-You're changing and I can't stand it.-
Quando quella mattina Taehyung entrò in ufficio aveva uno sguardo che non ammetteva né repliche né commenti non richiesti. Il sorriso gentile era sparito dal suo volto e mentre posava, con un po' troppo forza le chiavi della macchina sulla scrivania e gli altri tre gli davano il consueto buongiorno, si schiarì la gola e guardò con lo sguardo tagliente Jungkook.
«Jungkook, velocemente prendi le tue cose e mettiti qui al mio fianco. Lee, vai a metterti al posto di Jeon. Veloci.» disse e così facendo prese posto nella sua poltrona mentre gli altri tre si scambiano sguardi curiosi e confusi.
Taehyung riavviò il computer e alzò lo sguardo minaccioso sui due che non avevano ancora obbedito ai suoi ordini.
«Ma-» stava per dire Subin, che fu subito interrotta da Taehyung.
«Non mi pare di aver chiesto il tuo parere. Jeon, ti voglio qui e se entro tre minuti non vi siete scambiati di posto vi licenzio a tutt'e due.»
Con rabbia cambiò l'immagine di sfondo e fece un respiro profondo mentre al suo fianco Subin raccoglieva le sue cose tremando per le lacrime e Jungkook si avvicinava alla scrivania. Dopo pochi minuti di via vai, e Hoseok che lo guardava curioso dalla sua postazione, finalmente era tornata la quiete in ufficio.
Taehyung alzò di nuovo gli occhi su di loro. Subin tratteneva le lacrime e si guardava i piedi frustrata.
«E voglio inoltre che oggi lavoriate in silenzio. Non voglio sentire volare una mosca e il primo che parlerà senza intervento richiesto da me verrà buttato fuori da questa fottuta azienda» poi guardò Subin e uno sguardo ancora più tagliente si presentò sul suo viso.
«E qui sei a lavor, non si piange quindi smettila.» concluse irritato.
Jungkook guardò senza dire nulla Taehyung e si grattò la testa perplesso. Non si sarebbero mai aspettati un comportamento così da parte sua.
«Yah Taehyung, ti sei alzato dalla parte sbagliata del letto oggi?» osò chiedere Hoseok mentre consolava la ragazza al suo fianco.
Con lo sguardo sempre più aggressivo Taehyung lo guardò di traverso mentre stringeva nelle mani una penna.
«Hai le orecchie otturate? Quale parte della frase "non voglio che parliate" non hai capito?» chiese al suo segretario mentre quest'ultimo spalancava la bocca sorpreso.
Stava per rispondere quando Taehyung lo fermò prima ancora che potesse dire una sola parola alzando una mano in aria.
«Jung se vuoi essere licenziato dillo prima. Voglio silenzio, e tu,» disse e puntò lo sguardo su quello di Subin che rattristita alzò gli occhi su di lui e lo guardò in lacrime. «ti ho detto di smetterla di piangere. O lo fai o ti trasferisco in un altro ufficio, o peggio ti licenzio. Ora in silenzio iniziate a fare quello per cui vi pago.» concluse e si concentrò sui documenti che aveva davanti.
I tre si guardarono insospettiti ma non osarono replicare e fecero come aveva loro chiesto.
Taehyung sembrava concentrato sui fogli ma la testa era da tutt'altra parte. Che stava facendo Mi-Yeun? Gli era mancata così tanto dopo un solo giorno che non si erano visti e ora si sentiva sempre più triste per quello che era accaduto tra di loro. L'amava ovviamente, solo non riusciva ad accettare il fatto che non si fosse fidata e insieme all'amore adesso un altro sentimento lo riempiva. L'odio. La odiava per aver dato ascolto a Chan e sperava che mai quest'ultimo gli spuntasse davanti perché gliel'avrebbe fatta pagare per quello che aveva fatto. Così come l'avrebbe fatta pagare a Subin.
Non è che avesse dormito granché comunque quella notte. Voleva sentirla, voleva inviarle un messaggio e fare pace con lei ma qualcosa lo impediva. Il suo cuore ferito, la sua mente che ancora una volta dopo mesi riprendeva a farlo stare male con pensieri stupidi e mancanza di fiducia ormai nell'intero genere umano. Se anche lei, che considerava l'unica che potesse renderlo felice l'aveva ridotto in quello stato, non osava immagine ciò che ne avrebbero fatto di lui gli altri e così aveva deciso che non sarebbe mai più stato buono con nessuno. Alla fine, pensava, fino a quel momento cosa gli aveva portato quella gentilezza? Solo delusioni su delusioni, quindi perché esserlo ancora? Mentre scuoteva la testa per concentrarsi sul lavoro un rumore di tazze che cadono catturò la sua attenzione. Alzò gli occhi taglienti su Hoseok e Subin mentre scorse dei pezzi di ceramica sul pavimento e la ragazza che impaurita da una possibile cattiva reazione si affrettava ad alzarsi e pulire tutto.
«È untile. Riesci solo a fare casini in qualsiasi posto ti trovi.» la sua voce bassa spezzò l'aria e ancora una volta si ritrovò a essere fissato da Jungkook e Hoseok mentre Subin, che si era finalmente calmata, riprendeva a tremare per colpa delle lacrime che cercava di reprimere.
«Inutile è l'unico aggettivo che mi viene in mente per descriverti.» aggiunse guardandola schifata mentre il ragazzo al suo fianco ascoltava in silenzio e fissava Subin. Hoseok era sempre più sconvolto delle parole di Kim.
«Taehyung, ma che ti prende oggi?» domandò un po' furioso mentre l'altro gli rivoleva un sorriso d'avvertimento aggiunto a uno sguardo duro.
«È la terza volta che la tua voce mi irrita. Te lo ripeto ancora, e poi non voglio più sentirvi nemmeno respirare.» disse e guardò tutt'e tre. «Da oggi in poi vi rivolgerete a me chiamandomi capo o signor Kim, senza eccezioni. In più farete tutto ciò che vi dico in totale silenzio e il primo che osa aprire la bocca viene subito licenziato. Secondo, non ammetto bambini che non fanno che lamentarsi e piangere, per cui se non riuscite a trattenervi la porta è lì.» e stava chiaramente parlando di Subin, infatti gli altri due la guardarono un po' compassionevoli mentre il monito di Taehyung continuava. «Finora avete solo perso punti, Hoseok e Subin di più di Jungkook che a quanto pare ascolta e riesce a capire chi comanda qui. Ora spero di essere stato chiaro. Lavorate»
I tre fecero silenzio e si chinarono sui loro documenti. Taehyung sentiva un dolore al petto che lo stava rendendo pazzo ma lo cercava di ignorare. Odiava quella parte di sé, quella parte cattiva che aveva promesso a se stesso non avrebbe mai mostrato a nessuno, ma tanto ora che lei non gli era più a fianco che senso aveva essere gentile? Adesso avrebbe dato a tutti ciò che meritavano. Se meritano di essere trattati bene lo avrebbe fatto con tutto il cuore, se meritavano di essere trattati male lo avrebbe fatto altrettanto. E fine della questione. Taehyung era cambiato e non c'era verso di farlo tornare sui suoi passi ormai. Sarebbe stato lui l'unico a decidere e su questo c'era poco da discutere._____________________
Abbastanza in vena di scrivere oggi 😅❤️
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•Mr Kim•
FanfictionCompleta✅ Mi-Yeun, una giovane e ambiziosa psicologa, ha finalmente realizzato il suo sogno aprendo il proprio studio a Seoul. La sua vita procede tranquilla tra sedute, caffè e passeggiate nel parco Hangang, finché un incontro casuale non scuote l...