𝚕𝚊 𝚜𝚎𝚛𝚊𝚝𝚊 𝚜𝚙𝚎𝚌𝚒𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚝𝚝𝚒𝚟𝚒

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⟿ ✿ ship :: KageHina, IwaOi, UshiTen, BokuAka, KuroKen, DaiSuga, TsukkiYama, AsaNoya

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➠♡༊ written :: 17/10/20

⧉➫ genre :: comico, oserei dire anche trash

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Sto per mettere piede nella casa - inspiegabilmente enorme - di Bokuto e qualcosa mi dice che finirà malissimo.

Non so che cosa mi abbia convinto a uscire di casa oggi, forse Shouyou che mi grida che devo avere cura dei miei amici o il fatto che Daichi mi abbia rivolto l'invito con un tono pari ad una preghiera, quello di cui però sono certo è che qualsiasi cosa mi aspettassi, non è niente di tutto questo.

Kuroo e Bokuto hanno iniziato a raggrupparci da mesi, ormai. Domande velate, e altre meno, per cercare di capire nelle nostre rispettive relazioni chi facesse l'attivo e chi il passivo, domande quasi scontate in determinati casi, come quello tra me e Shouyou o quello fra Daichi e Suga. E poi, ovviamente, hanno provveduto alla creazione di un ridicolo gruppo Telegram.

Che aveva come unico obiettivo quello di portarci a oggi.

Alla "serata speciale degli attivi" a casa di Bokuto.

Dove ci sono ben più di lui, Kuroo e Daichi. C'è quella lingua velenosa di Tsukishima, c'è Asahi, c'è Iwaizumi, c'è persino Ushijima direttamente dalla Shiratorizawa. E io che pensavo che non sarebbe venuto nessuno.

Mentre trascino le gambe sul vialetto pregando di essere da tutt'altra parte, sento una voce familiare chiamarmi da dietro.

- Strano che tu non ti sia perso per strada, re. - dice, il tono tagliente e subdolo.

Mi giro con il fuoco negli occhi per ritrovarmi di fronte la faccia paradossalmente gelida e impunita del muro più alto del Karasuno, Tsukishima. Maledetto quattrocchi con la lingua lunga.

Lo ignoro e procedo per la mia strada, fino al campanello che premo con tutta la cattiveria che ho in corpo, sperando che aprano la porta immediatamente e io possa sbattergliela in faccia.

Sfortunatamente, non è così, e devo attendere che qualcun venga a riprenderci fianco a fianco con quel palo della luce che è il mio insopportabile compagno di squadra. Doveva proprio essere così alto? Mi fa sentire insignificante, con quello sguardo di puro odio che svetta dagli occhiali scuri.

Bokuto ci apre e una vampata di vapore lo segue.

Quest'uomo è ridicolo, penso, e so che lo sta facendo anche Tsukishima.

È in pantaloncini fuxia e maglietta gialla, i capelli bagnati che ricadono nel loro doppio colore sulla fronte, le crocs verde fosforescente ai piedi e uno strumento in mano che penso di aver già visto da qualche parte ma che non riconosco.

Tsukishima sorride appena, quando lo vede, saluta educatamente e fa per entrare. Si volta all'ultimo prima di appoggiare il mento sopra la spalla per voltarsi a guardare me e la figura stranamente colorata di Bokuto che ancora mi fissa con aria ebete.

- Intendevi che avremmo usato un bong quando hai parlato di "divertimento assicurato", Bokuto? E io che mi ero fatto strane idee. - commenta, e se ne va.

Oh, mamma. Ecco cos'era. Quello che usano i fattoni delle serie TV americane, ecco cos'è.

Bokuto tenta di salutarmi ma la mia aria terrorizzata lo precede, e quando finalmente la nota appoggia una mano grande e ruvida sulla mia spalla.

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