47. Decisione

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-Yeah I was there for you but then I lost my mind. I know that I messed up but I promise I can make it right.-

Lavorare quel giorno era stato impossibile per Hoseok, Jungkook e soprattutto Subin; Taehyung non aveva fatto altro che rimproverarli anche per piccoli errori e aveva guardato male i suoi dipendenti se si fermavano anche solo un minuto, facendoli ormai arrivare alla conclusione che per quel giorno era meglio non contraddirlo. Non vedevano l'ora che arrivasse la pausa pranzo così che potessero sgranchirsi le gambe e quando finalmente l'ora era arrivata Jungkook e Subin erano subito usciti dalla stanza, mentre Hoseok era rimasto lì fingendo di star sistemando alcuni documenti così che gli altri due uscissero senza aspettarlo. Non appena furono da soli Hoseok alzò lo sguardo su quello di Taehyung e lo guardò mentre concentrato sui documenti lo ignorava.
«Allora? Puoi dirmi quello che ti succede oggi per favore?» chiese.
Era rammaricato. Ormai considerava Taehyung un amico e sentirsi dire quelle cose da lui lo aveva un po' ferito, per di più se lo aveva fatto così da un momento all'altro senza ragione.
«Nulla.» 
«Come puoi dire nulla? È chiaro che ti è successo qualcosa, non ti comporti così di solito.»
Taehyung sospirò scocciato mentre cambiava con così tanta forza pagina del fascicolo che la strappò. Serrò gli occhi per trattenere la rabbia; odiava quella sensazione. Perché non riusciva a perdonare Mi-Yeun? Se l'amava, se avesse fatto di tutto pur di averla, perché non riusciva a passare oltre?
«La gente cambia.» rispose ancora stizzito, gli occhi sempre altrove. Ma era realmente cambiato o fingeva solo per apparire forte? Era chiaro che odiasse quei suoi comportamenti, solo che ce l'aveva così tanto con Subin, con Chan, con Mi-Yeun e con se stesso che vedeva tutto buio.
«Sì, questo è chiaro! Ma se si cambia c'è sempre un motivo dietro.»
«Non ho niente da dirti. Stai sprecando del tempo. Non chiedermi nelle ore di lavoro che hai bisogno del bagno o di mangiare perché ti stai trattenendo qui quando dovresti essere giù a fare queste cose.»
Hoseok lo fissò esasperato e alzò gli occhi al cielo cercando di scegliere le parole giuste da dire senza farlo arrabbiare.
«Hai litigato con mia sorella?» domandò alla fine e il cuore di Taehyung sembrò distruggersi sotto l'effetto di quelle parole. Era come se si fosse costretto a rimettere a posto i piccoli pezzi e attaccarli a fatica, ma dopo ciò che aveva detto Hoseok non aveva retto e si era di nuovo spaccato. Sentì come una sensazione di vuota speranza nello stomaco che lo fece stare male per alcuni secondi e la sua mente crudele lo schernì perché mentre fingeva di essere duro il suo cuore aveva appena dato prova di quanto fosse debole. Di quanto avesse bisogno di lei e di quanto allo stesso modo necessitava di poter finalmente liberare la testa dai quei dubbi che lo facevano stare male, da quelle paranoie che lo stavano rendendo sempre più stanco.
«Io e tua sorella non stiamo più insieme, soddisfatto? E ti dirò di più, hai appena toccato un tasto dolente.»
Taehyung lo guardò e solo in quel momento Hoseok si rese conto di quanto stesse male; aveva due occhiaie viola e profonde, lo sguardo stanco e lucido, l'espressione di una tristezza che lo aveva lasciato senza parole. Conosceva quei problemi che ormai da mesi gli avevano reso impossibile la vita ma non lo aveva mai visto ridotto in quello stato.
«E come mai se posso chiedere?»
«Non mi va di parlarne.»
Ecco che sentiva di nuovo gli occhi bruciare, quella volta era sicuro che non sarebbe riuscito a trattenersi. Aveva bisogno di sfogo, ma a chi poteva raccontare dei suoi respiri mozzati se pensava a Mi-Yeun insieme a un altro? A chi poteva confidare di sentirsi così male da non riuscire nemmeno a respirare? Jimin gli aveva chiamato il giorno prima ma lui era così arrabbiato che non gli aveva risposto e ora si sentiva anche in colpa per tutto quello che aveva fatto ai suoi amici, a quelli che lo consideravano uno "Hyung bravo in tutto" come aveva detto Jungkook. Eppure, guardare Subin e rendersi conto che per colpa sua aveva perso tutto ciò che aveva più caro al cuore lo faceva arrabbiare come non mai. Voleva urlare, voleva liberasi da quel malore che lo stava attanagliando dentro.
«Lo sai che non me puoi parlare, quindi quando te la sentirai sai che puoi dirmi tutto. E, per favore, non ti sentire in colpa. Posso capire che tu sia arrabbiato. Comunque, adesso vado a pranzare. Mangia anche tu, se vuoi ti salgo qualcosa.» disse e fece per avvicinarsi alla porta mentre gli fissava le spalle poiché lui guardava fuori dalla finestra senza dire nulla.
«L'unica cosa che posso dire al momento è che sto male. Ma questo è abbastanza chiaro ormai e non posso nemmeno nasconderlo. Se fossi nato scemo la mia vita sarebbe stata molto più serena e tanti dei problemi che fino a oggi mi sono creato non sarebbero nemmeno esistiti.» la sua voce cedette ma Hoseok fece finta di non averlo notato perché sapeva che lui odiava essere visto in quel modo. Sospirò quindi e aprì la porta sentendosi ferito alla vista dell'amico che non riusciva nemmeno a trattenere la tristezza.
«Se fossi nato scemo non saresti stato lo stesso meraviglioso Taehyung che sei oggi. I problemi purtroppo esistono, basta trovare qualcuno con cui si è in grado di affrontarli e diventeranno più leggeri. Adesso vado prima che finisca la pausa. Appena torno ti porto qualcosa da mangiare.» s'inchinò anche se non poteva vederlo e appena Taehyung fu di nuovo solo un singhiozzo gli scappò dalla bocca mentre una lacrima solitaria gli rigava il viso pallido.

Mi-Yeun's pov

Dall'altra parte di Seoul Mi-Yuen si sentiva allo stesso modo; dentro il suo ufficio, spaparanzata sulla sedia, non faceva altro che controllare l'ultimo accesso del suo ragazzo e a sospirare perché l'orario non cambiava mai: l'ultima volta che si era collegato era stato il giorno prima. Sbuffando bloccò il telefono e lo buttò sulla scrivania, piegò la testa all'indietro e fissò il soffitto. Era pronta a fare di tutto pur di convincerlo che di lui si fidava, perché alla fine era così che si sentiva. Non gli aveva mai negato un'uscita senza di lei, non aveva mai dubitato un solo secondo di Taehyung, si era solo persa quando le era arrivata quella foto. Ma sbagliare era umano, no? All'impatto le erano sembrate così vere le parole di Chan che aveva dato di matto e aveva fatto ciò che, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo, non avrebbe mai fatto; saltare a conclusioni affrettate senza prima sentire tutta la storia dal diretto interessato. Ora un'unica cosa le annebbiava la mente, voleva a tutti costi farla pagare a Subin per essersi permessa di averlo baciato e lo avrebbe fatto anche subito! Se solo avesse avuto il coraggio di correre in azienda e prenderla per i capelli. L'unica cosa di cui aveva paura era quella di ritrovarsi al cospetto dello sguardo deluso di Taehyung e, ripensandoci, piagnucolò.
Jimin fuori la sentì e preoccupato si precipitò da lei subito.
«Che succede Mi-Yeun?»
«Taehyung non si collega. Vorrei tanto sapere che cosa sta facendo ma quel fottuto ultimo accesso rimane sempre lo stesso.» si lamentò e nel frattempo sbuffò sonoramente.
Jimin la guardò più tranquillo e prendendo posto nella sedia di fronte quella di Mi-Yeun si massaggiò il collo.
«Scemi e masochisti. Vi amate ma non state insieme per un'incomprensione. Chi vi capisce è bravo.»
Mi-Yeun si mangiucchiò un'unghia e alzò gli occhi su di lui intanto che Jimin scuoteva la testa.
«Voglio andare da lui.» si decise e si mise in piedi mentre si liberava dal camice.
«Aspetta, ora?» domandò Jimin e la guardò mentre metteva in tasca il telefono e indossava la giacca.
«Sì, i-io non ce la faccio così. Non riesco nemmeno a concentrarmi.» prese la borsa e se la mise in spalla.
Jimin si alzò dalla sedia e la seguì fuori dall'ufficio. «E le psicoanalisi dei pazienti? Le rimando?» le domandò.
«Sì. Digli che anch'io ho i miei problemi!» alzò la voce e uscì fuori dall'edificio. In ansia s'incamminò verso l'azienda mentre il cuore le batteva forte. Non era ancora pronta ad affrontarlo, ma non voleva nemmeno perderlo.

•Mr Kim• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora