i nervi a fior di pelle, ma fece finta di niente, ricordandosi della promessa che gli aveva fatto non meno di qualche ora prima. Non poteva arrendersi subito al primo ostacolo.
«Somigli vagamente a un mio amico.» le stava dicendo Namjoon mentre stappava la bottiglietta verde che gli era appena arrivata al tavolo.
Mi-Yeun scorse con la coda dell'occhio la ragazza seduta accanto a Taehyung dirgli qualcosa all'orecchio, troppo vicina per i suoi gusti, mentre lui le sorrideva. Il cuore le faceva male davvero, ma cercò di ignorarlo e si concentrò su Namjoon.
«Davvero? Somiglio a un tuo amico?» chiese fingendo interesse, ma non faceva altro che rivolgere sguardi ai due seduti poco più in là e rischiò di nuovo di strozzarsi quando vide il suo amato spostare con delicatezza una ciocca di capelli lontana dal viso della ragazza. Respirò profondamente ma avrebbe volentieri fatto saltare in aria tutto il tavolo, prendere Taehyung per i capelli e costringerlo a sedersi di fianco a lei. Ma non poteva fare niente, perché sennò lui avrebbe direttamente troncato ogni tipo di rapporto.
«Per caso pensi sia uguale a Hoseok?» chiese Jungkook scolandosi un bicchiere di soju.
«Sì! Vero che si somigliano?»
«Ci credo, è suo fratello!» esclamò Jungkook.
«Davvero?» si rivolse a lei e Mi-Yeun sorrise mentre annuiva, cercando di comportarsi allo stesso modo di Taehyung. Ok che voleva dimostrazioni, ma quello era troppo per lei!
«Comunque, cosa fai di bello nella vita?» le chiese Jin avvicinando la sedia verso quella sua.
Mi-Yeun notò che a quel gesto Taehyung alzò lo sguardo su di loro, ma lo ignorò.
«Sono una psicologa.» 
Jin si portò in bocca una generosa quantità di kimchi e l'ascoltò interessato. Il piatto di Taehyung non era invece neanche stato toccato ancora e i suoi occhi continuavano a fiammeggiare da lei a Jin senza sosta, la ragazza al suo fianco gli parlava ancora, riservandogli sorrisi innamorati. Mi-Yuen pensò fosse una stupida per pensare di portarsi via Taehyung, e si sentì in pena per lei. Era solo suo e fine della questione.
«Interessante! Potrei venire per una psicoanalisi, ma lo farei solo per passare del tempo con te.» le fece l'occhiolino Jin e lei gli sorrise imbarazzata e un po' a disagio sperando che Taehyung non avesse sentito, ma un rumore di piatti che si rompono catturò la loro attenzione e voltandosi vide il ragazzo in questione sbuffare rosso in viso mentre si voltava a guardare il danno che aveva fatto.
Un cameriere si avvicinò a loro munito di scopa e paletta e subito Taehyung si alzò per scusarsi dell'accaduto e chiedergli quanto gli doveva, ma il cameriere declinò affermando che episodi del genere erano all'ordine del giorno e di non preoccuparsi perché poteva accadere a tutti. Non appena comunque tornò la quiete Mi-Yeun si voltò di nuovo verso Jin e alzò le spalle.
«Tu invece che fai nella vita?» domandò.
«Io sono un medico.»
«Wow.»

A fine serata erano tutti un po' brilli (Mi-Yeun completamente ubriaca) e mentre Jin la reggeva per una spalla accompagnandola verso l'uscita quasi barcollò, quando un forte urto la prese in pieno. Taehyung le era appena passato accanto e nel farlo aveva sbattuto con violenza la spalla contro la sua. Mi-Yeun lo guardò, per quanto ci vedesse dato l'alcol,  pagare al bancone notando come cercava di non voltarsi verso di loro con un certo sforzo.  Ma era troppo ubriaca per reggersi in piedi e guardare verso di lui contemporaneamente, così strinse di più la presa sulla spalla di Jin e aspettò che anche lui pagasse, cercando nel frattempo il portafoglio dentro la borsa.
«Ho già pagato per entrambi.» la fermò Jin.
«G-grazie» rispose e i suoi occhi si fermarono su quelli di Taehyung che scosse la testa riservandole uno sguardo sgarbato e infastidito.
Jimin, che aveva lo sguardo furioso di Taehyung, prese Mi-Yeun per un braccio e la sorresse.
«Grazie per esserti preso cura di lei, adesso noi andiamo a dormire. Taehyung, ci accompagni tu?» chiese Jimin,  mentre lui acconsentiva, Mi-Yeun sentì le guance diventarle rosse, guidata dal suo migliore amico verso la Porsche bianca. Taehyung arrabbiato sbatté lo sportello con una certa forza e lei si preparò mentalmente a essere di nuovo in sua compagnia.

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora