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Parcheggiai davanti all'officina dove lavorava Dylan. Lo vidi, appoggiato al muro con una lattina di pepsi in mano. Il suo viso era sporco di nero, forse di grasso... sorrisi alla vista di quel ragazzo così bello e in quel momento ci pensai, come se fosse la prima volta: lui era il mio ragazzo. Lui, il suo corpo, le sue mani, le sue labbra era dedicate solo a me. Il mio cuore a quel pensiero si accese e fece quasi male quando i suoi occhi incrociarono i miei. Sorrise e disse qualcosa al capo, poi si indirizzò verso di me. Guardava per terra mentre mi si avvicinava e alcune volte mi dedicava uno sguardo malizioso. Si appoggiò alla portiera, dove vi sarebbe dovuto essere il finestrino se fosse stato alzato ma faceva troppo caldo, piegandosi verso di me e spingendosi dentro la macchina con la testa mi baciò sulla bocca.
- Che cosa ci fai qui? - mi chiese sostenendo il mio sguardo. - Ti mancavo? - un ghigno maligno spuntò sul suo viso sporco.
- Certo che no. Non sei al centro della mia vita, lo sai? - mentii, ovviamente.
- Non sei brava a mentire, Piccola. - sorrise e io strappai la lattina dalla morsa della sua mano e la appoggiai alla mia bocca, rubandone un sorso.
Gliela restituii e lui continuò ad osservarmi. Guardava le mie labbra umide e bagnate dalla bibita.
- Allora? Come va il lavoro? - chiesi distogliendolo dai suoi pensieri.
- Mh, bene. Neal è molto simpatico, ma fuma troppo. Tu? Cosa hai fatto oggi? - dovevo dirglielo? Dovevo raccontargli di come Aaron aveva reagito? Beh, se ne sarebbe accorto la prima volta che avesse visto Ethan, pensai.
Sospirai, massaggiandomi le tempie e a quel gesto l'espressione di Dylan cambiò. Divenne ad un tratto serio. - Aaron ha picchiato Ethan. Gli ha lasciato un occhio nero. Non si era mai comportato così. Ethan pensa che noi lo consideriamo l'anello debole del gruppo, il che non è assolutamente vero e ora... ora mi sento una merda, non ti sto permettendo di goderti la vacanza e i miei amici stanno rovinando tutto. Mi dispiace. -
- Senti, non mi importa assolutamente niente dei tuoi amici, insomma non li conosco nemmeno. Se anche parlassero male di me non me ne fregherebbe assolutamente nulla perchè non mi conoscono e tutte le parole che direbbero sarebbero senza senso. Sì, mi dispiace per Ethan e ammetto che quei gemelli sono veramente forti, ma non dire che i tuoi amici mi stanno rovinando la vacanza perchè io non sono venuto per loro, ma per te e tutto andrà bene per me, a meno che non tocchino la mia ragazza. - risi e lo bacia. Aveva ragione, ogni sua parola era vera e decisa. Mi leccai il pollice e cercai di togliergli il grasso da una guancia, ma lui si spostò velocemente.
- Che fai? Nemmeno mia nonna la mai fatto... - indicando il pollice.
- Ma sei sporco! -
- Vorrà dire che tra due ore, a casa, mi farò una bella doccia. - ribattè lui, poi si girò verso il suo capo che lo chiamò per nome. Aveva una sigaretta in una mano e una Pepsi nell'altra. Dylan ritornò con gli occhi nei miei.
- Attraente vero? - chiese riferendosi a Neal.
- Mmh... ci potrei fare un pensierino, la sua barba è molto bella sai? - risi guardando il suo viso che mutava in diverse smorfie: confusione, disgusto, incredulità e rifiuto, presumo che l'ultima si riferiva al fatto che si riufiutava di rispondere. Dopo, infatti, mi baciò e mi liquidò con una frase tipo: " Va beh, ci vediamo tra due ore, ora devo andare. "
Raggiunse il suo capo e disse qualcosa indicandomi e dopo un paio di secondi l'uomo mi guardò e, sorridendomi, mi salutò con la mano. Ricambiai e accesi il motore dell'auto, partendo con "Pompei" che rimbombava nelle casse del veicolo.
Bene e ora dove andavo? Di ritornare a casa non ne avevo proprio voglia. Cercai il mio cellulare quando questo iniziò a suonare. Con velocità risposi.
- Pronto? -
- Abi? Sono Thea, senti mi annoiavo e ho pensato di chiamarti... non è che avresti voglia di passare a casa mia? Un film e una grande ciotola di pop-corn non ci farebbe male. -sorrisi a quella voce che conoscevo da quattro anni.
- Va bene, dammi una mezz'ora, okay? - le chiesi cambiando marcia con difficoltà.
- Certo, fai con comodo. Nessuna fretta. - guardai l'ora sul cellulare, le 4. Bene, perfetto.
- Okay, avviso mia madre e ti raggiungo. -
- Perfetto, a tra poco. - rispose prima di attaccare.
Spostando gli occhi dal cellulare alla strada, schiacciai il tasto per chiamare mia madre. Mi rispose subito.
- Abigail? -
- Si mamma, guarda che vado da Thea, mi ha invitato a guardare un film a casa sua. - dissi in fretta, spostando il cellulare da un orecchio all'altro per cercare di mettere le frecce e le marce.
-Thea? - chiese lei. Come sospettavo si era dimenticata di lei
- Sì, la ragazza del liceo... -
- Ah, okay. Bene, a dopo. - rispose, poi riattaccò subito dopo.
- Oh sì mamma. Tutto bene, grazie per avermelo chieso. Bene ciao, anche io ti voglio bene. A dopo. - risposi al nulla, lanciando il telefono sul sedile di fianco al mio.
Dopo una mezz'ora raggiunsi la casa di Dorothea che era lontana dalla mia e dalla mia zona.
Suonai al citofono e lei aprì la porta, con un sorrisone rientrò per aprirmi il cancelletto. Uscì dalla casa in ciabattine e mi abbracciò. Mi era mancata quella ragazza. Mi invitò ad entrare in casa e con uno spintone mi portò in sala.
- Vedo che i tuoi modo leggiadri non ti hanno abbandonato... - rise e il cuore saltò un battito.
- Lo sai che non li abbandonerò io sono parte di me. - rispose ritornando dalla cucina e lanciandomi un pacco di pop- corn e una lattina di coca cola che per fortuna imbalzò sul divano. Poi mise il DVD e il film partì.
- Questo lo dovevamo vedere insieme, ma... non abbiamo potuto. - disse mostrandomi la copertina, vi era la scritta in grosso: "Unbroken ", sorrisi guardandola negli occhi, poi mi concentrai sul film.
Per tutto il tempo rimanemmo zitte, quel film ci prese fino all'ultimo secondo e alla fine Thea si alzò per andare a prendere i fazzoletti. Avevo le lacrime agli occhi.
Thea si asciugò le guance bagnate, poi mi osservò. - Allora? Cosa mi racconti? - mi chiese. Non la vedevo da un paio di anni. Clary è sempre stata gelosa delle mie altre amicizie ed è riuscita a dividerci.
- Bene, te? -
- Niente di che. A parte... - disse iniziando a raccontare.
Inutile dire che da quella casa uscii dopo un'ora, ma solo perché dovevo per forza andare a casa se no avrei fatto tardi per la cena. La salutai con un lungo abbraccio e mi allontanai da quella casa.
- Ciao polpettina con patate!- sorrisi al ricordo di quei soprannomi strambi e salii in macchina.
- Ciao capra. - risposi prima di partire.

ANGOLO SCRITTRICE:
Bene caprette, ecco un altro capitolo. Dylan MLMLML, Neal emh... meno MLMLML e Thea, ecco è Thea ahah. ringrazio di cuore Alicecaciotta che mi sta aiutando con una scena che per me è difficile descrivere... beh, poi vedrete * faccina da pervertita * bene, che cosa ne pensate? E' tutto il giorno che scrivo... SOLO PER VOI, VI ADORO PULCINELLE.
Bene, ora vi lascio... con affetto,
Baptivi.

Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora