Okay lo so che mi ucciderete, che vi troverò fuori casa con i forconi, i fucili e i pomodori, ma vi devo dare una brutta, bruttissima notizia... ( lo è anche per me! ) perché per un bel po' di giorni non potrò pubblicare!
Ho avuto l'onore di andare a passare la settimana di Pasqua in montagna con la mia migliore amica e aimè li non prende una sega!
È già tanto se abbiamo la cartaigenica mi sa ahahah! Però vi prometto che mi impegnerò e che scriverò almeno due capitoli, che pubblicherò appena munita di internet :-)
Colgo l'occasione per consigliarvi un'ottima ff: " Ci sono angeli che non volano " di Blythutc, alla quale voglio tanto bene! È una storia bella e intrigante e stuzzica molto, credetemi!
Avete visto la mia bellissima e "nuova" copertina? La adoro... e per questo ringrazio la vecchia Alicecaciotta e la nuova _Alilnwonderland che me l'ha migliorata! Vi amo tutte ❤❤
Comunque... ho finito.
Buona lettura,
Baptivi.POV's Dylan.
Mi ero chiuso in quel bagno da un'oretta, non volevo uscire, volevo rimanere lontano da tutto, da tutti, da Abigail.
Da una parte sapevo il rimedio giusto per me, in fondo Anastasia era sempre disponibile... ma d'altro canto mi sentivo in colpa... no, ma cosa stavo dicendo? Io non sono un uomo di sentimenti, me ne fotto di tutto e di tutte e quella Abigail è solo una ragazza che ti vorresti fare. Non fare la bambina che sogna l'amore! Pensai. Mi convinsi e decisi che un po' di alcool non mi avrebbe fatto male! Dopo essermi sistemato, presi le chiavi e scii di casa. Proprio in quel momento Isaac scese dalla macchina e mi venne incontro, mi prese per la maglietta e mi trascinò dentro casa.- Ma cosa ti prende? - chiesi, spingendolo via.
- Dobbiamo parlare. -
- Bene, ma non toccarmi. Non è giornata! - dissi sistemandomi la maglietta.
- Sei andato a letto con lei? - mi chiese a bassa voce, assottigliando gli occhi.
- Credimi che se ci fossi andato a letto l'avresti sentita! -
Mi prese nuovamente la maglietta e mi strattonò.
- Giuro che se la fai soffrire uscirai da questa casa per sempre! - ci rimasi di merda. Sarebbe arrivato fino a quel punto? Ero cresciuto con lui, era mio fratello.
Mi liberai dalla presa. - Beh, così avresti una stanza in più per la tua ragazza, no? - mi scostai da lui e mi allontanai. In cortile vidi i genitori di Abigail scaricare le borse della spesa.
- Ehy Dylan! - il padre di Abi mi indicò di raggiungerlo. - Tieni. - mi allungò dei soldi. - Per la benzina. Ci sentiamo in colpa perché sei sempre obbligato a portare ed andare a prendere Abigail a lavoro... -
- Signore, sua figlia è una ragazza straordinaria e per me è solo un piacere. E per la benzina non si preoccupi! - sorrisi e mi allontanai dal padre di Abigail... a proposito dov'era finita quella ragazza?POV's Abigail.
Risi come non ridevo da un mese più o meno.
- E allora quanto l'ho visto ho buttato via la sigaretta e mi sono lanciato fuori dalla finestra! -
- Conclusione? -
- Alla fine mio padre ha trovato la sigaretta e io mi sono rotto un braccio! -
- Mitch mi sembravi un ragazzo più intelligente! - risi asciugandomi le lacrime.
- Lo credono tutti! A volte penso che se non avessi lasciato quel mondo di ricchi, se non me ne fossi andato via di casa, ora sarei uno di quei ragazzini viziati e con la puzza sotto il naso! I miei amici, anche se mi hanno fatto fare cose sbagliate, come fumare o bere fino a vomitare l'anima, mi hanno aiutato ad andarmene di casa e ora, anche se devo sudare per avere una vita normale, sono felice di guadagnarmeli da me i miei soldi! - sorrisi e guardai quel ragazzo misterioso e simpatico che la pensava esattamente come me! Mi aveva raccontato che era nato da due genitori straricchi che avevano intenzione di farlo lavorare nell'azienda di suo padre.
- Ma quello che non ho capito è perché non hai voluto lavorare con tuo padre... -
Sospirò e si grattò il mento. - Mio padre lavorava lì da trent'anni ed era esaurito, non aveva tempo per mia madre, per suo figlio e io non volevo questo. Io amo i bambini e voglio amare la mia futura moglie, non mi andava di mandare a puttane tutta la mia vita per un lavoro del cazzo! Preferirei fare la fame piuttosto che non avere più tempo da dedicare alla mia famiglia. - sorrise e guardò per terra. Si mise le mani in tasca e abbassò la testa. Non sapevo cosa dire, lo ammiravo, era un ragazzo profondo, coraggioso, tenero.
Una bambina di cinque anni si avvicinò a noi, aveva un palloncino blu in mano e continuava a correre, sorridente. Mitch sorrise e la guardò avvicinarsi e aggrapparsi ai suoi pantaloni. Si piegò e guardò negli occhi azzurri della bambina. - Come ti chiami? -
- Emma. - disse sorridendo e giocando con il palloncino.
- E dov'è la tua mamma? - la bambina si guardò intorno e poi si girò verso Mitch. - Non lo so... -
- Ti va di cercarla? - la bimba annuii. Poi quando Mitch si alzò, Emma allungò la sua manina cercando quella del ragazzo, il quale sorrise e gliela porsw. Andammo a cercare la madre.
- La vedi? -
La bambina continuava a scuotere la testa.
- Potrebbe essere quella donna preoccupata? - tentai io.
Ci avvicinammo. - Scusi signora è sua la bambina? - la donna si girò e un senso di sollievo si disegnò sul suo viso. - Emma! Non ti devi allontanare, mai! Mi hai capito bene? - la prese in braccio e la strinse forte.
- Grazie mille ragazzi! -
- Si figuri! Buona giorna, ciao Emma. - salutammo la bambina e continuammo la nostra camminata.
Dopo un paio di minuti in silenzio, Mitch parlò. - Ma tu oggi hai il giorno libero? -
- Oh cavolo! Che ore sono? -
- Le due e un quarto! -
- Merda inizio alle tre! Ci vediamo, grazie di tutto! - dissi iniziando a correre.***
- Ma dov'eri finita? - mi fermai a qualche centimetro di distanza da Dylan.
- A.... correre! - dissi tra un respiro e l'altro.
- Dai, vai a lavarti! -
- Perché? Puzzo? Sono sudata? - chiesi avvicinandomi sempre di più a lui.
Dylan indietreggiò, comprendendo già le mie intenzioni. - Non lo vuoi un abbraccio? -
- Abigail. Stai indietro. - sorrisi e iniziai a inseguirlo per il cortile, lo vidi nascondersi dietro ad un magazzino di legno marco.
- Dai Dylan, vieni fuori! -
Obbedii e notai in ritardo che in mano aveva una pompa dell'acqua.
- Chiudi! Chiudi l'acqua! - urlai.
Lui sorrise e la chiuse solo quandofu sicuro di avermi inzuppato per bene.
- Okay, ora un abbraccio ci vuole! - dissi. Lui mi prese i polsi e lottò con me. I nostri piedi si incrociarono e finimmo per terra come due sacchi di patate. I nostri nasi ad un centimetro l'uno dall'altro. Notai che i suoi occhi marroni erano ornati da sfumature nere.
- Alla fine ce l'hai fatta a bagnarmi... - il suo sguardo vacillava tra i miei occhi e le mie labbra.
- Mi conviene andare a lavarmi! - mi alzai, raccogliendo tutta la mia buona volontà, e lo lasciai sull'erba. Entrai in casa, cercado di sfuggire agli occhi furtivi di Marta. Dylan mi raggiunse poco dopo e mentre chiuse la porta, fece rumore e Marta alzò lo sguardo dal computer. La sua faccia divenne seria.
- Abigail... Dylan! - si alzò e ci raggiunse. - Tu! - colpì Dylan sul petto con l'indice. - Cosa le hai fatto? -
- No, emh... stavamo giocando con l' a-acqua... - era imbarazzante conffessarlo, anche perché io avevo diciassette anni e Dylan quasi venti!
- Beh, se è così va bene. Però tu devi andare a lavorare. - disse, indicandomi. - E tu devi accompagnarla! - continuò, ritornando su Dylan. - Quindi andatevi a lavare. E in fretta! - obbedimmo e io andai sotto la doccia. Erano le un quarto alle tre quando entrai e dieci alle tre quando uscii dal bagno. I capelli li avevo asciugati poco. Mi misi dei leggins, una canotta nera e sopra una camicetta a scacchi bianca e rossa con le all stars nere e bianche. Entrai in camera con il fiatone.
- Andiamo? - urlai per farmi sentire da Dylan che era nella sua stanza.
- Sì, andiamo! - entrò nella mia stanza ancora a petto nudo. Deglutii e cercai di non stare a fissarlo come un pesce lesso. Sospirai.
- Mh... bene! Alla macchina allora! - sorrisi e corsi fuori casa.***
POV's Dylan.
Erano un quarto alle sei quando stavo aspettando in macchina che Abigail finisse di lavorare. E in quel momento, da solo e con la musica bassa che mi faceva compagnia, i miei pansieri si diedero libero sfogo. In quelle tre ore ero andato a fare la spesa e delle commissioni per Marta, quindi non avevo avuto il tempo di riflettere per fortuna. Chiusi gli occhi e mi apparve l'immagine di Abigail che sorrideva, tre ore fa avevo avuto l'impulso di baciarla quando l'avevo vista appena uscita dalla doccia, vestita come una donna e con il rossetto rosso fuoco sulle labbra. Avevo deglutito e avevo cercato di non pensarci, ma quelle labbra rosse mi stavano tormentando. Sbuffai e mi massaggiai le tempie. Sentii la portiera aprirsi, ma non mi mossi.
- Ciao. - la voce allegra di Abigail invase l'auto. Sospirai e feci un sorriso tirato. Lei mi accarezzò i capelli e mi scoccò un bacio sulla guancia. Mi girai e la osservai sorpreso.
- Perché l'hai fatto? -
- Odio vederti in quello stato e pensavo che un bacino fa sempre tutti un po' più felici! -
Sorrisi e accesi la macchina. - Un tuo bacino mi fa sempre felice! - esclamai senza staccare gli occhi dalla strada.OKAY, HO FATTO TARDI A PUBBLICARE PERCHÉ WATTPAD HA FATTO LO STRONZO E NON MI FACEVA PUBBLICARE! Ma a parte questo... vi voglio bene.
Con affetto,
Baptivi.P.S.: BUONA PASQUAAAAAAAAA ❤❤
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Mille baci sotto il sole | Dylan O'Brien |
RomanceAbigail, una ragazza acqua e sapone e molto cocciuta, è costretta ad andare in vacanza nella casa dei suoi zii da lei sconosciuti. Non ne è molto felice dato che non conosce nessuno, ma presto le cose cambieranno perché in quella casa non c'è solo...