43 ( seconda parte )

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Era successo tutto in un attimo. Un secondo prima ero abbracciata al mio ragazzo e quello dopo mi trovavo in macchina con le lacrime agli occhi e le mani tremanti. Il cuore era impazzito e i miei occhi erano sbarrati e impauriti. Neanche le parole di Dylan riuscivano a calmarmi, volevo solo raggiungere in fretta l'ospedale. Le parole incidente e alcool mi stavano vorticando in testa. Chiusi gli occhi e una lacrima mi cadde sulla mano, calda e pesante.
Quando arrivammo, corsi fuori dall'auto e andai in contro a Aidan.
- È dentro. Non abbiamo ancora nessuna notizia. -
Merda.
Lo presi per mano e mi diressi dentro. Anche Aidan tremava come me. Andai ad abbracciare Tatiana che stava piangendo preoccupata.
- Ho paura, Abigail. Ho paura per mio figl... - la parola le morì in gola, soffocata dalle lacrime.
- Non ti preoccupare, andrà bene. - le consegnai un bacio sulla guancia e mi andai a sedere vicino a Dylan.
Mi misi la testa tra le mani. - Quanto dovremo aspettare? -
- Non saprei, Amore... -
Cazzo. Quella notizia mi aveva trafitta in pieno stomaco: Clary e Aaron avevano avuto un incidente stradale.
Passarono i minuti e guardai Ethan, seduto sulla sedia poco distante da me con le braccia conserte e lo sguardo terrorizzato e fisso sul pavimento. Chissà cosa stava pensando in quel momento...
Deglutii e alzando lo sguardo riconobbi la madre di Clary fare su e giù per la stanzetta. Mi alzai e la raggiunsi.
- Ciao Kate. -
- Ciao Abi... -
- Notizie di Clary? -
- Sta bene. Le ho parlato prima. Quello in pericolo è Aaron... -
- Andrà tutto bene. Posso andarle a farle visita? -
- Certo. -
Mi massacrai le mani prima di entrare nella stanza. Quanto odiavo gli ospedali: l'aria fredda e puzzolente di disinfettanti.
Bussai e un leggero "sì " mi obbligò ad entrate.
Clary era stesa sul letto con un braccio ingessato, un graffio profondo sulla fronte e altri sull'intero corpo. Il labbro era spaccato e quando lo mosse per sorridermi, gemette assumendo una smorfia di dolore.
- Hei... - mi sedetti vicino a lei e le presi la mano.
- Come sta? -
- Nessun aggiornamento. -
- Merda! - una lacrima le scese lungo il viso rigato. - Non era un gioco, Abi...non lo era. -
Avevo sbagliato tutto. Era colpa mia.
- Io lo amavo veramente e questa situazione la stavamo superando insieme. Se morisse Abigail io... - una, due, tre lacrime. La voce in un sussurro. - L'ho sempre amato, fin dall'elementari, quando... - rise mentre una quarta lacrima le cadde sulla guancia. - ... mi portò quella collanina di plastica trovata nell'ovvetto di Pasqua. Il fatto che avesse pensato a me mi aveva fatto innamorare di quel ragazzino e più crescevamo più lui mi faceva impazzire. -
- Questo non me lo hai detto. -
- Non avresti capito. Tra di noi c'era pura amicizia, non volevamo rovinare tutto. -
- Avrei voluto saperlo... -
- Lo so. Mi dispiace. - tirò su il naso e guardò la porta. - Non voglio che muoia, Abigail. -
- Non lo vuole nessuno, Clary. -
- Eravamo nervosi la prima volta sai? Nessuno dei due sapeva come fare... è stato imbarazzante per entrambi e quando abbiamo terminato siamo scoppiati a ridere. Eravamo una squadra. -
- Perché parli di lui al passato? -
- Non ho più speranza in corpo Abi... -
- Si sistemerá tutto, vedrai. - un'infermiera entrò nella stanza e mi cacciò fuori dalla stanza urlandomi dietro che non era ora di visita.
Ritornai in sala d'attesa e sorrisi leggermente a Dylan per poi sedermi vicino a Ethan.
Mi guardò e scosse la testa. - Non qui. - mi prese per mano e mi condusse fuori dall'ospedale. Si sedette su uno scalino e mi guardò.
- Parla Ethan. -
Lui guardò per terra per un paio di secondi poi scoppiò.
- Non gli ho detto che gli volevo bene. - iniziò a piangere e giuro, vedere quel ragazzo tanto conosciuto e forte mettersi una mano davanti agli occhi e piangere cosi disperatamente fu come un treno che mi passava sulle ossa. - Non gli ho detto che gli volevo bene. Mio fratello. È colpa mia. -
- Non dire così. -
- E cosa dovrei dire? È colpa mia se si è sbronzato. È colpa mia se ora è in quel cazzo di ospedale con un tubo in gola Abigail. - si alzò e iniziò ad urlare. - Non dovevo trattarlo così per una ragazza. Non dovevo. -
- È successo e basta. - Aidan scese le scale e raggiunse suo fratello. - È successo e basta e non puoi farci niente. Noi gli vogliamo bene, in ogni caso. È nostro fratello, non lo dimenticheremo mai. - Ethan abbracciò forte Aidan e gli pianse sulla spalla.
- Cosa faremo ora, Aidan? -
- And... - le parole gli morirono in gola. - Andremo avanti... come sempre, come quando è morto papà. - a quelle parole si strinsero più forte e piansero ancora.
Quando rientrammo la tensione era alta. Alle sette del mattino il dottore arrivò. - Mi dispiace, ma suo figlio... - non ascoltai le parole seguenti. Piansi. Piansi e basta. Accasciandomi su Dylan e stringendolo mentre il panico mi possedeva dentro e i singhiozzi mi soffocano la gola.
Era ufficiale.
Aaron era morto.

ANGOLO SCRITTRICE:
No comment.
Ad Aaron.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora