2.

13.3K 576 148
                                    

R.

- È tutto in macchina? -
- Amore, dove hai messo i miei trucchi? -
- Sono già in macchina. Sai dove sono le mie scarpe? -
- Tesoro, sono vicino alla porta. -

Era da un quarto d'ora che i miei stavano correndo per casa cercando cose a caso. Io ero appoggiata al muro dell'ingresso, intenta a messaggiare con Clary.

Io: sono già stufa di tutto questo.

Clary: lo immagino. Dai tieni duro.

Io: vorrei solo essere meno acida. Ma odio essere sola in queste situazioni.

Clary: non sei sola.

Sbuffai e mi infilai gli auricolari, misi la canzone dei Sleeping with sirens " Sorry " a tutto volume. Rimasi lì, ad osservare i miei genitori correre; concentrandomi sul ritmo della canzone sembrava che danzassero.
Ero molto nervosa e arrabbiata ma cercai di non darlo troppo a vedere. Mi accorsi che la gamba si muoveva da sola dal nervoso, la fermai e incrociai le braccia al petto.
Ero più arrabbiata per il fatto che i miei mi obbligassero ad andare con loro che per il fatto che avrei potuto passare tre mesi con Clary. Avevo diciotto anni compiuti, si potevano fidare.
Molte volte lo avevano fatto e io non avevo mai dato loro delusioni, tenevo alla loro fiducia.
Mio padre e mia madre si fermarono davanti a me e capii che erano pronti, finalmente.
Mio padre mi disse qualcosa, che io ovviamente non capii. Mi tolsi una cuffietta. - Che? -
- Andiamo? Sei pronta? -
- Questa domanda dovrei farla io a voi. -
Mio padre sorrise e mi tirò un buffetto sulla testa. - Ora si vanta di essere per una volta pronta per prima, sei sempre tu quella che dimentica le cose! - disse mentre con una mano sulla schiena mi accompagnava alla macchina.
Salii mentre sorridevo. - Sì, beh, questa volta no. -
Partimmo e io mi accucciai sui sedili. Misi le cuffie alle orecchie e vidi una notifica.

Aaron: siamo arrivatiii!!!!

Ethan aveva scritto sul gruppo dove vi erano anche i gemelli.

Io: io sono appena partita...

Digitai.

Aaron: percepisco poco entisiamo

Io: percepisci bene.

Aidan: facci sapere appena arrivi!

Io: certo
Aggiunsi un'emoji contenta e bloccati il telefono.

Sotto la melodia di " Laura Palmer " dei Bastille mi addormentai.
Mi risveglia per colpa del sole che batteva contro il finestrino e che mi scaldava troppo il viso.
La macchina continuava ad andare, mangiandosi velocemente la strada. Mi sistemai bene sul sedile e mi accorsi solo dopo che la musica stava continuando ad andare. Guardai il cellulare e visualizzai i due messaggi che avevo ricevuto.

Ethan: mi dai il numero della tua bella amichetta?

Aidan: no, dallo a me!

Sorrisi e alzai gli occhi al cielo. I gemelli mi chiedevano sempre il numero di Clary, anche se sapevano che lei era fidanzata con Mike da tre anni buoni.

Io: col cavolo, sapete che lei ha una bocca. Potrebbe darvelo direttamente lei, se volesse.

Aidan digitó subito: questo vuol dire che lei non vuole darcelo?
Accompagnato con qualche faccine dispiaciute alla fine del messaggio.

Io: ragazzi non lo so... È fidanzata, ricordate?

Ethan: sì, con quel Mike tutto ossa. Mister Grissino. Quando lo vedo in giro mi chiedo come faccia a non soffiar via col vento.

Mi immaginavo Aidan che rideva al messaggio e chiedeva il cinque al gemello.
Sorrisi all'immagine.

Io: la smettete? Non è poi così magro. Non possono essere tutti come voi tre.

Aaron: è vero, ragazzi, noi siamo unicamente fighi. Fatevene una ragione, a Clary piacciono quelli intelligenti, non pelli palestrati.

Aidan: fratello, io sono intelligente. È Ethan che è spacciato.

Ethan: fanculo.

La macchina rallentò e imboccò una viuzza sterrata.
Eravamo arrivati.
Prima che potessero litigare, avvisami i ragazzi sul gruppo e dissi loro che li avrei aggiornati più tardi.
La macchina raggiunse un grosso cancello, già aperto e si parcheggió vicino a un'altra macchina grigia.
Scesi e rimasi a fissare la casa enorme che si innalzava davanti ai miei occhi. Era in legno molto chiaro e posava su due piani. La parte sinistra del piano superiore sostituiva la parete di legno con il vetro, formando un'immensa porta-finestra accompagnata da un grande balcone. Vicino alla porta che dedussi fosse quella principale vi era una rampa di scale che collegava il pian terreno dal piano superiore destro.
Grandi finestre abbellivano la casa e il tetto era piatto, senza mattonelle a vista.
Dall'entrata principale uscì una donna alta e magra che corse verso mio padre e lo abbracciò affettuosamente.
- Marc! Mi sei mancato! - il sorriso di mio padre era infinito, non l'avevo mai visto così felice.
- Marta, anche tu mi sei mancata! - sciolse l'abbraccio e indicò mia madre. - La conosci già Linzie, e quella è Abigail, mia figlia. - sorrisi togliendomi una cuffietta.
L'espressione di Marta era cambiata, sembrava stupita e... commossa? Gli occhi si riempirono di lacrime e il trucco colò un po'.
- Oh santo cielo! Quanto sei cresciuta! L'ultima volta che ti ho vista eri piccolissima. Sei diventata una bellissima ragazza! -
Arrossii un goccio e ampliai il mio sorriso.
- Grazie mille tu... - venni interrotta da una voce maschile.
- Mamma noi andiamo in spiaggia. -
Marta si girò e gli sorrise. - Ehy Isaac, vieni qui. - aspettò che il ragazzo li raggiunse per continuare a parlare. - Ti presento mio fratello Marc, sua moglie Linzie e tua cugina Abigail. - il ragazzo si sfilò gli occhiali da sole per poi metterli nello scollo a V della maglietta bianca e porse la mano a mia madre e a mio padre, infine sorrise a me e mi salutò con la mano.
- Io sono Isaac, piacere di conoscervi- si sistemò i capelli mori con la mano e senza distogliere lo sguardo dal mio. Poi senza alcun motivo si tolse la maglietta e la ritirò nello zaino.
- Spero vi troviate bene qui. - continuò lui, rivolto ai miei genitori. - Avete trovato subito la strada? -
- Sì certo! Un gioco da ragazzi. - mio padre sorrise rivolto a mia madre.
- Ha fatto solo due inversioni, ma è tutto normale. -
Risero tutti e Marta iniziò a tirare fuori episodi del passato.
- Comunque, mamma noi andiamo in spiaggia. -  la interruppe, posandole una mano sul braccio.
- Hei, Isaac, perché non porti anche tua cugina con voi? Magari le fai conoscere il posto... -
Il ragazzo si girò e mi guardò, si fece una mappa mentale di me per poi guardarmi negli occhi.
- Per me non c'è nessun problema. Ti va? - guardai i miei e cercai una scusa veloce. - E i bagagli? Dovrei preparare la camera e cercare il costume... -
- Tranquilla, ti aiuto io. Vieni ti mostro la casa. - disse, incamminandosi verso casa. Io lo seguii con i bagagli cercando di sembrare il più calma possibile.

ANGOLO SCRITTRICE:

Ciao ragazze. Mi dispiace tantissimo per l'attesa, ma sto cercando tempo e idee per questa nuova storia. Se volete ditemi la vostra, che cosa vi piacerebbe che accadesse? Cercherò di andare avanti. Commentate e visualizzate, mi raccomando.
Con affetto,
Baptivi

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora