𝚌𝚊𝚕𝚕 𝚘𝚞𝚝 𝚖𝚢 𝚗𝚊𝚖𝚎

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⟿ ✿ ship :: ShiraSemi

➭ ✧❁ SMUT alert :: "Ci penseremo dopo, al resto."

➥✱ song :: "Call Out My Name", di The Weekend nella versione di Seraphim

⤜⇾ parole :: 9.554

➠♡༊ written :: 23/01/21

⧉➫ genre :: hurt/comfort

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Lo odio.

Io odio Tendō Satori.

Lo odio con tutto me stesso.

Lo odio al punto che il mio cuore trabocca di rabbia, di sofferenza, di astio. Al punto che le lacrime fanno capolino dai miei occhi apatici ogni volta che ci penso, al punto che mi manca il fiato quando lo guardo in faccia, al punto che ogni notte, prima di andare a dormire, la sento, l'invidia. La sento, la sensazione che vorrei essere come lui.

Che vorrei essere lui.

Che vorrei avere anch'io quello che ha lui.

Rimango fermo, le braccia morte, stanche ai fianchi della mia figura sottile.

E lo fisso.

− Shirabu, che cosa c'è? Mi guardi come se volessi uccidermi. - lo sento dire, la voce sottile, ariosa, ammiccante.

Come?

Mi chiedo io, come?

Come ha fatto a diventare migliore di me?

Come è possibile che io, io, cazzo, debba abbassare lo sguardo di fronte a una persona del genere?

Mando giù la saliva.

− Non farti strane idee. - ribatto semplicemente, muovendo qualche passo all'indietro.

Corro con lo sguardo al suo collo bianco, magro e delicato, che spunta da una maglietta enorme e palesemente non sua.

Quello è il motivo per cui lo odio.

Perché lui ce l'ha addosso, quella maglietta di merda. Perché ci spiaccica sopra il suo odore e lo mescola con quello del proprietario del lembo di tessuto che porta addosso al corpo.

Mi ha preso tutto, Tendō Satori.

Mi ha preso Ushijima.

E non volevo crederci ma ora, ora ne sono convinto. Ora non c'è alcun dubbio.

Ora lo so.

Lo so come so che i segni scarlatti sul collo di Tendō li ha fatti lui. Lo so come so che la sua voce, la sua voce bassa, pacata, misurata è risuonata nel corridoio principale ieri sera piegata in qualche gemito che poteva lontanamente ricordare il nome "Satori".

Lo so come so che è entrato nella sala comune un minuto fa, si è chinato strofinando quei maledetti capelli rosso scuro, ha premuto le labbra su quelle di Tendō e ha sorriso.

Ha sorriso.

Non l'ho mai visto sorridere.

Non l'ho mai visto esprimere affetto.

E l'idea mi distrugge.

Mi rendo conto di non aver smesso di fissare il mio compagno di squadra quando recepisco le sue sopracciglia che si alzano.

− No, sul serio, c'è qualcosa che non va? Se hai bisogno di parlare posso rimanere qui, dovrei uscire con 'Toshi ma... −

Lo interrompo prima ancora di rendermi conto di averlo fatto.

anime one shot || collectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora