POV's Dylan.
Cazzo, odiavo piangere. Mi vergognavo farlo. E ora mi aveva visto anche Abigail. Quella ragazza mi attirava anche se riuscivo solo a comportarmi come un menegreghista del cazzo con lei. Girai l'angolo e arrivai al bar dove ero solito andare quando volevo ubriacarmi per allontanare i pensieri. Entrai nel buio pub e mi appoggiai al bancone.
- Dylan! - eccola. Anastasia. Era una ragazza alla quale piaceva divertirsi con me. - Vuoi il solito? -
- Vodka, doppio. - me lo servì sorridendomi sorniona, sapeva che appena sarei stato ubriaco al punto giusto saremmo finiti in bagno appiccicati l'uno all'altra. Non mi piaceva, era troppo troia. Cioè ci potevo giocare un po' ma non poteva mai nascere qualcosa tra noi e lei questo non l'aveva ancora capito. Mi chiedeva di uscire, di stare con lei, ma io inventavo scuse a caso.
- Dylan! - mi girai e Jorge era di fianco a me che mi sorrideva. - Oggi Marta mi ha chiesto se avevo bisogno di qualcuno di nuovo dietro al bancone. E mi ha proposto una certa ... - ci pensò su.
- Abigail? - chiesi io, osservando il bicchiere mezzo vuoto.
- Si esatto. Inizierà domani. - Abigail? In questa lurida topaia? In questo pub ci venivano cani e porci... ma alla fine cosa mi importava di quella ragazzina?
- Bene. Mi fa piacere. - dissi fingendo di non importarmi.
Jorge se ne andò, dopo avermi tirato delle pacche amichevoli sulla schiena.
- Hey Bellezza. Dammene altri. - dissi indicando il bicchiere ormai vuoto.
***
POV's Abigail.
Mi svegliai alle dieci del mattino e andai in bagno. Mezz'ora dopo ero pronta per un' altra giornata senza fare niente.
Scesi le scale e vidi che erano tutti in cucina.
Marta stava preparando delle uova per Holland e Isaac e Dylan era appoggiato al bancone della cucina intento a girare il cucchiaio nel caffè caldo.
- Hey Abi, vieni siediti. Ho grandi notizie. - mi sedetti vicino a Holland e aspettai che Marta sputasse il rospo. - Ho chiamato il mio amico, proprietario di un bar, e ha detto che ha posto per te. Ha detto che devi essere lì per le tre. - mi sollevai e sorrisi dalla gioia. - Davvero? -
- Certo! Penso che ti dirà gli orari e i giorni oggi. - Bene! Era fatta. - E puoi prendere la macchina di Dylan... - guardai il ragazzo che sollevò lo sguardo e sorrise.
- Non se ne parla. - disse poi, prima di bere un altro sorso di caffè.
- Ma perché no, Dylan? -
- Perché la mia macchina è la MIA macchina. -
- Bene allora la accompagnerai e la andrai a prendere tu. - esclamò Marta servendo le uova a noi tre.
- Ma... - iniziò a protestare Dylan.
- Ma niente. - il ragazzo sbatté la tazza vuota sul tavolo e se ne andò arrabbiato. Mi sentivo enormemente in colpa. Non volevo che si sentisse obbligato o che io gli fossi di intralcio.
Mangiai in fretta le uova, ringraziai Marta e salii al piano di sopra. Appena entrai in camera notai che Dylan era sopra al mio letto e stava scrivendo qualcosa sul mio quaderno di chimica. - Che cosa fai? -
- È tutto sbagliato. Il problema intendo. -
- Ah, lo so... io chimica la odio. - lui alzò lo sguardo su di me fulminandomi.
- Chimica è bellissima. - sorrisi e lui ritornò con gli occhi sul mio quaderno.
- Senti se non vuoi accompagnarmi non è un problema, io adoro camminare... -
Sorrise e scosse la testa. - Non ne dubito, ma cinque chilometri sono un po' tanti! - disse alzandosi dal letto ed entrando in camera sua.
Mi avvicinai al letto e presi il quaderno.
Ti accompagno io. Chiamami quando sei pronta.
La frase era scritta sotto un'altra frase: ora è giusto! E una freccia collegava la frase al risultato. Sorrisi e mi sedetti sul letto cercando di capire il perché delle correzioni di Dylan.
Alle 2 e mezza Dylan entrò in camera mia e mi guardò.
- Vestiti. La Marta mi ha dato la lista della spesa. - disse prima di entrare in camera sua.
Presi dei jeans bianchi e una maglietta verde scuro, mi misi una giacca di pelle sopra e le ballerine. Scossi i capelli e mi misi un velo di matita e di lucida labbra.
- Io sono pronta, andiamo? - dissi bussando alla porta di Dylan. Un attimo dopo lui uscì dalla stanza, intento a mettersi la maglietta. Aveva gli addominali ancora scoperti... deglutii a fatica e mi sistemai il ciuffo riccioluto che era solito cadermi a destra.
Ero ancora concentrata su di lui quando alzando lo sguardo vidi che mi stava fissando sorridente.
- Mi mangi con gli occhi! - ammiccò. Sbarrai gli occhi. Cazzo!
- Ma cosa dici? - risi, ma si capì che era una risata nervosa. - Ti piacerebbe ne? - lo spinsi via e scesi le scale con ancora il cuore che batteva andava a mille.
***
POV's Dylan.
Sorrisi e la seguii. Il mio sguardo non poté fare a meno di cadere sul suo culo. Quei jeans valorizzavano molto i suoi glutei. Okay sì era molto bella. E forse ci avrei provato con lei.
No, ma cosa stavo dicendo? Quella non era una ragazza da una botta e via, era una da relazione e io non volevo una relazione!
Salutammo Marta e uscimmo di casa. Salii in macchina, accesi il motore e uscii dal vialetto.
- Devi comprarti qualcosa? - sbuffò e allungò una mano verso il barattolo di cicche alla menta. Ne prese una e se la mise in bocca, iniziando a masticarla.
- Ho finito il mio libro... - mi girai sbarrando gli occhi.
- Ma se ieri eri a metà. -
Sorrise e cambiò stazione alla radio. - Non avevo altro da fare. Isaac è sempre impegnato con Holland e io e te litighiamo e basta, quindi leggo. - scossi la testa. Era vero litigavamo troppo, ma ero fatto così e sinceramente mi divertivo farla arrabbiare.
- Allora andremo in libreria. Tanto abbiamo tempo. -
- Ma non ho i soldi dietro... -
Risi, senza staccare gli occhi dalla strada.
- Ma io sì! - stava per ribattere e io la zittii con un gesto della mano, la portai alla bocca mimando una zip che si chiude e alzai il volume della radio.
ANGOLO SCRITTRICE:
Ecco questo capitolo mi soddisfa di più.
Mi sono arrivate le idee e sto continuando a scrivere. Che ne pensate?
Con affetto,
Baptivi.
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Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |
RomanceAbigail, una ragazza acqua e sapone e molto cocciuta, è costretta ad andare in vacanza nella casa dei suoi zii da lei sconosciuti. Non ne è molto felice dato che non conosce nessuno, ma presto le cose cambieranno perché in quella casa non c'è solo...